… Macchina fotografica …

 
 
Capita. Capita che su 365 giorni all’anno ce ne siano alcuni particolari, davvero particolari. Delle giornate che magari inziano nel più normale dei modi, per poi diventare un susseguirsi di eventi, un sovrapporsi di emozioni, un caleidoscopio di stati d’animo. Tutta (o quasi) la gamma di stati d’animo che una persona può provare.   
Tanti… Troppi forse… Tanto che ci si chiede se è possibile che ci sia tanto spazio dentro di sè da poterli contenere tutti senza rischiare di esplodere. Quanto ci sottovalutiamo… Dopotutto siamo esseri umani. Dopotutto siamo vivi, esistiamo, dovremmo saperlo, dovremmo essere coscienti di quanto immenso possa essere quello spazio dentro di noi … E invece ci meravigliamo come quando vediamo un bel paesaggio, quell’armonia perfetta di forme colori sfumature luci ombre tanto inconsistenti quanto reali o normali … Tanto perfetta che la prima cosa si pensa è "Caspita, dove ho messo la macchina fotografica?" . Già. Dovrebbero inventare la macchina fotografica per le sensazioni, per immortalare queste giornate così normali come il paesaggio quanto così fuori dal comune. Sarebbe un peccato lasciar scivolare via il ricordo di una sensazione, di un sentimento .. E’ il tipo di ricordo che tende più facilmente ad assopirsi, a nascondersi tra gli altri che all’apparenza sembrano più grandi e forti di lui.  Cose viste, cose fatte, cose udite … perfino di cose pensate abbiamo ricordi più vividi. Sarà questione di numero … Possediamo più ricordi di cose legate ai cinque sensi che ricordi di sensazioni. Sarà uno scherzo della mente … Probabile che tendiamo a dare più importanza a quei ricordi frutto di più o meno lunghe elaborazioni della nostra razionalità che al ricordo di quel sentimento, che di elaborazioni non ne ha subite .. E’ puro .. Ed è proprio per questo più potente, magari senza esserne consapevole. Gli si dovrebbe dire di uscire allo scoperto, invece di nascondersi, di sprigionare la sua potenza e da piccolo barlume scoppiare in una luce tanto forte da far impallidire tutti quei suoi simili insignificanti che lo circondano. E invece se ne sta lì, nel suo angolino buio. Si nasconde. Come se avesse paura. Forse ha paura della sua stessa forza. O sarà che si sente discriminato tra tutti gli altri più comuni di lui. O può essere proprio colpa di qualcuno di loro, geloso, che non lascia che si esprima perchè sa di non valere nulla a confronto … E lo tiene relegato giù, lì nella sua stessa mediocrità, impedendogli di volare ….
 Questa macchina fotografica per ora non esiste, purtroppo. Allora siamo noi che ogni tanto andiamo a scuoterlo un pò, ad allontanare tutti gli altri ricordi per godere anche solo per un pò di quello lì, in quell’angolo, per illuminarci un pò con la sua luce e per pensare "Diamine!!! Ma dove ti ho tenuto tutto questo tempo?"
"Ero qui, stolta, tra gli orari della circumvesuviana e il Principio di Le Chatelier … Sarà come credi tu, che io ho paura, ma tu neanche vieni a pescarmi di tanto in tanto eh?" direbbe lui. Ora ci si mettono pure loro a fare la predica… "E’ che non ho avuto tempo, mi dispiace, ma sai, tra esami, professori, libri vari e feste di compleanno devo averti trascurato…" dici, cercando di scusarti. "E certo, vengono sempre prima la razionalità, gli impegni, il correre avanti e indietro (sotto un sole cocente, tralaltro, che rischiavo di evaporare #@#umpf##@) ti occupi di questioni pratiche e di ciò che ti farebbe star bene davvero, mai invece" controbatte, lui, godendosi il suo breve, ma intenso -garantisco- momento di gloria. "Poi cerchi una spiegazione razionale a tutto. Ora con questa storia della sincronicità. L’ho vista ieri giuliva mentre prendeva a calci ‘le coincidenze-non-esistono’ occupandone il posto. Mai una volta invece che ti fidi di noi, ricordi puri di sensazioni".
La solita storia. Dar retta al cuore o alla testa. Torto non ha. Ma non sa, lui, che ci sono suoi colleghi-ricordi che danno ancora delle noie, però. E nonostante la loro presenza cerco -io almeno ci provo- di difendere con tutte le mie forze quei ricordi-puri, azzarderei "innati", di sentimenti tipo, tirandone uno a caso, l’amore.
Poi mi si viene a dire che io l’amore non lo conosco, che la mia è una visione utopica. Che non ho mai sofferto per qualcuno. Che non ho mai pianto per essermi resa conto, all’improvviso, di aver riposto fiducia rispetto e soprattutto affetto in persone che non lo meritavano lontanamente. E non per questo quel sentimento si è in qualche modo modificato trasformato condizionato. No … almeno credo. Non si lascia condizionare così facilmente, lui. Nonostante i continui attacchi, nonostante le ferite, nonostante il fatto che ormai comunemente si creda che quel sentimento puro-innato non esista più. Bhè non è possibile che sia scomparso. Dopotutto siamo esseri umani. Ormai poveretto si sarà nascosto così bene che proprio non si trova (non che qualcuno si sprechi a cercarlo, comunque). Si lo so. Senza che continui a protestare. Una cosa è difenderli, un’altra è starli ad ascoltare. Lo so.
 
