Le Vie Del Signore Erano Infinite, Ma Non Arancioni

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Prima di tutto ci terrei a chiarire un concetto, anche se banale: Christo non ha fatto nessun miracolo.

Eh no. Le Floating Piers secondo me non sono quel che tecnicamente si può chiamare “camminare sull’acqua”. Se mi trovo su un’imbarcazione abbastanza grande e ci cammino su mentre la suddetta naviga da un punto A ad un punto B, praticamente, è la stessa cosa. L’unica differenza con la Passerella di Christo è che questa stabilisce un collegamento continuo rispetto all’imbarcazione. Mi sembra, però, che una cosa simile sia stata già inventata. Il molo. Così, per sentito dire. La Passerella non è che un molo che non si interrompe in mezzo al lago. Si tratta di una piattaforma galleggiante.  Di un colore orrendo pure.

Sono troppo critica?

Troppo poco, forse.

Qualcuno ha considerato l’esperienza quasi religiosa, mistica. Molti sono stati attirati per curiosità, altri per l’opportunità di scattare il selfie più figo dell’anno. Chi è corso al lago d’Iseo, comunque, l’ha fatto perché ha considerato l’evento imperdibile. Come ha detto Christo stesso, irripetibile. Le Floating Piers infatti sono un’opera d’arte. Landing art. Mi sono informata. Questo capriccio d’artista, in realtà, è pieno di significati, anche abbastanza suggestivi. La passerella è un percorso, un racconto della vita e lo ha dedicato a sua moglie scomparsa qualche anno fa. E’ un’opera d’arte “reale” in quanto ha a che fare con gli elementi della natura: sole, vento, acqua. Sotto questo punto di vista è anche emozionante.

Le Floating Piers, però, resteranno in allestimento solo per due settimane.

Per quel che ne capisco, l’arte non dovrebbe avere una scadenza. Soprattutto se si tratta di un investimento di denaro e risorse. L’arte è ciò che da secoli tramanda da una generazione all’altra quella scintilla di divino e di perfezione, grazie a persone dotate del talento necessario a forgiarla in opere materiali, e non. Mi direte che adesso esistono anche le “performance”. Tipo quelle di Marina Abramovic. Lei, nel The artist is present non ha speso però 12 milioni di dollari per emozionare e creare un’opera d’arte vivente, che coinvolge un pubblico e che dura un limitato periodo di tempo.

subDunque, non è propriamente una performance. Non è un’opera d’arte di cui nei prossimi decenni il mondo potrà fruire. E’ … un’esperienza. Un esperienza costosa. Un’esperienza che era stata in precedenza rifiutata dal porto di Tokyo e di Rio della Plata in Argentina. Chissà perché. Christo arriva in Italia e puff, viene accolto nell’entusiasmo delle istituzioni del posto che vedono nel suo folle progetto un’incredibile opportunità di creare turismo in un territorio che già da tempo viene protetto dall’inquinamento di imbarcazioni a motore e pericoli vari per l’equilibrio di un ambiente delicato e da tutelare. Poi menano 200 mila blocchi di conglomerato nei fondali di un lago che non ha bisogno di alcuna “esperienza mistica” per essere considerato una meraviglia di suo. L’esperienza costerà molto al fondale. Si sta discutendo sul rimuovere o no i blocchi. Qualcuno dice di lasciarli lì, lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Altri dicono che possono essere rimossi e riciclati, con il minuscolo rischio di distruggere ancor di più i fondali e alterare l’equilibrio biochimico che tiene in vita la flora e la fauna presenti.

A me questa faccenda innervosisce un sacco.

Non solo le Floating Piers sono costate tantissimi soldi, deturpano l’ambiente, verranno distrutte tra dieci giorni, e sono state pure evacuate a causa di un temporale (ma va?), ma stanno creando un mare di disagi ai cittadini di Sulzano e problemi alla circolazione dei mezzi di trasporto pubblico e privato di tutta la zona. E’ questo il punto: le follie di un’artista non si possono considerare “sostenibili”, come i promotori dell’iniziativa si fregiano di dire. Si doveva pensare ad un piano straordinario di mobilità, garantire linee e corse, prevedere che l’arrivo di migliaia di persone avrebbe congestionato il sistema di trasporto locale.

