Immancabilmente quando mi capita di avere soltanto delle uova in frigo io penso a Maggie.
Maggie non era stronza. Maggie era solo indecisa e soprattutto aveva una gran paura di lasciarsi andare. Questa cosa, in una delle scene che preferisco di Se scappi ti sposo, viene scoperta dall’uomo che la ama davvero, il giornalista Ike Graham quando indaga per scoprire il motivo per il quale lei scappa sistematicamente dall’altare a pochi minuti dall’inizio dei suoi matrimoni. Parlando con i suoi ex, infatti, viene a sapere che Maggie alla domanda come preferisci le uova aveva dato ad ognuno di loro risposte diverse perché non era mai riuscita a decidersi sul tipo di cottura che le piaceva di più. Da qui capisce che le sue fughe nascono dalla paura di deludere le persone che di volta in volta le capitano accanto, senza mai prima chiedersi cosa in realtà desideri davvero per sé, cosa possa renderla felice.
Alzi la mano chi ha visto il film e non si è mai posto, con una certa preoccupazione, la questione uova.
Non che la risposta abbia una vera attinenza con la vita sentimentale di ognuno di noi, ma più in generale mi sono accorta che non c’è poi tutta questa voglia di porsi delle domande. La parola indecisione si sta sbiadendo sullo sfondo di una non-necessità di scegliere. Oggi possiamo avere tutto, o al massimo, abbiamo tante possibilità diverse e nessun bisogno di prendere decisioni definitive. Tanto basta provare. Chi si prende la briga di scappare dall’altare quando ormai si può divorziare in fretta? Una coppia come un lavoro non è detto possano durare per sempre così come è stato per i miei nonni e genitori. Stiamo diventando un po’ tutti cultori del qui e adesso il che da un lato ci rende più versatili, cittadini del mondo con menti elastiche, pronti ad affrontare qualsiasi avversità, ha fatto si che si superassero schemi mentali chiusi e dannosi, dall’altro ha sparso abbastanza superficialità nelle nostre vite. Ci si può prendere la responsabilità di un ti amo limitata al tempo impiegato per pronunciarlo, che i sentimenti in realtà non abbiano scadenza breve come le emozioni è soltanto una piccola incongruenza non prevista.
Io nemmeno so bene in quale modo preferisco cucinare le uova, anzi, ho deciso che dipende dal momento, dalla voglia e dal tempo che ho e comunque continuerò a scappare da occhi come quelli di F. che non riescono a spalancare i miei più di tanto, perché al di là di ogni paura e indecisione non può esserci vera libertà se poi sono finte le farfalle nello stomaco.
Le uova sono buone in qualunque modo le cucini e hai ragione, non ci si puo’ sposare cosi’ tanto per farlo, ci vuole ben altro per fare un passo del genere, 🙂 il film l’ho visto tempo fa, e’ carino, baci cara, ti auguro una bellissima serata, ❤
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Ultimamente adoro le uova al purgatorio 😀
Grazie Laura, buona serata anche a te ❤
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😀 che buone, con il pomodoro, 😉 bacioni cara, ❤
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Non l’ho visto perché è un genere di film che dopo un po’ mi irrita…
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😀 come mai?
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Mi sembrano sempre tutti uguali ed il fatto che ci siano piú o meno sempre gli stessi attori non fa che aumentare questa sensazione…
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Vero, i protagonisti sono gli stessi di Pretty Woman e pure il finale è uguale, però diciamo che sono stati un po’ i primi del genere poi sono nati i vari “Se mi lasci ti cancello” e simili che in effetti hanno tirato un po’ per le lunghe la cosa…
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Se mi lasci ti cancello è abbastanza diverso, secondo me analizza la questione da un altro punto di vista.
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Non l’ho visto, sapevo solo della somiglianza tra i titoli in realtà… Mi metti curiosità 😀
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Prova a vederlo. È fantascientifico, fantastico, romantico. Non lasciarti ingannare dal titolo italiano.
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Effettivamente il titolo non fa pensare ad una cosa del genere 🙂 Lo vedrò
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È sempre la stessa storia dei titolistatori italiani che cambiano un titolo strano ma poetico in uno riduttivo ed ingannatore.
