Serramezzana (SA)
Quando si dice che il buongiorno si vede dal mattino. Prestissimo. In particolare nel momento in cui il tuo benzinaio di fiducia ti chiede scandalizzato Serra-checcosa? un secondo dopo che hai scandito il nome della tua destinazione. La cosa bella è che non è stato nemmeno l’unico in tutta la giornata.
E poi tra qualche problema tecnico, aggregati dell’ultimo momento, tracollo delle ore di sonno a disposizione e fiato sospeso percorrendo strade degne di uno spettacolare rally, credo che le ultime 48 ore non potevano riservarmi più scoperte e momenti speciali di così.
Tanto per cominciare, scoprire di avere ancora una spalla in pieno possesso delle sue facoltà di movimento dopo che mio fratello ci si è addormentato sopra, mentre con una mano evitavo che mi crollasse completamente addosso e con l’altra reggevo il navigatore.
Scoprire che nemmeno avvicinandoti alla tua destinazione la gente del posto ha un’idea ben precisa di dove ti stai recando, e meno ancora del perchè.
Scoprire paesaggi meravigliosi e paesini elegantemente aggrappati sulle colline, che non solo sono più piccoli di quanto avessi immaginato, ma hanno addirittura più frazioni di quelle che riterresti possibili. Il che è anche affascinante. Peccato che solo Google Maps la pensasse diversamente.
Scoprire che tre mesi della propria vita occupati in un progetto di Pianificazione del Territorio che riguardava lo studio di 12 paesini della Comunità Montana Alento Monte Stella sono stati proficui per capire una realtà fatta di dinamiche così diverse da quelle frenetiche alle quali si è abituati. Tra i pro e i contro, mi sono resa conto guardando con i miei occhi che davvero trasformare i secondi in potenzialità è più arduo di quanto immaginassi.
Scoprire che il concetto di “bar” non è uguale dappertutto. Ma anche quello di ospitalità e amore per la propria terra.
Scoprire che se fai capire ad un cane che può senza timore mangiare il mezzo panino sgraffignato chissà dove vicino a te mentre sei occupata a fare foto, lui dopo ti seguirà per tutto il paese con aria soddisfatta.
Scoprire che non si è mai troppo grandi per un giro in altalena.
Scoprire solo oggi di essermi abbronzata a scoppio ritardato. Alla mia pelle fa davvero così schifo l’idea di prendere un colorito di un tono anche leggermente in più.
Scoprire che si può benissimo chiamare fortuna sfacciata la probabilità che la persona a cui si stanno chiedendo indicazioni per il ristorante sia uno dei camerieri. Che per la cronaca e con le dovute ipotesi, è di uno su 70 abitanti della frazione.
Scoprire qual è l’unica panchina del paese dove per bontà divina il cellulare prende la linea.
Scoprire che nonostante si venga da posti lontani e diversi, incontrarsi ancora in un altro che è tra i più sperduti della Regione sembra alla fine la cosa più normale di questo mondo. La più straordinaria allo stesso tempo, perchè non è da tutti i giorni vedere annullarsi il numero di chilometri che normalmente si frappongono tra te e un abbraccio di quelli veri.
Bello bello, che hai fatto voglia di far partire anche me
ma parto si!
Prima o dopo parto anch’io!
😉
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Quando decidi che c’è quella destinazione da raggiungere non esistono se e ma, tuttalpiù un come, ma quello a qualunque costo si trova sempre… 🙂
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Bisognerebbe eliminare le autostrade.
Bisognerebbe far a meno dei navigatori per sbagliare strada e scoprire involontariamente luoghi fantastici.
Bisognerebbe fermarsi più spesso a chiedere informazioni per scoprire la disponibilità della gente (mi trovavo, con la macchina, in Puglia verso S. Maria di Leuca, di sera. Mi fermo a chiedere informazioni, a dei passanti, per raggiungere una determinata località. Dallo specchietto retrovisore faccio caso ad un motociclista che invece di superarmi è rimasto fermo e segue le indicazioni che mi vengono fornite. Riparto e il motociclista mi segue. Percorro molti chilometri e il motociclista è sempre dietro. Ad un certo punto mi rendo conto di essere fuori dalle indicazioni e faccio una inversione di marcia. Il motociclista fa altrettanto e comincio a preoccuparmi sulle eventuali cattive intenzioni dell’inseguitore. Strade di campagna buie e poco trafficate. Raggiungo finalmente un piccolo centro abitato e mi fermo per chiedere nuovamente informazioni, ma il motociclista mi si affianca, si ferma, toglie il casco, fa altrettanto la ragazza che è con lui e mi fa: ma dove stai andando. Il posto che stai cercando è dalla parte opposta. Seguimi. Ti faccio strada io. E mi scorta per 15 km. E non ha voluto nemmeno un caffè. Grande!!!
Pablo
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Ma che bello 🙂 E’ vero quello che dici, fermarsi a chiedere indicazioni ha sempre il suo fascino, trovi chi te le dice in un accento incomprensibile, o chi ti fa fare giri enormi, facendoti perdere tempo e pazienza ma ti da’ un contatto con il posto cosa che un navigatore non può fare.
Anzi prima o poi ti abbandona pure, parlando di paesini davvero piccoli, infatti quando finalmente ho trovato una persona per strada l’ho fermata e le ho fatto un vero interrogatorio haha! E quanto era felice di parlare delle sue colline così poco conosciute…
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Un borgo affascinante.Li adoro questi posti persi nel tempo e nello spazio.
Scorci fotografici molto belli. 🙂
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Davvero si 🙂 E sapessi che silenzio che c’era… una favola!
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Che posto incantevole*_*
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Suggestivo e anche di sera con le candele accese ai lati delle vie minuscole…
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Un sogno:)
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Già *_*
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Tante volte i migliori viaggi sono quelli che facciamo dietro casa.
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Si è interessante scoprire posti bellissimi vicino casa, anche se il concetto di vicino è sempre relativo secondo me…
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