“… Potessimo Trovare Altri Sinonimi Del Bene.”

Un po’ di anni fa il mio professore di Geometria dell’università, mentre alcuni ragazzi ed io eravamo a ricevimento da lui nel suo ufficio per dei chiarimenti sui suoi esercizi, non ricordo bene perché, si riferì a noi come a delle meteore. In quanto tali avevamo incrociato le nostre scie e questo era il motivo per cui eravamo lì. Finito il corso, fatto l’esame, ognuno avrebbe continuato a viaggiare per conto proprio e quella breve magia sarebbe finita, la scia sparita al consumarsi dei piccoli frammenti di roccia ardenti.

Mi torna in mente quel momento ogni volta che mi capita di perdere qualcuno. Perdere nel senso che va via. Via, nel senso che non può o non gli interessa più far parte della mia vita.

L’idea che i rapporti tra le persone possano essere così labili mi spaventa. Faccio fatica a sopportarla. Eppure così come la similitudine delle meteore voleva far capire, le cose hanno una fine. I cerchi si chiudono e mettersi tra le due estremità provando ad impedir loro di congiungersi è soltanto un inutile sforzo. Una fatica immane e improduttiva e si rischia anzi di farsi molto male. Non c’è più nulla da dirsi e si interrompe per sempre quel flusso di pensieri e sentimenti che pur senza parole continuava a scorrere libero dall’una all’altra persona.

Mi è capitato di osservare diversi e bizzarri spettacoli di luce ultimamente. Alcune meteore fanno brevi virate per tornare su quella appena lasciata, bruciacchiandosi pure, altre continuano sistematicamente a mancarsi incrociando le rispettive scie su livelli sfalsati, altre ancora compiono percorsi che nel tempo diventano più simili ad orbite ellittiche poiché per anni non fanno che continuare a girare sempre intorno la stessa persona, aspettando di giungere al perigeo per depositare lì un po’ di nostalgia, prima di allontanarsi di nuovo. Ci sono meteore che si inseguono e non sempre si capisce se quella in testa stia scappando, alcune invece si danno il cambio alla guida, mentre una delle due riposa lasciandosi trascinare dalla scia dell’altra. Le più belle di tutte viaggiano in parallelo, indipendenti eppure abbastanza vicine da condividere il percorso e correggersi le traiettorie a vicenda quando serve, ben consapevoli che non esiste alcun epico traguardo chiamato per sempre, che pure mette timore, almeno quanto un incompreso mai più.

Il punto è che a me questa storia delle meteore mette solo tanta tristezza, così come le finte promesse e gli addii.

Voglio solo restare qui, in silenzio, a tracciare risposte con le dita sporche di cenere e capire come si fa a soffiarle via.

L’amore non esiste è un cliché di situazioni
tra due che non son buoni ad annusarsi come bestie
finché il muro di parole che hanno eretto
resterà ancora fra loro a rovinare tutto

L’amore non esiste è l’effetto prorompente
di dottrine moraliste sulle voglie della gente
è il più comodo rimedio alla paura
di non essere capaci a rimanere soli

L’amore non ha casa, non ha un’orbita terrestre
non risponde ai più banali meccanismi tra le forze,
è un assetto societario in conflitto d’interesse
l’amore non esiste… ma esistiamo io e te

e la nostra ribellione alla statistica
un’abbraccio per proteggerci dal vento
l’illusione di competere col tempo
Io non ho la religiosa accettazione della fine
potessimo trovare altri sinonimi del bene
l’amore non esiste, esistiamo io e te

L’amore se poi esiste è quest’idea di attaccamento
che ha l’uomo del mio tempo per le tante storie viste
non esiste fare i conti accontentarsi piano piano
di una vita mano nella mano
l’amore non esiste è un ingorgo della mente
di domande mal riposte e di risposte non convinte
vuoi tu prendere per sposo questa libera creatura
finché Dio l’avrà deciso o solamente finché dura?

Ma esistiamo io e te
e la nostra ribellione alla statistica
un abbraccio per proteggerci dal vento
l’illusione di competere col tempo
e non c’è letteratura che ci sappia raccontare
i numeri da soli non riescono a spiegare
l’amore non esiste, esistiamo io e te

21 pensieri su ““… Potessimo Trovare Altri Sinonimi Del Bene.”

  1. L’ amore come lo costruiscono le convenzioni e le parole spesso vuote, è vero, non esiste. Ma esiste l’amore che si sente e che lega le anime senza imporre loro dei vincoli. Ė un bellissimo scritto, il tuo… non è facile parlare di queste cose, ma tu ci riesci benissimo.

