I(n)spirare

ildubbio

Sicuramente esistono tanti altri modi di vivere. Spesso mi perdo ad osservarli nei gesti, nelle parole e nelle decisioni degli altri. Mi chiedo cos’è che li anima, cosa li spinge verso l’attimo successivo, cosa li fa sentire vivi.

Cosa li ispira.

In questo periodo mi sento come se volassi a vista, i comandi automatici dell’aereo sono tutti scassati e mi tocca regolare i parametri a mano, il che sarebbe pure divertente se non fosse per il fatto che avrei bisogno di concentrarmi su altro e posso solo immaginare come si possa star bene a qualche centinaia di metri più su, potendo osservare il mondo dall’alto, ma per davvero, con il cuore che sussulta ad ogni vuoto d’aria, come se fosse innamorato. Diciamo che non è tanto male in fondo, rispetto all’evenienza di dover affrontare un’altra avaria, però manca qualcosa.

L’ispirazione, appunto.

Uno spunto, un’idea folle, un amore, una scia di polvere luminosa che ti passa accanto chiedendoti di saltare a bordo senza pensarci troppo e senza osservarla con troppa attenzione perché finirebbe per spegnersi e depositarsi al suolo come tanta altra comunissima polvere. Mi son guardata indietro e mi sono resa conto che ho sempre viaggiato in avanti nel tempo così. Credo di non saperlo fare diversamente. Cerco un guizzo, un’idea sfuggita ad un incubo, una nuvola che attutisce i passi.

No, non la si può cercare, non consciamente. L’ispirazione capita. Si mette di traverso sulla tua strada all’improvviso e hai solo pochi istanti per decidere se seguirla o no e il punto non è tanto il come e il quando questo accade, ma è proprio la mancanza di voglia e di spirito da parte delle persone di prendere quello spunto e farlo proprio, metterlo negli ingranaggi della propria giornata e farlo funzionare. All’ispirazione non è che si può dire aspetta che c’ho da fare, magari più tardi. Quella s’offende. Se ne va. Torna a vagabondare tra i cuori persi, alla ricerca di quello giusto che possa accoglierla. Alla lunga finisce per sbiadirsi, come una passione pallida per l’insoddisfazione.

Così da un lato c’erano persone troppo impegnate a vivere, dall’altro osservavo quei fantasmi di creatività stanchi e davvero non sono riuscita a capire. Si fa più caso alle ispirazioni?

Io per il momento mi tengo stretta l’ultima che ho trovato, sperando che non si esaurisca troppo in fretta.

 

Ventisei

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“E così son passato davanti ai ragazzi a notte fonda

con le loro bottiglie sulle soglie delle porte

E son passato davanti a quegli uomini d’affari

che dormivano come bambini nelle loro auto

E ho pensato che davvero ci si può perdere in più di un modo,

ma ho come la sensazione che è molto più divertente

del sapere esattamente dov’è che si sta andando

Come una pietra portata sulla spiaggia

o una barca che attraversa il mare

Ecco, io continuerò a camminare

Finché troverò quel vecchio amore

O quel vecchio amore troverà me.”

 

ComeDiari #6 Legger(s)i Tra Le Nuvole

Daniela-Volpari-Con-la-testa-fra-le-nuvole

Bisogna arrendersi all’evidenza, dicevo. Solo che poi dipende da cosa vedono i tuoi occhi.

Cosa fai quando i sentimenti ritrovano la strada che avevi chiuso per rabbia?

Niente.

Li lasci passare.

Scorrono sulle guance. 

Esplodono in coriandoli di parole.

Provvedi a rimetterle insieme in modo che formino un senso compiuto, almeno. 

