“Perché ciò che si salverà non sarà mai quel che abbiamo tenuto al riparo dai tempi, ma ciò che abbiamo lasciato mutare, perchè ridiventasse se stesso in un tempo nuovo.”
[A. Baricco]
Hai un gran bell’obiettivo davanti. Diverse cose da fare per andare lì e raggiungerlo. Diverse cose che hai pianificato più o meno bene, di cui ti sei fatta un’idea, nonostante la consapevolezza di essere abbastanza una frana a seguire tabelle di marcia troppo serrate (che questa cosa ancora non riesco a capirla, come si fa ad essere tanto precisi e pignoli e allo stesso tempo così incapaci di seguire i consigli dettati dal proprio buonsenso, bel mistero) pensando comunque che la tua strada è lì, davanti a te, e non devi far altro che adoperarti per seguirla nel migliore dei modi. E poi accade di tutto.
Proprio come in uno di quei film catastrofici che ispirano tante persone a costruirsi dei bunker antiatomici sotto casa (e dove sembra che molti si rinchiudano pur senza catastrofi in arrivo) ti ritrovi proprio al punto in cui il protagonista fa appena in tempo ad avvisare i propri cari che un forte uragano è in arrivo e che ti farai risentire appena verranno ripristinate le linee di comunicazione. Già all’alzarsi dei primi venti più forti del solito, vedi quelle tue belle idee che vengono sollevate in aria, vorticando allegramente come foglie cadute da un albero e che volano via da te mentre tu inizi ad aggrapparti alla prima cosa che hai sottomano, sebbene curiosa di sapere dove se ne stiano andando così di fretta, ma allo stesso tempo più preoccupata della fine che faresti tu, piuttosto che loro. Poi mentre sei lì che faticosamente arranchi nel vento (che tralaltro ti sta scompigliando i capelli in maniera fastidiosissima) provando a raggiungere la porta di casa tua, ti fermi un attimo per voltarti e vedi con gran stupore che dietro di te il resto dello spettacolo sta andando avanti, nonostante tu non sia riuscita ancora a metterti comoda. Alla danza vorticosa si stanno aggiungendo anche il tuo ottimismo, la tua determinazione, le tue rosee-visioni e la mappa che indicava la strada. Arrabbiata e infreddolita entri finalmente in casa e inizi a rendere noto alle pareti e ai quadri di ciò che è accaduto poco prima, con tutto il fiato che hai in gola. Ti metti comoda e provi a mettere ordine nella testa. In stile Protezione Civile compili una lista provvisoria dei danni e dei dispersi, tanto per rendersi conto da dove iniziare a metter mano per i soccorsi. Sconfortata ti accorgi che mancano anche la tua voglia-di-fare, la positività e la tua tanto amata razionalità. Poi per fortuna nemmeno il tempo di scriverlo che una piccola delegazione in rappresentanza di quest’ultima bussa al citofono… E’ riuscita a sottrarsi alla bufera e prontamente è tornata a casa, a darti una mano.
Ti prepari una camomilla e prendi consapevolezza del fatto che con tutto ciò che manca, beh, ti senti alquanto persa. E si stagliano di fronte a te scenari terribili, rappresentazioni visive di alcuni dei tuoi peggiori limiti. Pensi alla frase di Bach che ami tanto:
–Cavilla sui tuoi limiti, e senza dubbio essi t’apparterranno-.
Già. Ti appartengono e non sono altro che il metro con cui ti misuri ogni volta che compi una scelta nella vita. E poichè sei tu che decidi, sai benissimo anche che puoi liberartene quando ti pare. *Puff* uno schiocco di dita e puoi farli scomparire. Sempre che, ovviamente, tu non ne abbia bisogno per definire il tuo campo di azione. Ed è per questo che in fondo li lasci lì, in quell’angolo della testa, perchè sai che più di tanto non danno fastidio, di solito, e riesci a tenerli a bada. A quanto pare però, in occasione di particolari eventi della tua vita, in vista del raggiungimento di obiettivi importanti tirano fuori striscioni, bandierine e megafoni e partecipano più attivamente di quanto vorresti alle tue vicende. Fanno talmente casino che non riesci a vedere nient’altro. L’uragano che lì fuori sta dando il meglio di sé deve averli proprio entusiasmati. Per cui resti chiusa in casa, insieme alla tua festosa compagnia, mentre tutti si chiedono che fine hai fatto. Sanno che ogni tanto capita, ma sanno anche che non appena metti di nuovo il naso fuori potranno contare su di te, come sempre. Mentre tu, orgogliosa e testarda, vuoi contare solo su te stessa.