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  2. “Poiché nel simbolo della stella era apparsa una volta a Goethe la speranza che egli doveva nutrire per gli amanti. La frase, che per dirla con Hölderlin, contiene la cesura dell’opera, e in cui, mentre gli amanti abbracciano sigillati il loro destino, tutto si ferma, dice: “Come una stella cadente, la speranza passò sulle loro teste”. Ma essi non la vedono, e non si poteva dire più chiaramente che l’ultima speranza non è mai tale per chi la nutre, ma solo per quelli per cui è nutrita”.

    (Walter Benjamin, Saggio su “Le affinità elettive” di Goethe, contenuto in “Angelus Novus”, ed. Einaudi)

    Mi è venuta in mente leggendo, anche se non so se c’entri molto. Forse no, forse sì. 😀

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  3. MI piace molto Gazèino ma sull’amore insomma le teorie sono molte.
    Per me esiste nella misura in cui noi fino ad un certo punto, a quel punto preciso, ci crediamo poi viene sostituito (o no) da qualcosaltro di diverso ma sempre amore.

    sheracheserveviveresenncicrediamoalmenounpo’?

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    • Si concordo, possiamo continuare a crederci anche se quella persona se ne va, o smettere di farlo ancora stando insieme… e comunque esiste nella misura in cui è nostro e nessuno può toccarcelo.. poi le relazioni sono un’altra cosa 🙂

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  4. Capisco il dispiacere del distacco, del salutare qualcuno che forse non si rivedrà mai più ma se non fossimo così in movimento il mondo sarebbe di una noi mortale e tutto molto più scontato. Non credi??

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  5. Ragionando sul tuo post, è la seconda volta in pochi giorni che mi imbatto nel concetto di inizio e fine… non posso dire di non condividere quello che hai scritto o affermare che ciò che hai dipinto con le parole non sia vero…

    mi piace pensare però che non sia tutto li… che non sia l’unico modo di vedere la questione.. e già questo li per se mi impedisce di provare tristezza… quindi senza voler smentire ma in caso aggiungere a ciò che hai scritto ti porto il mio punto di vista con le mie piccole “variazioni sul tema”.

    Partendo dalle meteore, vero, vi siete incrociati le scie… ognuno proseguirà per la sua strada ma chi ha deciso/stabilito che questo procedere indichi la fine della magia?? fine è un punto senza ritorno uno stato nel cui nemmeno il tempo può alterarne la forma (e già questo di per se per me è impossibile almeno nei contorni del mondo “vita”).

    Chi ti dice che nel corso della tua vita, in un momento qualsiasi, per un motivo qualsiasi il tuo pensiero o il tuo ragionamento non si ricolleghi al momento della magia delle scie incrociate vissute al momento dell’università, che magari la risoluzione di un problema o il punto di vista positivo di una questione non derivi dal ripescaggio di una parola, di un pensiero, di una riflessione di quel momento??? e in questo senso, penso nessuno sia in grado di escluderne la possibilità a priori, di conseguenza quello che hai chiamato fine in realtà potrebbe essere solo un cambiamento di stato… la fine non esiste se non siamo noi a darle forma e a credere nella sua sostanza, però di fatto io sono fermamente convinto che non esista… è spesso credo sia solo il nostro modo per non sforzarci di leggere/vedere/sentire qualcosa che non ci si presenta come siamo abituati a vederla, come avremmo desiderio di viverla, ecco che la nostra mente “viziatina” e maniaca del controllo tende a non accettare qualcosa che non ha la forma da lei attesa, e la chiama fine.. così per non gestirla…. 🙂

    Così nei rapporti con le persone, le persone che sono state importanti non si perdono, quello che è stato veramente importante resta, piuttosto siamo noi a volerlo cancellare semplicemente perchè non ha più la stessa forma, non è più sotto la nostra ipotetica governabilità… scritti, poesie, immagini, disegni esistono da prima che esista la parola.. e sono frutto del fatto che non si perde l’estratto, il succo, l’essenza… si può perdere la forma ma più che altro secondo me è la dipendenza intellettiva che non è in grado di gestire lo stato a lei conosciuto e che si rifiuta di volerlo modificare…

    le cose cambiano e spesso questi cambiamenti non sono governabili o completamente sotto la nostra gestione, noi tutti cambiamo nel corso del tempo e molto spesso i nostri cambiamenti sono conseguenze… non accettare che lo stato delle cose cambi è come volere che ci sia sole per 4 mesi o pioggia per altri 4… con la sola differenza che secoli di storia e di vita su questo pianeta ci hanno portato ad accettare che non possiamo comandare il tempo, mentre ci portano ad accettare molto meno che non possiamo comandare ne la vita del prossimo ne tanto meno la nostra.

    Per me l’errore non è la promessa, ma il fatto di chiederla… chi è in grado oggi di garantire in modo più assoluto per il suo domani???