Ti senti un po’ felice quando capisci che osservate entrambi la stessa nuvola, anche se siete sotto due cieli diversi. Che la stessa luna la vedono tutti, una ce n’è e non appartiene a nessuno, neanche a quelli che si fregiano di averla rubata o di averne comprato un pezzo. Per le nuvole è diverso, quelle cambiano forma, muoiono e rinascono, viaggiano, piangono o, qualche volta, ti confortano. Tutti ne abbiamo, sono quelle con cui giochiamo di notte, quando non riusciamo a prender sonno e sulla luna già non c’è più posto. Quindi, diventa una questione di comprendere fino in fondo chi c’è davanti a te, di imparare a riconoscere le sue nuvole. 

Magari non si riesce subito, o non si vuole, o non si può, o semplicemente non ne è il momento ancora.

Poi, però, non c’è niente di più evidente. Ed è così speciale che non si può descrivere. 

Finalmente puoi arrenderti. 

Puoi amare.

Puoi andare avanti.

 

picture by danielavolpari.blogspot.it

Giochi Di Equilibri (di Nash) Tra Vicini (di Casa e di Stato)

Prendiamo un gruppo di persone. Diciamo che abbiano tutte uno stesso obiettivo da raggiungere e siano in competizione tra loro. Nel 1949 il famoso matematico John Nash dimostrò, chissà se nel modo in cui viene mostrato nel film A Beautiful Mind o no, come fosse incompleto affermare che, secondo le teorie dell’economista Adam Smith, il miglior risultato è quello raggiunto quando ogni persona del gruppo agisce per fatti propri pensando solo al proprio benessere. Per raggiungere davvero il miglior risultato, la miglior soluzione del problema, ogni componente dovrebbe invece agire facendo ciò che è più giusto sia per sé che per gli altri, non ostacolandosi ma raggiungendo così un’equilibrio in cui ciascuno ottiene i benefici desiderati.

Una cosa del genere presuppone che di fondo ci sia collaborazione, pur essendo una teoria che si applica ai ‘giochi non cooperativi’, ovvero in situazioni in cui le persone non si alleano spontaneamente in quanto esistono comunque delle rivalità tra le varie parti.

Eppure, ecco, penso a quante situazioni si potrebbero risolvere in questo modo. Non si tratta di solidarietà e non c’entrano questioni morali. Si parla di benefici quantificabili, di payoffs, di operare ricercando il proprio bene tenendo conto di cosa faranno gli altri per ottenere il proprio.

 Sono sempre stata affascinata dalla teoria dei giochi, anche se non ho ancora grandi conoscenze a riguardo e mentre facevo delle ricerche ho trovato interessanti articoli che parlavano dell’equilibrio di Nash e della questione greca. Solo uno dei tanti casi in cui questa teoria è applicabile. Avrete sicuramente già sentito parlare del dilemma del prigioniero o del dilemma dei coniugi. Quest’ultimo è davvero interessante secondo me per quanto ci è vicino e può essere visto anche come il dilemma del fratelli, dei colleghi di lavoro o dei vicini di casa.

Mettiamo che ci siano due coniugi, A e B.

Mettiamo che ci siano da fare le pulizie in casa. I due decidono nello stesso momento cosa fare, singolarmente.
A pensa che se si mette a lavorare di certo l’altro andrà a riposarsi. B pensa la stessa cosa. A pensa che se va a riposarsi otterrà il suo beneficio e che B non lavorerà mai al posto suo per cui riposerà anche lui. B pensa la stessa cosa.

Risultato, nessuno pulisce casa. Si raggiunge l’equilibrio. Ad A non passa proprio per la testa di alzarsi dal divano, non ha nessun incentivo a farlo finché non ne ha uno anche B. Questo gioco, a differenza del dilemma del prigioniero però, si ripete. Infatti la casa sporca era e sporca resta, il lavoro deve essere fatto per cui295-copia tutta la serie di strategie viene rivalutata. Sia A che B vogliono che la casa sia pulita e nessuno dei due vuol finire per fare tutto il lavoro da solo (ecco si, perché l’ipotesi è che i giocatori siano razionali per cui non esiste né maschilismo né alcuna crociata femminista in atto) e soprattutto non vogliono creare alcun precedente o ‘regola’ per cui uno soltanto dei due farà le pulizie per sempre, per cui scelgono di cooperare. A e B scelgono di aiutarsi a vicenda dividendosi il lavoro sapendo che finiranno prima così e potranno riposare entrambi.

