*… Cuore Rosso …*

 Preferiva farsi chiamare “Ferrari” e basta, come faceva il suo barbiere ogni mattina. E teneva al riparo la sua anima dietro gli occhiali scuri. Che si poteva dire di sicuro ne possedesse una un motore, più che un essere umano. E si poteva parlar male di lui ma non delle sue auto. Quelle che sono state tutta la sua vita. Quelle a cui ha dato una vita e che continuano a brillare di luce propria e che pronunciano il suo nome ogni volta che si mettono in moto.
E’ il suo nome quello nascosto in ogni lacrima di gioia o di tristezza mentre ti mordi le mani davanti alla tv, o chissà magari un giorno in piedi sugli spalti di un circuito. E in quel nome c’è umanità e dolore, quello grande e insopportabile di chi sa amare senza ritegno un figlio come un grande pilota o come sua madre, l’Alfa Romeo, che sentiva di aver pesantemente tradito con la sua prima vittoria con una Ferrari.
E quando una sua auto ti sfreccia vicino in autostrada o chissà dove e quel nome ti salta inevitabilmente nella testa tutta quell’energia e quella potenza e quell’umanità e quel dolore e quella tristezza e quella gioia ti esplodono dentro non puoi che trattenere a stento l’euforia e sorridere. Perchè il tuo è un piccolo cuore che si è appena riacceso illuminandosi di una passione come quella che tanti altri custodiscono nei propri sparsi per il mondo.

Ferrari se ne andò 25 anni fa in silenzio, come lui aveva voluto e oggi lo ricordo con una delle sue citazioni, quella che amo più di tutte perchè sprona a fare sempre meglio e a criticarsi, di credere sempre in qualcosa di più bello e importante. E andare avanti, sempre.

“Spesso mi chiedono quale sia stata la vittoria più importante di un’autovettura della mia fabbrica e io rispondo sempre così: la vittoria più importante sarà la prossima.

[Enzo Ferrari]