    Ci è mai capitato di cambiare modo di vedere e pensare riguardo una questione?? magari da ragazzi pensavamo che e poi con il passare del tempo abbiamo rivisto le nostre convinzioni…
    Questo vuol forse dire che eravamo dei bugiardi o stupidi prima e bravi poi, viceversa, oppure semplicemente che nel corso del tempo cambiamo in base alle esperienze e conoscenze che facciamo nella vita?
    E che cambiare modo di vedere le cose vuol dire tradire o essere persone di cui non ci si può fidare o semplicemente può voler dire che si considerano aspetti che prima si tralasciavano o che si comprendono cose che prima non si comprendevano?

    Perchè abbiamo questo bisogno assoluto di pianificare il tempo, quando esso stesso dipende anche da eventi che non possiamo gestire???

    Concludo, che come al solito son già troppo logorroico, sul cerchio….

    è vero i cerchi si chiudono e mettersi all’estremità non ha senso… ma il fatto che il cerchio si chiuda rende immateriale la sua circonferenza, il suo raggio, il suo interno e il suo esterno, il cerchio si chiude, ma esiste ancora… esisterà sempre così come esisterà tutto ciò che c’è attorno e tutto ciò che era prima di essere cerchio… una curva, una retta, due punti… quando si chiude non sparisce, non si annulla… si trasforma…

    e se lo guardi da vicino e analizzi solo un tratto quel cerchio è una curva, se ingrandisci ancora è un insieme di punti, forse una retta, forse un punto solo, magari non sai nemmeno che è un cerchio… la fine del cerchio però, come l’inzio, se non l’hai disegnato tu… non esiste…

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    • Prima di tutto grazie per questo commento, sei stato molto chiaro e mi ritrovo in tutto quello che dici… Anzi io la penso come te o meglio, la penso come te quando mi sento in equilibrio e a posto con il mondo e le emozioni forti hanno ormai lasciato il posto alla consapevolezza, i pezzetti si sono riuniti in un unico grande quadro e non resta che guardarlo di tanto in tanto facendo visita ai ricordi. Come dicevo a Niphus anche, così sul momento ciò che provo io è tristezza. Quella persona andandosene lascia un vuoto enorme e non ci riesco ad essere subito così razionale, così pronta ad archiviare tutto e metterla lì insieme a tutti gli altri che se ne sono andati a cui ormai penso raramente e comunque in maniera affettuosa perché appunto come dici tu da qualche parte la magia dell’essersi incontrati resta da qualche parte e io le cose belle tendo a ricordarle, anche più del momento in cui senza neanche salutare mi hanno voltato le spalle per andarsene via.
      Ma ci vuole tempo …
      Per quanto mi piacciono le cose definite e chiare, a me non piace disegnare “la fine” delle cose, non lo sopporto. Accade però che qualcuno con il suo comportamento vuol farti capire proprio che è finita e non devi più riavvicinarti anche se ti manca ma sembra ormai risoluto a metterti da parte perché così è e tu non puoi dire o fare niente per fargli cambiare idea. Allora che fai? Per sopportare tutto ciò non devi almeno sforzarti a riconoscere ciò che è ovvio? Come si può andare avanti altrimenti?
      Hai ragione quando dici che le cose cambiano e noi poiché non sono ciò che vogliamo le decretiamo come “fine” mentre invece si sono trasformate in qualcos’altro. Ti assicuro che con certe persone però questa possibilità non è esistita e non esiste tuttora, non c’è più nulla in comune e da condividere.

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      • Ovviamente io sono seduto su una poltrona di velluto quando commento ed emotivamente molto sereno, di conseguenza i miei pensieri non tengono conto di terremoti emotivi e appunto vanno presi per quel che sono…

        concordo pure io con tutto ciò che hai scritto e ti dico anche fortunatamente perchè se tu o chiunque altro fosse subito equilibrato e in grado di ragionare “a biglie ferme” in questo modo probabilmente sarebbe incapace di vivere emozioni e sentimenti e altrettanto probabilmente non sarebbe nemmeno un essere umano….

        ovviamente il mio commento aveva un doppio fine:

        inserire un raggio di sole tra le nuvole e predisporre la mente a chiudere magari una porta ma non a considerarla per forza chiusa a chiave… tutto cambia… :)))))

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      • Si infatti, anzi io mi preoccuperei se qualcuno riuscisse ad essere così razionale in breve tempo…
        Diciamo che il raggio di sole mi è arrivato e oggi ne avevo bisogno 🙂 grazie mille, parlarne mi fa stare meglio

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      • beh, a me fa star bene sentire di esser in qualche modo un pò utile… quindi è stato uno scambio in piena regola!!! 🙂 daltronde si sà…. “non può piovere per sempre”

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