Non è utopia, non è fantasia, solo matematica.

Oggi pensavo che tutte queste belle cose gli economisti europei le sanno molto bene, o dovrebbero e che mentre i capi di Stato perdono tempo a sbirciarsi con la coda dell’occhio per sapere chi tra loro deciderà di muovere il culo per primo per andare a riaprire i confini, centinaia di migliaia di persone stanno ancora lì, sulle banchine delle stazioni, sperando che il loro gioco possa finalmente finire presto. Poi sento i vicini che litigano perché le foglie dell’albero di uno finiscono puntualmente nel cortile dell’altro e mi rendo conto che l’ipotesi che i giocatori siano razionali sia molto, molto più azzardata di quanto si pensi.

picture by http://www.silviaziche.com/

Mega Post ‘Giocoso’ #2

Un secondo mega post ‘giocoso’ per partecipare ad un po’ di tag in cui mi avete nominata, tardi ma… ci sono 🙂 Farò meno nomine di quelle previste, purtroppo, per mancanza di tempo. Dunque…

THE CLASSIC BOOK TAG

Grazie a Libri Di. Cioccolato per avermi nominata al The classic book Tag che consiste nel rispondere alle seguenti domande, premetto che ho già parlato molto in passato dei miei libri preferiti per cui perdonate, nel caso, qualche ripetizione:

  • An overhyped classic you really didn’t like
    Un classico celebre sopravvalutato che proprio non ti è piaciuto

Forse Robinson Crusoe … Non ne ho un gran ricordo, anche se più che per il libro potrebbe essere per il fatto che l’ho letto da piccola.

  • Favorite time period to read about
    Epoca storica preferita

Sono indecisa… Credo che mi sarebbe piaciuto vivere nel periodo del secondo dopoguerra, magari negli USA, tra le splendide pubblicità che ora chiamiamo vintage della Coca-Cola e la speranza che da lì non si poteva che migliorare in termini di benessere e aspettative sul futuro.

  • Favorite fairy-tale
    Favola preferita

Indecisa pure su questa… Forse sono più affezionata a Biancaneve perché quando avevo otto anni la interpretai in una sfilata di Carnevale… Ce la vedete voi una Biancaneve bionda e con gli occhi chiari? 😀 No, ecco, eppure fui scelta e mi fidanzai (per 15 giorni) con il Principe Azzurro, che poi mi lasciò per un’altra…

  • What is the most embarrassed classic you haven’t read yet
    Qual è il classico che ti vergogni di non aver ancora letto

Uno, nessuno e centomila di Pirandello. Ne parlai già, arrivai a pagina dieci e lo richiusi, non ero nel mood adatto xD

  • Top 5 classics you would like to read (soon)
    Top 5 dei classici che vorresti leggere (prossimamente)

Cinque?! Uno sconticino?

Diciamo che vorrei leggere qualcosa di Calvino e di letteratura inglese, ancora non ho scelto però…

  • Favorite modern book/series based on a classic
    Serie o libro preferito basato su un classico

Ehm… Posso indicare una serie tv? Direi Once Upon A Time, la serie basata sui classici… Disney.

Ok, vabé ho stravolto la domanda, però datemela per buona!

  • Favorite movie version/tv-series based on a classic
    Adattamento televisivo / cinematografico preferito basato su un classico

La fabbrica di cioccolato, film tratto dall’omonimo libro. Indico sia quello con Johnny Depp che il più vecchio, mi sono piaciuti entrambi…

  • Worst classic to movie
    Peggior adattamento televisivo / cinematografico

Il racconto dei racconti, tratto da Lo cunto de li cunti di Basile, ho già abbondantemente espresso il mio parere a riguardo in un post!