E niente, a questo Christo non c’ha pensato. Così la gente aspetta sotto al sole file chilometriche per “vivere l’esperienza”, sempre che siano riuscite a non snervarsi nell’arrivare e sperando che il ritorno non sia un inferno. Ah, sempre che non arrivi un altro temporale. imageQual è la probabilità che se ne verifichino quattro o cinque nel giro di quindici giorni? Alta, caro Christo. Alta. Siamo a giugno. Per la verità solo poche settimane prima dell’apertura si sono ricordati di fare degli studi sulle correnti d’acqua che potrebbero dare fastidio ai tiranti e alle piattaforme galleggianti. Cosa di niente. Figuriamoci se sospettavano di creare disagi nelle stazioni.

A fronte di tutto questo l’artista Christo avrebbe dichiarato: “L’attesa è parte della mia opera, o avete pazienza o non venite”. Capriccioso e spocchioso. Il prefetto Valenti dice: “L’opera è un’opportunità, non un diritto”. Con buona pace di ogni significato della parola arte. Adesso, non voglio fare la spocchiosa anch’io. Visto però che s’è servito dell’ingegneria per costruire il suo personalissimo ponte sull’eternità e hanno impiegato 23 mesi, uno studio serio di fattibilità dell’opera poteva farlo fare a qualcuno. Invece no. Arriva l’artista, l’artista ha i soldi, l’artista fa quel che cazzo gli pare.

Bene così. Caro Christo, riguardo una cosa che dovrebbe esser bella non si può sentir parlare di “emergenze”. L’unica cosa che aspetto io è solo quella di non leggere più sui giornali dei ridicoli disagi che stai causando, in nome del tuo sedicente miracolo.

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59 pensieri su “Le Vie Del Signore Erano Infinite, Ma Non Arancioni

  1. Effettivamente credo sia una trovata pubblicitaria per arricchirsi ancor di più, dato che credo che i soldi spesi prima o poi li recupererà da un’altra parte. Ti do ragione sull’impatto che l’opera ha sull’ecosistema. Ti do ragione sul fatto che ci facciamo comandare da uno qualunque pe il solo fatto che ha i soldi e può permetterselo. Però ammettilo. La trovata pubblicitaria ha un suo fascino. insomma l’attesa, i lavori, l’emozione di camminare pelo pelo sull’acqua (cosa che non capita nè con il molo nè con la barca, forse con un materassino) non è un’idea che può venire ad un comune mortale che tenta di stringere la cinghia per superare la fine del mese con il suo misero stipendio!

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    • Si in generale ha un suo fascino. Però. Mi insospettisce il fatto che il tutto duri solo 15 giorni. E’ come l’offerta al supermercato. Metti un prodotto sottocosto ad esaurimento scorte e fai finta di non prevedere che la gente si scannerà per accaparrarselo. 23 mesi di costruzione per 15 giorni di allestimento, che non verrà mai più ripetuto. E’ altamente scorretto! Un investimento del genere normalmente non si recupera nemmeno in 10 anni, e vabbè guadagnerà lo stesso anche dopo che le piattaforme verranno distrutte, dalla vendita delle tavole dei progetti tipo. Immagina se l’avessero fatto con l’Expo. Perfino lì hanno dovuto dare delle proroghe alla data di chiusura. Per me è tutto un capriccio di un artista folle che pensa di fare dei paesaggi quel che farebbe con casa propria. Soltanto per soddisfare il proprio ego. Perché scusa, se “l’artista” avesse voluto che la gente usufruisse e godesse della sua creazione, non avrebbe lasciato le piattaforme lì almeno tutta l’estate?? Perché prendersi una soddisfazione di soli 15 giorni? Forse perché la costruzione non regge oltre? Non ha avuto i permessi necessari per restare più a lungo? Chi lo sa. A me sembra solo come la Nutella in edizione limitata, però di quella almeno ti resta il vasetto con la faccia di Babbo Natale.

