No, quello era un altro film. Comunque…
Bloggers! A onor di cronaca riporto che l’emozione che ha ricevuto più voti nel sondaggio proposto la settimana scorsa ‘Di che emozione sei?’ è … Gioia!
Applausi in sottofondo.
Sembrerà banale dirlo, ma, ecco, non me l’aspettavo. Ho deciso di proporre il sondaggio per pura curiosità, per cercare di cogliere un mood e, certo, non si possono ricavare chissà quali considerazioni da un campione così piccolo, ma mi ha sorpresa il fatto che la maggioranza si sia espressa a favore dell’essere positivi e propositivi, nonostante tutto.
A parte questo volevo approfittare del post per mettere in evidenza due o tre riflessioni interessanti che mi avete proposto proprio voi nei commenti.
Prima di tutto, mi ha colpita molto il fatto che diversi di voi hanno davvero scelto Gioia, pur riconoscendo che in fondo non aveva un gran margine su Tristezza, di cui avete comunque riconosciuto il valore. Ovvio che le due emozioni si accompagnano e coesistono, eppure qualcosa ha fatto pendere l’ago della bilancia più a favore della prima. Quel qualcosa non ho capito cos’è. Abbiamo provato a rifletterci e ne è uscito fuori che, forse, si tratta del modo in cui ci si percepisce e basta. Inoltre Tristezza è stata accostata alla saggezza, trattandosi di un sentimento profondo che non si ferma all’apparenza delle cose, ma le indaga e le studia; mi lascia perplessa però identificare lo studio come un’attività ‘triste’. Non credo che lo sia.
Qualcuno di voi ha fatto notare che in effetti non dovrebbe esserci un’emozione predominante, in quanto tutte possono susseguirsi anche nel corso della stessa giornata e quindi sceglierne una è impossibile. In realtà non sarebbe nemmeno ‘giusto’ perché si finirebbe per appiccicarsi addosso uno stato d’animo rifugio, che fungerebbe da alibi per i nostri comportamenti e decisioni. Come a dire io son fatto/a così e amen. Purtroppo questa è una cosa che riscontro spesso, le persone si nascondono dietro un modo d’essere nato o causato da chissà-chi o chissà-cosa per cui tu, che ti ritrovi a tiro, devi pagarne le conseguenze. Nonostante io non sia in uno dei miei periodi migliori continuo a pensare che le persone, specie quelle amate, meritano il meglio di ciò che si è. A nessuno va rifilata la brutta copia sgualcita del nostro modo d’essere perché decisamente non c’entra niente. E’ difficile e sono la prima che davvero non riesce a fare i conti con tutto ciò, al momento, eppure dentro di me so che è così.
L’ultima considerazione riguarda la Rabbia come sentimento esplosivo e propulsivo che non ci rende cattivi ma soltanto, e per fortuna, capaci di reagire a ciò che non va, serve a tirarci fuori dalla pigrizia mentale e fisica. Vederla in questo senso è stata una sorta di scoperta 🙂
Grazie a tutti voi per aver partecipato 😉
trovo davvero bellissimo ( a livello di seme costruttivo da usare come consapevolezza per costruire una società migliore) quello che hai scritto nella seconda riflessione, quella sul sentimento rifugio… davvero emozionante come riflessione e come proiezione in una società che io voglio definire “migliore”….
il concetto base secondo me è che ognuno di noi può migliorarsi e dire io sono fatto così è il modo peggiore per non voler nemmeno provare a farlo… le negazioni a priori sono il nostro vietnam…
trovo molto interessante la terza dal punto di vista di “non l’avevo considerata mai così prima”.. quella sulla rabbia… che forse in un mondo di continue e palesi reali ingiustizie forse avrebbe a volte più ragioni di farsi sentire…
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Infatti Erik, è ovvio che ognuno di noi conosce i propri limiti, però ecco, magari ci sono cose che varrebbero la pena di essere vissute e invece ci si nega la possibilità a priori nascondendosi. Magari l’età e le esperienze fanno si che si perda la voglia di mettersi in gioco però… ci si perde anche un sacco di cose belle.
Come ho detto rispondendo a dei commenti nell’altro post io ho dovuto imparare ad esprimere la mia rabbia nel modo giusto, perché ecco, non sapevo farlo e questo è stato un ulteriore conferma che sono andata nella direzione giusta…
Rispondo anche per l’altro tuo commento… grazie perché le chiacchierate con te sono sempre ricche di spunti, e il tuo è un bel modo di fare blogging 🙂
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Sono io a ringraziare te per quello che hai scritto… nella parte finale…
sull’età e l’esperienze aggiungerei che purtroppo è vero e sarebbe bello invece portasse in direzione completamente opposta perchè infondo io credo che non ci sia un momento in cui non si possa più cambiare ma, come hai giustamente sottolineato, solo l’abitudine e forse rassegnazione a pensare che sia troppo tardi…
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Esattamente… adesso non so se è per la mia di età o carattere o cos’altro, ma voglio credere che certe cose siano possibili laddove tutti credono di no, il che mi fa buttare di testa in cose in cui non dovrei xD
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X quel che vale io applico lo stesso identico teorema, o lo stesso identico credo, con la sola differenza che so esattamente perche’…. Anzi anche con la differenza che nn penso mai che non dovrei. 😛
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Sul non dovrei si dovrebbe andare caso per caso, discorso lungo, comunque…
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Purtroppo i miei discorsi hanno spesso questo epilogo… :((( 🙂
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😀
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P.S. confesso che il risultato sorprende molto anche me.. in positivo ovviamente…
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Grazie a te cara Bloom, ti abbraccio, 🙂
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Un abbraccio forte a te Laura…
Buonanotte ❤
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Notte cara, ❤
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grazie te per aver proposto il sondaggio 😉
e Che gioia sia !