  • Favorite edition(s) you’d like to collect more classics from
    Edizioni preferite di classici che vorresti collezionare

Non mi sono mai fatta problemi sulle edizioni dei libri, ho sempre scelto dalla copertina che mi piaceva di più al momento, per cui non saprei dire…

  • An underhyped classic you’d recommend to everyone
    Un classico sottovalutato che consiglieresti

Direi che si dovrebbe riscoprire lo Sherlock Holmes dei libri e mettere un po’ da parte quei pazzoidi a lui ispirati su cui stanno girando serie su serie di telefilm… Ve lo assicuro, è tutta un’altra cosa.

Per questo tag nomino:

ilperdilibri

Anubi

Dora Buonfino

IL TAG DEI DESIDERI

desideri

Le regole sono:

  • Usa l’immagine del Tag e esprimi tre desideri
  • Cita il creatore del tag: Racconti dal passato
  • Ringrazia chi ti ha nominato
  • Nomina almeno 5 o più blog

Grazie a rossellasindona per la nomina al Tag dei desideri, ideato dal blog Racconti dal passato.

E’ difficile scegliere tre desideri, forse sono troppi o troppo pochi, ci sono quelli realizzabili e quelli assolutamente fantasiosi… Ci provo:

  1. Ehm.. Trovare il mio equilibrio. Uno stabile, che regge ai carichi imprevisti, che ha bisogno di una revisione ogni tanto, ma che non mi abbandoni, ecco.
  2. Imparare a riconoscere le stelle.
  3. Viaggiare, tanto.

Lo sapevo io che ne veniva fuori la lista dei buoni propositi per il nuovo anno, ma niente, più di così non riesco 😀 Passiamo alle nomine:

avvocatolo

il cielo è blu sopra le nuvole

On Rainy Days

 

BLOGGER RECOGNITION AWARD

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Grazie a Violeta Dyli per la nomina al Blogger Recognition Award, le cui regole sono:

  • Nominare 15 blog e avvisarli
  • Scrivere un post per mostrare il vostro premio! Scrivere una breve storia di come è cominciato il tuo blog, e dare uno o più consigli ai nuovi blogger.
  • Ringraziare la persona che ti ha nominato.

La ‘storia’ del mio blog molti di voi la sanno già a memoria, per cui abbrevio dicendo che questo spazio virtuale nasce otto anni fa con l’intento di ‘collezionare’ tutto ciò che più mi piaceva, cose viste e sentite, immaginate e sperate. Pian piano ho fatto sempre più posto alle mie idee, ai miei sentimenti iniziando a scrivere di mio pugno e descrivendo il mondo così come lo vedo io.

Infatti io credo che un blogger sia… Un blogger. Non è uno scrittore, un giornalista, non si possono attribuire altri appellativi a meno che quella persona non abbia scritto un libro, o lavori per un giornale (troppo generico si, ma avete capito il senso). Il blog è una cosa a parte, che poi può essere usato per scopi letterari, giornalistici o altri ancora, è un altro conto. Qui su questi spazi virtuali siamo bloggers e parliamo del mondo, quello interiore, quello che ci circonda, oppure confondiamo l’uno nell’altro e inventiamo nuovi modi per definire i confini tra i due. La mia esperienza qui mi ha insegnato un sacco di cose su di me e alle volte qualcuno si è ritrovato nelle mie parole, scoprendo qualcosa di sé. Poi per quanto un blog somigli al ‘padrone’ bisogna ricordarsi che siamo anche un altro milione di cose al di fuori di esso, per quanto mettiamo noi stessi qui dentro è sbagliato credere che sia tutto qui e dimenticare di mettersi in discussione, provare qualcosa di nuovo, scrivere qualcosa di diverso ogni tanto. Il blog da’ la possibilità unica di mettere nero su bianco cose di cui non potremo parlare con nessun altro e di esprimere se stessi nel modo che si trova più congeniale alla propria natura. Il blog per me è tutto questo e ho di certo molto altro da scoprire ancora…

Per questo tag nomino:

Laura

Un caffè sotto il mare

Erik