Vuoi a tutti i costi ritrovare tutti quei dispersi e ripartire. Non ti va di essere trascinata fuori con una scusa, o con una promessa da parte di qualcuno, nonostante tu gli voglia bene più di quanto fai sembrare. Intanto i giorni passano e l’uragano pure. Solo che i tuoi ospiti a furia di urlarti nelle orecchie con i megafoni ti hanno intontita e camuffi in “relax” ciò che in realtà è una ritirata strategica, durante la quale speri che mettendo nero su bianco tutte quelle zuffe di pensieri, riflessioni e considerazioni varie possano placarsi e darsi una calmata, invitando tutti a collaborare affinchè si possa tornare al più presto alle attività consuete, e soprattutto, a pieno regime. Ha funzionato tante volte, pensi, funzionerà anche con questi signori qua.
Molto bene, abbassate i megafoni per favore e ascoltatemi. E’ vero, io odio assolutamente quando i miei piani vengono messi sottosopra, e soprattutto quando non ho il piano B già pronto da qualche parte. Stavolta non me l’aspettavo. Son rimasta spiazzata e voi avete approfittato di qualche minuto di indecisione per invadermi casa. Grazie davvero, eh. Il problema è che senza piano B, o C, senza insomma un piano qualsiasi, c’è il rischio di farsi trascinare e seguire il piano di qualcun altro, che essendo appunto non tuo potrebbe adattarsi a te, con qualche aggiustatina qui e lì, ma non ti calzerà mai a pennello come a chi l’ha ideato per sé.
E’ vero, si, poi al mio obiettivo ci arrivo, ma mi piacerebbe che nessuno poi pensasse di candidarmi agli Oscar per il premio di Miglior Attore Non Protagonista. (Eccolo lì, c’è uno dei tizi con il megafono che ha già capito dove voglio andare a parare, sta già di nuovo a saltellare con la sua bandierina in mano…). Per carità, non stiamo qui nemmeno a girare il film del secolo tanto per conquistarsi il premio più ambito. La questione è che mi piacerebbe sbrigarmela da sola. Vorrei riprendere in mano le redini della situazione. Vorrei decidere da me. E vorrei sentirmi sempre e comunque protagonista della mia vita, vorrei che tornasse il mio spirito di ottimismo e di positività che mi ispira tanto e mi sprona a dare il meglio e a non dubitare mai di me. Chi può mai credere in me non io stessa per prima? Chi deve vivere la mia vita, se non io? Senza tali prospettive, mi sento persa, banale … I’D RATHER BE ANYTHING BUT ORDINARY, PLEASE (per l’occasione ti sembra pure di sentire in sottofondo la citata canzone di Avril).
Ci saranno persone che si allontaneranno e piani sconvolti, ancora e ancora. Trattenere però disperatamente tra le mani situazioni che più o meno palesemente stanno scomparendo è peggio che lottare contro i mulini a vento.
Io farò, nonostante tutto, a modo mio. E i propri limiti, quando diventano stretti, bisognerebbe spostarlì un po’ più in là, per darsi più spazio e andare avanti… Ed è proprio per questo che apprezzerei molto se poteste liberarmi il soggiorno e levarvi dai piedi.
Finalmente sei sola. Vai a prendere il telefono. Sembra che le linee stiano a posto, adesso.
coraggio!
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Quello sempre! Guai se mancasse…
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sempre forza!
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Per quanti uragani ci sono, ricordati sempre che le linee di emergenza, funzionano sempre!! Mentre se vedi gli oscar per i migliori non protagonisti sono dati a quegli attori che non si sono saputi sfruttare pienamente. Ho sempre pensato che la fine non esiste davvero finché respiri. Sono gli altri, quelli che non credono in te a segnare fin dove arriverai. Penso che nessuno deve arrogarsi questo diritto. Ci sono limiti solo per essere distrutti, se davvero non vuoi essere quello della PC ti converrà fare l’uragano.
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Bel cambio di prospettiva… essere l’uragano! Ci sarebbe da allenarsi con la propria capacità di reinventarsi ogni volta… Però sai che bello, niente e nessuno ti ferma più 😀
E le persone che credono in te, invece, riescono a farti guardare anche appena fuori dai tuoi confini, in maniera da sapere dove andare non appena ti rendi conto che devi muoverti …. Grazie per essere una di queste 🙂
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