*… Shine …*

Tra cacao amaro volato dappertutto e ustioni ai polpastrelli elegantemente evitate, ho trascorso il pomeriggio a preparare muffins per la gioia di chi si unirà a me, domani, al mio Name’s Day. Si perchè se non studio, leggo, cazzeggio, gioco (a Tomb Raider, l’ultimo ndr), rompo le scatole o esco, mi lancio in qualche impresa culinaria per la disperaz… gioia dei più coraggiosi.
E a proposito di Name’s Day, come sempre mi viene in mente una vecchia amica, omonima, che ormai non sento più da una vita, la solita storia delle strade diverse e delle amicizie che a chiamarle tali era davvero un insulto. Comunque, andando per associazioni di idee alquanto contorte, perchè poi le cose che ti restano più impresse sono le emozioni che porti nel cuore più che parole o fatti che nella mente finiscono per perdersi, lei mi ricorda una canzone. Quella che mise su una fredda mattina nel pullman che dall’albergo ci portava, insieme al resto della squadra, ad un altro, a Monopoli, dove si teneva il campionato di scacchi al quale stavamo partecipando. Tristi e particolarmente sfiduciate avevamo bisogno di una carica. Perfino io ero parecchio giù. Lei presa da un moto d’ottimismo controcorrente, prese il cellulare. Non so le altre, ma riuscì a mettere di buon umore me. Al momento bastò, se non altro, a farmi sorridere, il che guidò tutto il resto.  Shine.