 
 
 
 
Le sue mani correvano veloci sui tasti, con leggerezza sfiorandoli accarezzandoli, faceva si che quelle corde vibrassero nell’aria producendo quell’armonia perfetta e pura … Che bella… Attimi di immensità trasformati dalle sue mani in energia che prendeva avvolgeva ipnotizzava … Noi, pura esistenza, ci sentivamo di nuovo parte di quell’eternità da cui provenivano le note stesse … D’altronde proprio lui l’aveva detto annunciando il brano che avrebbe eseguito, L’Orologio Degli Dei:
"Il passaggio dall’eternità all’esistenza è scandito dal primo battito cardiaco .. Ciò accade per ogni essere vivente e per me ciò ha origini divine." [Giovanni Allevi]
 
 
 
 
 
Ecco, ci sarebbe stato un altro scatto di quella macchina fotografica.
Dopo la rabbia, la delusione, la voglia di rivalsa, lo stupore, la gioia, la sensazione di leggerezza data da quella profonda soddisfazione arrivata da voci al telefono, …, l’incredulità di vederlo dal vivo lì davanti a te e lì la macchina fotografica ordinaria è stata più che sufficiente :), altro stupore, altra incredulità per poi assistere al concerto, bellissimo … Che giornata. Davvero non sapevo più cos’altro potesse accadere.
Si vorrebbe vivere costantemente con quelle sensazioni, quei sentimenti sempre lì a riempire quello spazio, che ormai mi è chiaro, è più grande di quanto possa immaginare. Sempre lì, loro, a risplendere su tutto il resto, ad accompagnarci in ogni azione quotidiana, a lasciar che il sorriso si allarghi sui nostri visi regalando attimi di luce a chi ci guarda. Già. Sorrisi, espressioni rilassate che scompaiono. Altra brutta storia. Davvero davvero triste.
Inutile comunque. Ognuno di loro si troverà il suo angolino più o meno buio a guardar ricordi nuovi che arrivano, altri più vecchi che sbiadiscono, aspettando che li si vada a trovare di tanto in tanto. Che poi chissà se son davvero loro ad aver paura di farsi avanti o siamo noi ad aver paura di loro. Paura d’amare. Mmm… E’ così allora. Loro sono davvero potenti, ma quelli che hanno paura siamo noi. E’ bastato qualche volta lasciar  che  quel  sentimento  puro-innato  guizzasse  fuori  dal  suo  angolino buio per poter correre velocissimo senza freni che Sbam!! …………. andasse a sbattere da qualche parte facendosi male… Molto male. Un dolore forte, che non va via facilmente … E i ricordi-dolore son quelli con maggior spirito di iniziativa, si destano da soli più spesso di quanto vorremmo e ci vengono a trovare, pur senza invito. Per paura allora li imprigioniamo, tutti, anche quello scavezzacollo lì e ci lasciamo guidare dalla razionalità, di cui appunto, ci possiamo fidare un pò di più. Lasciare che i sentimenti guidino la nostra vita. Questa si che è utopia. Si … La vera utopia non è credere nei sentimenti, in qualcosa dobbiamo pur credere, ma è starli ad ascoltare. E i sorrisi scompaiono. E quello scavezzacollo rinchiuso lì ogni tanto prende la rincorsa per uscir fuori, altro "Sbam", si ribella alla nostra prigione … E stiamo ancora più male …
 Si, capitano certe giornate in cui ti accorgi di essere ancora un essere umano (e non solo un essere pensante), in cui ti rendi conto che cose straordinarie possono ancora accadere, che lo stra-ordinario ancora esiste, che un sorriso può allargarsi ancora fin dietro le orecchie e che si possono vivere ancora grandi emozioni .. Grandi più o meno quanto quello scavezzacollo lì. Capita, per fortuna.