* . . . Proof . . . *

Questa sera sembravo un jukebox impazzito. Saltando da una canzone all’altra senza ritegno e apparente nesso logico. Come quando cerchi una cosa nel cassetto più disordinato e butti tutto alla rinfusa, creando solo altra confusione e aumentando le probabilità di non trovare ciò che ti serve in quel momento. Cavalchi una specie di onda emotiva, senti una parola e ti ricorda qualcosa e passi ad un’altra canzone, quella lì ancora un’altra. Magari torni pure indietro a riascoltare meglio quella di prima. Sempre per intero però. Sarà pure solo una fissa, però di solito non mi piace lasciare le canzoni a metà, mi sembra di farle un torto. Soprattutto se sto saltellando tra le canzoni che preferisco. Per poco non ne ho avviate due insieme, una da Youtube, l’altra da Spotify. Artisti così diversi tra loro, parole, note, si rincorrono nella mente, che sembrano non avere nessun legame tra loro. Un senso c’è però, e lo sai, perchè c’è sempre. E’ da tempo che credi poco nelle coincidenze e nel caso. Credi nella sincronicità che rispetto al precedente, ha una connessione, profonda e intima con se stessi e con gli altri. E si tratta di una profondità a vari livelli e non sai mai fino a che punto scendere, lo sa solo il tuo cuore che ad un certo punto potrà fermarsi e guardarsi intorno, sentendosi a casa. Il caso invece sembra totalmente scollegato, come un qualcosa che si gestisce da sè e tu non c’entri assolutamente niente. E ti accorgi che deve esserci un’altra spiegazione quando troppe volte ti trovi di fronte ad una coincidenza. E che diavolo no. Mi capitò, anni fa, di ritrovarmi davanti sempre la stessa persona, per una decina di volte circa, sempre in luoghi e momenti della giornata differenti. Una cosa assurda, che mi portò a cercare una spiegazione diversa dalla coincidenza. O dal fatto che potesse avermi impiantato un microchip sottocutaneo, il che però era altamente improbabile.
Quella canzone l’hai già sentita, di sicuro. Ad un certo punto la riconoscerai e potrai fermarti, tirando un sospiro. Eccola, si. Semplice, come il momento in cui le colleghi tutte, le canzoni, e capisci. In fondo, hanno tutte delle cose in comune. Anche se a volte si tratta di capire tutto o niente, come se fosse la stessa cosa. Meglio abbassare il volume però. A quest’ora, va a spiegare dove cavolo t’eri persa.

 

 

« Baby, if I’m half the man I say I am
If I’m a woman with no fear just like I claim I am
Then I believe in what you say,
There’s nothing left for you to do
The only Proof that I need is you »

9 pensieri su “* . . . Proof . . . *

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