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      • Se ci pensi bene lui sta dimostrando la limitatezza dell’intelligenza umana, legata all’idea del possesso o del soddisfacimento personale. L’idea di un uomo medio di percorrere quel tragitto a tutti i costi in quei quindici giorni dimostra come l’uomo medio non ha una ragion propria e non pensa che il materiale è una cosa infima. L’artista a mio parere si pone come un dio che sottomette alla sua volontà il libero arbitrio dell’uomo. Tenendo 15 giorni la struttura sta manipolando la volontà umana a ciò che sono le sue regole. sta semplicemente plasmando il cervello di tutti quelli che vogliono provare la pedana per sentirsi speciali ed unici. Poi magari un giro in barca neanche lo farebbero, o forse non avranno mai attraversato lo stretto di messina in traghetto in primavera perchè “che ci devo andare a fare a Messina?” Insomma, il tuo ragionamento è giustissimo. Ma più che soddisfare un capriccio (oltre al capriccio) si sta a dimostrare come l’altro Christo riesca a sottomettere al suo volere un gregge di persone automi.

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      • Hai perfettamente centrato il punto che mi da’ più fastidio e non avrei trovato parole migliori Aida 🙂 Ha il potere e ce lo sta dimostrando e mi fa incazzare tutta questa prepotenza, questa imposizione di regole da parte di uno che di divino non ha proprio niente. Arrogante.
        Forse ormai siamo già tutti succubi di altri dei del consumismo, ma mettere su tutto questo teatrino per dimostrarlo e farci riflettere a riguardo è davvero una grande presa in giro, in primis per le risorse sprecate.

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  2. Io personalmente la vedo in modo leggermente diverso.
    Condivido pienamente il fatto che non sia stato studiato un modo per facilitare l’ingresso ai turisti, e sono pienamente d’accordo sul fatto della sostenibilità ambientale dell’opera, in particolare riferendomi ai fondali. DEVE essere rimosso tutto, senza indugi.
    Ma l’opera in sé (che io non potrò ammirare di persona) credo sia comunque interessante, e nessuno dei visitatori l’ha trovata ridicola o poco bella. Tra l’altro il lago d’Iseo presenta un panorama di rara bellezza (l’Italia non smentisce mai), e la possibilità di farsi due passi dove di norma non potresti farlo è una opportunità che può regalare emozioni.
    Mia cugina e suo marito, più un mio amico con moglie e 2 figli, ci sono andati e sono rimasti entusiasti. Non contenti, proprio entusiasti.
    Quindi ritorno al discorso: io l’opera non la sminuirei, cercherei invece di capire come mai le strutture di accoglienza sono rimaste sottodimensionate e spero che non ci siano problemi al fondale del lago.
    Ciao

    K!

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    • Avranno pensato che per 15 giorni non valeva la pena adeguare tutta l’offerta del sistema di trasporto locale. Tanto al massimo la gente si sarebbe ammazzata sotto al sole.
      Non dico che non possa essere emozionante K… Avrebbe incuriosito anche me se però la scelta di costruire un’opera così imponente fosse stata coerente al buonsenso comune. Come l’Expo. Non ci sono stata, però pensa che i soldi e il tempo investiti hanno avuto una spiegazione nei 6 mesi di esposizione ininterrotta. Queste piattaforme sono solo un giocattolo costoso. Il consumismo dell’arte. Scusa, ma se spendi tanti soldi per una cosa almeno te la conservi o cerchi di fare in modo che il maggior numero di persone possa vederla, no?

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      • E’ vero, ma magari l’opera potrebbe (uso ilcondizionale, perché in effetti non lo so) essere soggetta a rapida degradazione, tale da non renderne sicuro l’uso oltre il periodo prefissato. Oppure non saprei. Ciò che mi preme è che il lago debba essere accuratamente ripulito da ogni “residuo” della installazione.

        Si tratat di Pop Art (mi figlio la sta studiando in questi giorni per l’esame): arte “popolare”, arte quasi di “consumo”, di facile fruibilità, e di valore emozionale molto difficile da valutare.
        Buona giornata.

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      • Io sto studiando la pianificazione dei trasporti adesso… Perciò in particolare mi sono indignata per le emergenze e i bollini rossi di cui stanno parlando i giornali 🙂 Nemmeno un’opera d’arte può creare disagi alla mobilità. E’ un controsenso. Costruisci una cosa per la gente mettendo però la stessa gente a disagio. E’ irrispettoso.. Sulla degradazione non saprei, ma di certo mantenere l’installazione per più tempo richiederebbe manutenzione e tutti i bagnini e gli addetti ai lavori dovrebbero essere pagati per più giorni. Si vede che Christo aveva giusto i soldi per tenere in piedi la giostra per 15 giorni

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  3. Sono molte le cose che fanno lasciato perplessa anche me. In primis il fatto che non mi pare un’esperienza irripetibile e unica al punto da dedicarci un’intera giornata e rientrare a casa stremata da ore di ressa. Ma questo vale per me…sono davvero poche le cose per cui sarei disposta a fare 4/5 ore di coda sotto il sole. Bah…

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    • Infatti Viv… Una cosa bella, rilassante, un percorso che dovrebbe essere piacevole e meditativo è diventato già peggio delle code in autostrada in pieno agosto. Ma scherziamo? Giornali che parlano di emergenze e bollini rossi per un’opera d’arte?? Assurdo.

