Ho provato a capire, e ho capito solo che avrei dovuto ancora sopportare. Ho provato a parlare, ma le mie parole si sono rese conto di andare incontro ad altre che credevano già di sapere, invece che ascoltare. Dicesi giudicare. Ho provato a difendermi e la tempesta allora ha alzato di più la voce e ho chiuso di nuovo gli occhi mentre mi bagnava il viso. Ho provato a scappare, ma mi avevano già vista. Figurarsi il tentativo di nascondermi come è andato. Poi ho capito che i sorrisi non possono che nascere da dentro se stessi. E che bisogna prendersene cura. Con calma, per conto proprio. Perché appunto, se proprio si tratta di scegliere allora preferisco volare.
Giorno: 4 luglio 2014
Aria
Ho sempre, sempre pensato che se fossi una musica, sarei questa. Non so perché. Chiudendo gli occhi e ascoltandola riesco a ritrovarmi. Aria. Per respirare. Profondamente, ossigenando i pensieri. Per sentirmi leggera lasciando andare quelli negativi, vecchi, consumati e inutili. Leggera e quindi serena, libera.
Libera da quel senso di disagio che si ferma alla gola, delle volte, come un respiro trattenuto troppo a lungo.
Libera come un silenzio scritto con le dita su un vetro.
Libera di viaggiare nell’aria, come musica. Di sentirmi musica. E di correre più veloce di un sogno per aspettarlo al traguardo con un sorriso e tranquillizzarlo, che in fondo è andata bene, ci siamo ritrovati.
Aria.