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Vero vero… delle stragi
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Terribili!
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Grande!
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😉 😉
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Trovo che questa tua intuizione/associazione, del non ci può essere vera libertà (quella che discende naturalmente dall’armonia) se sono finte le farfalle nello stomaco, sia l’essenza che spiega gran parte di questo difficile mondo delle relazioni umane.
Mi piace molto.
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Ti ringrazio
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Non ho visto il film, dunque parlo di uova.
Mi piacciono in ogni contesto e cucinate in qualsiasi modo.
Le adoro “in camicia” anche se non ci riesco mai a farle in modo perfetto.
Mai sentito “uova al purgatorio”; se puoi, mi dici come si fanno?
Ciao
K!
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In pratica sarebbero “affogate” in un sugo di pomodoro, ne prepari uno e alla fine ci butti un uovo o due e puoi lasciare i tuorli interi o romperli e mischiare tutto… Specie caldissimo è un piatto che di questi tempi è perfetto, te l’ho raccontata un po’ alla buona, per sicurezza leggi anche una ricetta 🙂 fammi sapere il risultato
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OK, ci proverò.
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Ti dirò che io le uova non le conservo in frigo, quando le acquisto non sono forse sullo scaffale a temperatura ambiente?
Quando ho soltanto delle uova in casa mi arrangio, in fondo è un cibo versatile che si presta ad essere cucinato in mille modi ed anche “al naturale” son sempre buone!
Non ho mai pensato però, in quel contesto, a Maggie e alla sua perenne intollerante decisione. Posso capire, fino a un certo punto, scappare una prima volta senza però arrivare col vestito all’altare eccheca…spita! Ragazza mia scappa prima non una, due, tre volte e sempre la stessa tiritera!
Ti abbraccio ♥
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Hahaah beh quello infatti era un caso proprio disperato e anche esasperato per divertimento 😀 Io preferisco scappare da subito per non trovarmi in situazioni imbarazzanti dopo anche se poi mi criticano su questo xD
Sulle uova effettivamente… non so perché le tengo in frigo, forse si è sempre fatto così da me per conservarle meglio.. mai avuto problemi?
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Mai avuto problemi a tenere le uova “all’aria”: ho una gallinella di ceramica che le contiene!
Quando si acquista un frigorifero nuovo è presente un portauova che elimino subito! 😉
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Davvero? Non ci ho mai provato…
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tralasciando il discorso uova-cucina io credo che il tutto dipenda in maniera eccessiva dal nostro vivere i giudizi siano essi auto formulati o derivati dall’opinione del prossimo.
Cioè, spesso la sicurezza viene determinata in maniera percentuale in base a quanti sono quelli che sinceramente o meno, approfonditamente o meno giudicano in modo positivo le nostre azioni o il nostro essere.. ( i mi piace di facebook sono l’esempio più banale ma significativo).
Aggiungo che spesso affrontiamo i giudizi altrui o formuliamo i nostri fuori tempo, infatti per ovvie ragioni giudichiamo spesso il passato, remoto o meno, con la consapevolezza del presente.. questo genera un problema di attendibilità del giudizio o quantomeno di inquinamento dell’obiettività.
L’indecisione viene mal sopportata ma allo stesso tempo spesso mal analizzata.. e il motivo principale è proprio quello che hai citato sopra “qui e adesso”… di fatto ho l’impressione che chi necessità del “qui e adesso” sia forse più indeciso di chi si sente dire dalla stessa persona di esserlo.
Il bisogno del giudizio altrui, delle aspettative del prossimo formano la nostra insicurezza che se da un lato vivendo in società e non come eremiti è comprensibile dall’altro ci porta inevitabilmente a vivere una vita dove il nostro essere più profondo sarà sovrastato (in dosi variabili) da quello delle persone che ci circondano.
