Io Mi Chiedo Questo

I giornalisti e tutti quelli che si occupano di media danno risposte in genere e, soprattutto, cercano domande. Le cercano negli sguardi delle persone, nella loro rabbia, nei gesti. Colgono impressioni e sguardi. Dei più, il cui sguardo cupo è riflesso, rimbalzato dagli occhi di altri e le cui parole sono copiate, riassunte e rimescolate con qualche emozione del momento, ma propria. Allora senza badare a troppi particolari dal tutto se ne cava una sola domanda più grande. Ed una sola, si spera abbastanza esaustiva, risposta. Anzi no, due. Due campane. Due aspetti contrapposti, due schieramenti, due punti di vista, due persone, due ragazzi, due esseri umani, due famiglie, due dolori, due silenzi urlati senza troppo rispetto, due età entrambe minori della mia. E poi, le stesse paure. E la reale possibilità che diventino fatti sui quali combattere con le parole battaglie davvero molto più lunghe di quelle che invece in pochi istanti si decidono e decretano un sopravvissuto, da una parte o dall’altra, in un tempo insufficiente per pensare.

Questa mattina ho sentito uno di quelli che si occupano di media dire che la mia è una città particolarmente difficile. In un moto di rabbia ho iniziato a pensare alle parole che ho scritto prima e poi alle mie domande.

Perché deve esistere per forza nell’immaginario collettivo una città più difficile di altre, il che non è assolutamente vero?

Perché deve esistere una sola grande domanda e non tante altre sfaccettature che meriterebbero e tanto di essere svelate e urlate un po’ allo stesso modo?

Perché devono esistere dei mostri e non qualche esame di coscienza in più, pesi e misure sfalsati e non umanità per chi, quando capita si trovi dall’altro lato, non suscita nemmeno un minimo di emozione in tutte quelle persone che dimostrano così platealmente di averlo davvero un cuore?

Perché c’è il bisogno impellente di generalizzare sempre su tutto e tutti? Che poi da qui nasce infine la necessità di difendere il lavoro di tutti per il gesto di uno, o la serietà di una città per gli errori di un altro, un out-out così stretto che non lascia spiraglio alla difesa di una cosa ancora più importante, per me, il diritto di tutti a non dover più sentire soltanto tutta una serie di piagnistei e ad una ricerca molto più seria, concreta e razionale della verità.

20 pensieri su “Io Mi Chiedo Questo

    • Infatti ed è questo che mi fa rabbia perché proiettano un’immagine che non è veritiera. Dovrebbero fare il loro lavoro e fare informazione impersonale senza il rischio di far passare altro che non siano i fatti. Così si alimentano pregiudizi e malumori. Buona giornata a te!

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  1. Perché è molto più facile rifugiarsi nei soliti e ormai stupidi luoghi comuni piuttosto che ricercare e verificare la realtà delle cose, che ai giornalisti sinceramente, poco importa!Buona giornata 🙂

    Date: Tue, 9 Sep 2014 22:57:23 +0000
    To: silvia-1959@live.it

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  2. La verità è che oggi cercano lo scoop, l’esclusiva, lo share più di ogni altra cosa al mondo.. E non importa se devono generalizzare, ferire verbalmente qualcuno, cadere nei solito luoghi comuni..
    L’audience è diventato il fine ultimo..
    Ecco perché a volte mi vergogno quasi di essere giornalista..

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    • Il vero problema infatti sono tutti i programmi che fanno da corredo all’informazione vera e propria che lasciano condurre a giornalisti che al di fuori del tg puntano al ruolo di showman. La cosa curiosa è che una volta lo scopo della tv era unire un paese troppo diviso, adesso dividono apposta per aver ciò di cui parlare ancora…
      Il giornalismo vero è ben altro e l’importante è che tu ci creda 🙂

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  3. Mi piace molto l’argomento di questo post, che mi sta molto a cuore.. ne ho parlato diverse volte anche nel mio vecchio blog perchè io sono fermamente convinto che molti dei problemi di questo paese siano in buona parte dovuti dalla morte (ventennale ormai) del giornalismo.

    E con questo non voglio dire che in Italia non ci siano più giornalisti bravi, ma che non ci sia più la possibilità di porli nelle condizioni di fare il loro lavoro.