Un bacio,
Barbara
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Sai, è stata una bella lezione per me, che adesso ho così paura di non riuscire più ad essere positiva come vorrei…
un bacio anche a te 😉
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Mah, io aggiungerei anche un altro punto di vista, pur premettendo che in effetti il campione è da considerarsi non rappresentativo.
Nella società attuale, e nei mass emdia in particolare internet incluso, essere tristi o definirsi tali di fronte agli altri è sinonimo di ‘sfigato’ e di ‘perdente’ e le persone tendono a mascherare questo stato d’animo con una maschera di ‘gioia’ che in effetti a loro non appartiene.
Si telefona all’amica, si mette ‘like’ su Facebook, si ride alla battuta del collega, ci si fa lo spritz in compagnia, si va anche a farsi la birra, ma poi quando si rientra a casa molti si rendono conto di quanto sia tutto fasullo ed effimero. Quindi io ‘appaio’ pieno di gioia, ma in realtà ‘non è detto che sia triste’ ma certamente non sono nemmeno un gaudente.
La tristezza va mascherata, sempre.
La gioia no.
IMHO, of course
Ciao
K.
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Quello che dici tu penso sia il motivo per cui questo film ha avuto un così grande successo. Alla fine il messaggio è che della tristezza non ci si deve vergognare, anzi.
Nessuno è esente da quell’emozione, anche chi si sforza in tutti i modi di apparire pimpante ed estroverso e lo so perché ho imparato a capire che proprio loro sanno gestire meno di tutti la tristezza che portano dentro…
D’altro canto se non ci fossero persone che con più leggerezza sanno anche trascinarti a prendere uno spritz davvero sarebbe l’esagerazione opposta!
Io credo che qua nessuno deve vergognarsi né nascondersi e nemmeno fossilizzarsi in un mood soltanto.
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L’anonimato che più o meno internet ci concede, ci permette anche di essere più sinceri con noi stessi e con gli altri, proprio perché non ‘rischiamo’ il riconoscimento.
E proprio per questo motivo i pensieri di noi ‘blogger’ o commentatori occasionali conservano una genuinità che nel mondo reale talvolta viene mascherata.
Logico che anche a me, non voglio generalizzare, piace stare in compagnia. Ma non per questo (io non ho visto il film) mimetizzo la mia tristezza, che io amo proprio perché mi permette di cogliere alcuni aspetti della vita che una gioia superficiale non mi permetterebbe mai di notare.
Ma ripeto: non sono una persona noiosa/sfigata, tutt’altro! Esco e mi diverto come gli altri, e amo lo spritz con l’Aperol.
D’altronde sono di Padova, dove è nato lo spritz moderno: lo sapevi?
Ciao
K.
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No non lo sapevo 😀
L’anonimato fa si che ci si possa misurare con altri aspetti di noi stessi e questo l’ho sempre trovato molto positivo e ho imparato un sacco di cose su di me in questi anni… Anch’io sono come te e il mondo dei blog mi ha permesso di diventare più simile a me stessa 🙂
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“le persone, specie quelle amate, meritano il meglio di ciò che si è. A nessuno va rifilata la brutta copia sgualcita del nostro modo d’essere”
Questa tua frase del post la trovo davvero da incorniciare…mi piace moltissimo!
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Grazie Gigi 🙂
Ci credo moltissimo nonostante sia così difficile da mettere in pratica, forse perché ho spesso incontrato persone troppo deluse e disilluse.. Per contro, visto che spesso evito di mostrarmi così le persone credono che io sia tanto angelica e perfetta e si allontanano sentendosi inadeguate. Dovrei iniziare a lamentarmi più spesso!
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Non farlo mai! Non lamentarti mai con gli altri. Io quando sono un po’ giù mi rinchiudo e faccio passare la tempesta da solo… non forzo la mia immagine per apparire ciò che non sono…semplicemente aspetto di essere più ben disposto per dare agli altri quello che meritano… 😉
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È bello questo…
Poi basta ripararsi dalle lamentele altrui!
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L’emozione rifugio e i conseguenti comportamenti che negli anni gli abbiamo strutturato addosso sono comodi stereotipi con una loro utlità per la nostra sopravvivenza, non biasimiamoli troppo…
Mi aspettavo di più dalla rabbia. In questi tempi rumorosi e chiassosi ha molti sostenitori assieme alla sua genitrice, la cattiveria, e nel linguaggio comune (sport, motivatori di personale etc) è diventata estremamente trendy.
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Ti aspettavi di più dall’idea che ne viene data dal film o riguardo i commenti al post?
Riguardo l’emozione rifugio, appunto, è un rifugio. Ci aiuta a sopravvivere da un lato, ci impedisce di vivere davvero dall’altro… Bisognerebbe sempre avere il coraggio di mettere la testa fuori ogni tanto e rischiare..
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Pensavo che la rabbia fosse più gettonata.
Sulle tempeste … a volte si vivono tempeste tali che uscire dal rifugio è vivamente sconsigliato…un po’ come quando la capitaneria di porto dissuade i pescherecci dalla navigazione eheh
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In effetti pensavo anch’io che il periodo che stiamo vivendo avrebbe influenzato le scelte in quel senso. O almeno verso la tristezza o il disgusto. Invece per fortuna non è stato così!
Durante la tempesta si.. ma le persone rinunciano proprio al sole, che è diverso..
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