E’ complicatissimo e non so se possa ipoteticamente essere positivo (e possibile) raggiungere equilibrio in questo caso..
alla fine di tutto non so se non sia vera libertà quella di voler o poter scappare…
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Il tuo punto di vista completa il pensiero, appunto ci reputiamo indecisi se calati in un contesto in cui ci sono altre persone che si aspettano anche indirettamente una nostra decisione e soprattutto se ci rapportiamo al tempo. Spesso siamo indecisi perché siamo stretti in un intervallo di tempo, tipo il cameriere aspetta e tu non sai quale pizza scegliere!
La libertà di cui parlo si riferisce alla possibilità di poter scegliere in ogni momento cosa è meglio per noi, istante per istante, senza badare a conseguenze e ad effetti a lungo termine. E’ la libertà che oggi tutti osannano e cercano perché, parliamoci chiaramente, significa non doversi prendere responsabilità rispetto alle proprie parole e azioni. Tutti sull’onda del -non posso sapere cosa accadrà domani o tra 5 minuti- si concentrano su qui e adesso per darsi il beneficio del dubbio, un alibi necessario oggi che tutto è così aleatorio e indeterminato, i PER SEMPRE dei nostri genitori e nonni quasi non esistono più. Più ci si sente indifesi rispetto a ciò, più ci si rinchiude nel -qui e adesso-.
In tutto questo la vera libertà io la vedo nell’imparare a distinguere ciò per cui vale la pena aspettare ed essere indecisi da ciò che va colto al volo, qui e adesso credo sia il corrispettivo moderno del carpe diem non del fai quello che cazzo ti pare.
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adoro questa parte che per me è un autentica filosofia di vita ” la vera libertà io la vedo nell’imparare a distinguere ciò per cui vale la pena aspettare ed essere indecisi”. C’è da dire rispetto ai PER SEMPRE, almeno per quel che mi riguarda che hanno poco senso e rispetto ai nostri genitori/nonni che in molti casi erano anche fasulli, fatti di abitudinarietà, di struttura o di paura/e… in questo senso anche in alcuni di quei casi c’è una forma di de-responsabilizzazione… anche vista in modo differente..
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Beh si c’era anche quello… C’era anche però una tendenza a “scegliersi” come compagni di vita, o almeno si diventava tali, forse moriva la passione e l’amore diventava affetto ma ognuno era una sicurezza per l’altro. Era più difficile divorziare e separarsi sia sul piano pratico che quello sociale.. Così in un modo o nell’altro si tirava avanti e (non parlo dei casi in cui la separazione sarebbe stata necessaria causa violenze e affini) si diventava compagni di vita, dopo tutte le difficoltà e sofferenze..
Oggi si parla di seconda, terza e quarta giovinezza, se un partner non va bene lo si cambia, è anche giusto entro certi limiti, ma è vero pure che questo trasmette un senso di precarietà riguardo gli affetti … Oggi una persona c’è, domani chissà…
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si condivido perfettamente ma io, in tutta onestà e sincerità, faccio spesso difficoltà a capire perchè abbiamo tutto questo bisogno di sapere oggi il futuro, che di fatto non dipende sempre e solo da nostre precise volontà.. perchè rincorriamo o sentiamo il bisogno assoluto di farlo, nelle proiezioni dei nostri desideri, la ricerca di garanzia di un futuro che di fatto non possiamo garantire??!? sento che faccio difficoltà a spiegare ciò che risiede nella mia testa, ma so anche che ormai “ci conosciamo” da un pò di tempo e conto nella tua capacità di poter comprendere ciò che intendo… ho sempre ammirato e stimato le persone che fanno della “responsabilità” un valore per se e verso il prossimo però ho la netta sensazione che, nei sentimenti, questa abitudine a rincorrere l’indefinito porti spesso a rovinare rapporti che avrebbero solamente la necessità di essere vissuti senza intromissioni di calcoli algebrici o di garanzie che vadano ad aggiungersi al naturale bisogno di stare assieme e di vivere l’uno affianco all’altro… ovviamente le esperienze personali influiscono sui nostri pensieri… di fatto non posso negare di aver visto nelle famiglie dei miei antenati coppie che stavano assieme per i figli o per paura di dover altrimenti stare da soli… io sono un sostenitore dell’amore incondizionato e di quello che ha semplicemente bisogno della vita dell’altro per guardare al domani… ma che allo stesso tempo si sente consapevole che ci sarà quel domani anche se l’altro lo vive allo stesso modo, che la garanzia non dipende sempre o solo dalla volontà e dalle intenzioni ma alle volte anche dallo scorrere della vita e dei suoi eventi..