    Hai mai visto Good Night and Good Luck oppure Quinto potere???

    La notizia non è lo scopo primario dell’informazione, tutti i media e gli organi di informazione sono sostenuti dalla pubblicità che a sua volta si alimenta sui grandi numeri.. più persone sono soggette al bombardamento di ciò che si vuole “vendere” più la notizia funziona. E come fare a cogliere i grandi numeri?? Lusso, sesso, morte, dramma, lacrime, tragedie…

    Se l’informazione avesse come primo scopo informare e come riscontro creare o distruggere, probabilmente il senso di molte delle nostre giornate sarebbe diverso ma anche qui interviene un altro fattore determinante, il tempo… non si ha tempo da dedicare ..

    Non so quale sia la città dove vivi però di certo posso pensare che esistano città più pericolose di altre, ma anche in questo caso si tratta semplicemente di grandi numeri o di tempo… perchè ad esser pericolose sono le persone e non le città…

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    • Di sicuro in certe città c’è meno delinquenza che in altre, ma se andiamo a guardare città della stessa grandezza e importanza, come dici tu in relazione ai grandi numeri tutte queste differenze non ci sono… Ogni città ha la sua serie di problemi, forse in qualcuna è più facile nasconderli, in altri è più facile sbandierarli e dare una cattiva immagine di chi ci vive. Nel caso in questione, Napoli.
      Non ho visto i film che dici… comunque sono d’accordo con ciò che dici, il meccanismo è quello e mi sta bene se si parla di varietà, cinema o cos’altro, ma se si parla di informazione la componente “spettacolo” dovrebbe essere di gran lunga contenuta, perché ad interessare dovrebbe essere la verità e non i teatrini da soap-opera di basso livello.

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      • e invece hanno comprato il nostro interesse abbassando i costi dell’elettronica e dei servizi informatici… bombardandoci di cose inutili che possiamo permetterci hanno spostato l’attenzione, tutto secondo il piano.

        Su Napoli, come potrebbe essere per Roma, io da tempo penso che il più grande “problema” italiano risieda a Milano… ma questo è solo il mio misero pensiero…

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      • Delle piattaforme se ne può fare un uso oculato. Se poi si fa si che chi ne fa un uso sbagliato o esagerato si senta importante allora secondo me fallisce lo scopo per cui sono state create. Questo è il punto…
        Tutte grandi città… vorrei solo che nessuno si sentisse migliore di un altro, almeno questo…

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  4. generalizzano e parlano per frasi fatte e luoghi comuni per essere certi di parlare “Di tutto e quindi di Niente”, perchè niente cambi davvero in questo Paese meraviglioso, una volta in mano a poeti e pensatori , oggi in mano gente indegna …e mi fermo qui…ma ti comprendo perfettamente

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    • Infatti… e la mia è rabbia dovuta al fatto che tutto si riduce a dare l’immagine distorta di una città, che quando c’è un qualcosa di positivo tutti pensano sia un caso isolato, quando accade un evento negativo che è il caso isolato allora lo si prende come rappresentativo di una città intera. E questo discorso vale allo stesso modo per l’Italia…

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  5. Perché per far notizia ci vogliono risposte veloci e poche parole. Il problema che quell’unica definizione può influenzare il modo di sentire…. Come la classifica stilata da Il Sole 24 Ore delle città più felici d’Italia: su 300 ca, la mia città non appare neanche… appare solo una frazione… Risultato: ci rimani male perché in questo c’è il tentativo di rattristare qualcuno o di rattristare di più, chi triste già lo era….
    Mah….

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  6. Metti il dito nella piaga… E anche i commenti, quello di Erik in particolare sottoscriverei al volo, ma li condivido tutti.
    Dai media ormai mi sento preso costantemente in giro (se non addirittura per deficiente), pare di essere al Luna Park con le giostre, sei l’allocco da accattivare, da ipnotizzare a suon di luci psichedeliche, suoni, abbagli, suggestioni…
    Del resto basta vedere come vengono riferiti certi fatti di cui hai sufficiente conoscenza “tecnica”, diciamo così, per capire facilmente se chi ne parla lo fa con cognizione e soprattutto onestà, oppure sta montando una storia gonfiata e manipolata ad arte per fare fumo, lettori, audience, clic. La seconda ipotesi è tristemente la regola.

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