CronacheDalCondominio #2: Gli Altri

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Gli altri.

Si.

In un condominio, ovviamente, ci sono gli altri. Quando arrivai qui ero talmente indaffarata e incasinata che a stento facevo caso perfino ai membri della mia famiglia. Ora che la mia vita è tornata alla normalità, ho iniziato a farci l’orecchio, riguardo tutti quei ‘segni sonori’ e non che in qualche modo ti indicano la presenza di altre persone, famiglie, intorno a te. Visto che adoro ascoltare e guardarmi intorno in tutte le circostanze è impossibile, anche in questo caso, che io resista dall’appuntare mentalmente considerazioni, osservazioni su quelli che in qualche modo condividono con me uno stesso spazio, anche in senso molto largo.

Tutto iniziò dal mistero del sacchetto nero.

Quel sacchetto che compariva sul pianerottolo intorno alle dieci di sera nonostante non mi fosse capitato ancora di incontrare vicini di casa, beh, ne rivelò la presenza e in maniera abbastanza ingombrante. La spazzatura va portata fuori al cancello di ingresso nell’apposito contenitore, di sera, per cui mi sembrava strano che qualcuno lasciasse il proprio sacchetto fuori alla porta, in attesa che… Che? C’era forse una persona che raccoglieva i sacchetti per tutti ed evitare il via vai e la scocciatura? Qualche famiglia si era organizzata affinché a turno qualcuno facesse il lavoro per tutti gli altri? Forse, semplicemente, il vicino metteva il sacchetto fuori alla porta per non tenerlo in casa, per poi scendere più tardi. Chissà. Da buona fan di Sherlock mi ero messa in testa di risolvere il mistero, ma i tentativi di spiare il pianerottolo dallo spioncino fallirono e poi la cosa non accadde più.

Quel che invece ti fa davvero capire che non sei sola sono i piccoli-grandi rumori quotidiani. Fastidiosi e familiari, tanto che se per una volta mancano all’appuntamento ti viene quasi da preoccuparti e andare a controllare se è tutto a posto. C’è la sedia trascinata sul pavimento del piano di sopra delle 21:45 -alle volte 21:48-, le urla delle 20 che esortano i bambini ormai ingestibili dalla stanchezza a cambiarsi o cenare, i ticchettii delle scarpe di chi torna da lavoro, le imprecazioni dei ragazzi che giocano alla playstation ovviamente mentre tu stai studiando.

Gli altri qualche volta chiudono per te la porta dell’ascensore se hai le mani troppo occupate dalle borse della spesa, ti ricordano che è quasi Pasqua quando un mattino esci sul balcone e senti profumi meravigliosi provenire da ogni direzione, ti lasciano messaggi sulla macchina per farti gentilmente notare che hai parcheggiato male l’auto e vorresti replicare con un proprio tu che hai trovato la patente nella busta delle patatine poi però lasci stare perché sei arrivata da un mese e non vuoi già litigare con mister-messaggio-anonimo.

Il prestare attenzione a rumori, silenzi, profumi e voci ti pone nel contesto, fa viaggiare la mente tra ipotesi e supposizioni, ma la verità è che si tratta di un modo per far giocare l’intuito, tralasciando ben altri discorsi su tolleranza e rispetto necessari comunque se si condividono spazi comuni con chicchessia.

Infatti gli altri sono quelli che poi incontri davvero per la prima volta proprio la sera di Carnevale mentre stai mettendo piede fuori casa con il volto dipinto da carte francesi e quelli di cui, tuttavia, dimentichi totalmente l’esistenza quando aspetti ospiti e ti bussano alla porta e la apri con un sorriso smagliante ed entusiasta e… Niente, capisci che non importa quanto fino ad allora tu ti sia impegnata per comprenderli, di certo saprai che se la volta precedente t’avevano presa per pazza, questa almeno sarai sembrata per giunta immotivatamente felice.

28 pensieri su “CronacheDalCondominio #2: Gli Altri

  1. Piano piano scopri un mondo nascosto. L’umanità è variegata e ne incontriamo di tutti i tipi nel quotidiano e per quanto riguarda i rumori sono come te … quasi quasi mi preoccupo se non sento la solita caciara!
    Un abbraccio ♥

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  2. I messaggi sulle auto sono la parte più forte. Ad esempio mio fratello una volta scrisse ad uno che aveva occupato due parcheggi immeritatamente: “Si prega di parcheggiare a spina di pesce e non a cazzo di cane.” Da allora ha optato per un parcheggio ad opera d’arte.
    I rumori… Una volta sentii verso mezzanotte un rumore strano, di molle. Cercai di capire cosa fosse, anche perchè sopra la mia testa c’è la cameretta di due ragazze. Quel rumore proveniva dalle mansarde, e, pur abitando al primo piano, io lo sentivo benissimo. Ad un certo punto sento un: “Ahahahah” e capisco che cosa stava accadendo sopra la mia testa. L’indomani ritrovo sul pianerottolo il tizio, un signore sulla cinquantina, accompagnato da una ragazza, poco più che trent’enne… Poi sai com’è, nei condomini girano le voci e seppi che lui aveva mollato la moglie per questa ragazza e si stava godendo la sua avventura, perchè uno a 50 anni ha le ore contate e se non si vota al viagra deve godersi ciò che gli rimane prima di riporre gli attrezzi.

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  3. Come diceva una canzone di qualche anno fa “gli altri siamo noi”.
    Chissà come “gli altri” percepiscono i nostri rumori, le nostre discussioni, il nostro litigare, le nostre abitudini. Che a noi paiono normali ma che agli occhi degli altri possono apparire magari strambe.
    Ciao.

    K!

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    • Si! Infatti poi è tutto così relativo 🙂 Sta di fatto che la vera conoscenza viene fuori solo da un contatto diretto, questo qui invece è più come stare nel vagone di un treno e fantasticare sulle vite degli altri che stanno viaggiando con te 🙂

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  4. Eh sì, è tutto un mondo. Un indicazione sul mistero del sacchetto nero… un marito come me, che terrorizzato dal fatto di dimenticare di portare giù la spazzatura al mattino, la mette lì alla sera per ritrovarsela tra i piedi e quindi portarla giù per forza. So che non è bello, ma evita le urla agghiaccianti della moglie che ti rinfaccia di dover fare tutto lei! Nota: stamattina me sono dimenticata… stasera son “cavoli”…

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E Secondo Te . . . ?

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