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Capisco quello che dici e non c’è dubbio che nessuno può darci delle certezze sul futuro… Penso che sia io che tu spingiamo il concetto agli estremi, tu nel senso che tenere a tutti i costi un rapporto in vita porta più danni che benefici -e sono d’accordo con te- io rifletto sul fatto che la maggiore libertà significa anche maggiore precarietà. Entrambi ovviamente peschiamo dal personale. Io forse parlo a causa delle delusioni che ho vissuto e della paura che sarà sempre così, che verrò delusa ancora proprio a causa di questa ‘precarietà’. Ho paura di poter deludere io prima ancora di essere delusa a mia volta. E’ impossibile non chiedersi cosa ne sarà del futuro e raccontarsi che si può stare bene anche da soli va bene finché non devi davvero avere a che fare con quella delusione che ti scoraggia nei confronti del mondo e di te stesso. Le domande ci sono e non possiamo né dare sempre una risposta né smettere di porle, forse semplicemente possiamo vivere meglio che possiamo il presente…
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Bel post e anche le farfalle nello stomaco, tante farfalle! 😉
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Grazie patty 🙂
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A te Bloom un abbraccio 🙂
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Hai un premio qui https://passionerunning.wordpress.com/2016/01/23/ma-si-dai-lo-faccio/
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Grazie!
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Uova al tegamino con il bianco leggermente croccante
Una piccola sottolineatura se vogliamo sociologica.
I matrimoni di una volta duravano tutta una vita perché la donna era assoggettata al marito psicologicamente e soprattutto economicamente …
Ad un marito che scopriva di essere tradito dalla propria moglie la legge riconosceva il delitto d’onore! Le prime donne divorziate in italia erano guardate con grande sospetto!
Parlando d’amore forse oggi se ne sente talmente tanta la mancanza che lo si immagina anche dove forse non c’è e le farfalle della convivenza e del patrimonio volano via anzitempo.
Sherabbracciaoooo
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Bel commento, mi hai fatto riflettere. Oggi che non ci si sposa più solo per convenienza o perché si pensa sia una tappa indispensabile, davvero siamo liberi di cercare quel qualcosa in più sfuggito ai romantici di tutti i tempi, la libertà poi si paga con l’incertezza..
Mi piacciono anche così le uova 🙂 Un bacio a te
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Mi hai dato un’idea per pranzo un ovetto fritto nel burro e mezzo panino per sconvolgere il rosso!
Sherabientot
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Bontà! 😀 buon appetito
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Non credo che il divorzio sia conteplato nei casi di matrimonio dalle controparti, cioè non è come un “disinstalla” di un software, quindi tu lo installi e dopo un po’ se non ti piace lo aggiorni disintallando il precedente… Direi piuttosto che ci sono: più occasioni, più possibiltà di mollarsi (anche economiche), si vive ancora nell’idea che la cerimonia sia bella (i genitori che piangono per te danno soddisfazione!) senza pensare alle conseguenze! Una relazione può essere che muti nel tempo, il matrimonio è un contratto … un accordo tra controparti! Son due cose diverse.
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Esiste il divorzio breve ormai, 6 mesi e finisce tutto. Non ho capito bene cosa intendi 🙂
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In effetti, l’ho espresso un po’ male.
Personalmente credo che chi si sposa non lo faccia con tranquillità, cioè pensando “tanto alle brutte mi divorzio, posso provare a vedere come va”, quanto magari con leggerezza. A quel punto la rescissione del matrimonio è … secondaria. Il progetto è comunque fallito.
Pensavo anche io che il divorzio vecchio stile (anni di separazione e via discorrendo) potesse essere un deterrente, ma invece pare di no!
Intendevo questo.
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Ah okok adesso si 🙂 appunto non era un deterrente quando ci volevano anni, figuriamoci se ci vuole di meno! Ci sono persone che si sono sposate con leggerezza quando ancora il divorzio era un calvario…
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