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  4. Non saprei dirti, stare ore ad aspettare per fare una camminata sull’acqua con la speranza che non piova, io non lo farei, per l’idea che ha avuto, concordo con Aida, e’ una trovata pubblicitaria, ti abbraccio cara, buona serata, 🙂 ❤

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    • Si infatti Laura. Pubblicità e pure scorretta. Queste cose possono accadere nei grandi magazzini quando ci sono gli sconti sulle grandi firme, allora tu vai lì già con elmetto e kit di sopravvivenza per fare gli acquisti che ti servono. L’arte non può essere questo…
      Un abbraccio a te 🙂

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  5. appicicchia 😉 … ciao

    e pensare che io credevo di essere critico solo perché pensavo che fossero un “pugno nell’occhio” dal punto di vista estetico … ma non sapevo tutto quello che hai raccontato;
    ti ringrazio delle informazioni;
    alla luce di tutto ciò direi che amministratori ed artista un bel “vaffa” se lo meritino tutto;
    tra l’altro è tutto da dimostrare che questa sia arte … a meno che sia arte anche un ponte di barche messo su in fretta e furia in caso di crollo di un ponte in muratura;

    io non credo alle vie del Signore figurarsi a quelle arancioni … ma costui ha alle spalle delle “opere” un po’ bislacche … come km e km di “teloni bianchi” per “spezzare la monotonia di un paesaggio arido …

    un modo veramente discutibile di spendere soldi (in una società in cui esiste una sacca enorme di povertà)

    🙂

    https://etadellainnocenza.wordpress.com/2016/06/17/christo-oltre-liseo-opere-passate-e-future-di-un-eccentrico-artista/

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    • Lo chiamano l’artista dell’impacchettamento… Non so se hai visto con quelle povere isole californiane contornate da plastica color evidenziatore rosa… Che tristezza. Può darsi che sia arte, Claudio. Per me, però non è di buon gusto mettersi a giocare con i paesaggi che appartengono a TUTTI e non ad un megalomane che crede di poterci fare quel che gli pare solo tirando fuori un po’ di banconote da cento.

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  6. È questo un ottimo momento per approfittarne! Con tutta la gente che si riversa su quelle piattaforme di polistirolo, il periodo è perfetto per visitare le numerose chiese, musei, piazze e siti che sono strapiene di opere d’arte di pregevolissima fattura, e queste stavolta veramente apprezzabili, uniche e che saprebbero lasciare a bocca aperta anche il più inesperto dei visitatori. Il nostro è un museo a cielo aperto, c’è gente che non è nemmeno al corrente di quali bellezze può offrire il luogo in cui vive.

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  7. È un ottimo spunto per far marketing e territorio. Niente più. Arte e ben altro, ma siamo talmente ignoranti da accettare qualsiasi cosa sia strana, semplicemente perché abbiamo paura di sentirci ignoranti se qualcuno che riteniamo più colto la definisce opera d’arte.
    Dopodiché mi chiedo come abbia fatto la soprintendenza a permettere tutto ciò, distruggendo di fatto la vista di uno stupendo paesaggio

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    • Io credo che si siano lasciati abbagliare dalla grande disponibilità economica del tipo. Guarda, credimi, più ci penso e più è assurdo. Città come Tokyo, il regno della tecnologia, l’hanno mandato a cagare. Noi gli facciamo stendere i tappeti arancioni sulle nostre bellezze naturali. Che nervi…

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      • Tokyo vive di aria propria e sanno come farlo. E’ una città che non aveva nulla e che ora ha tutto. A noi è il contrario, abbiamo tutto e puntiamo al niente, perché di niente si tratta (opinione personalissima). Il lago d’Iseo è una bellezza naturale incredibile, ma il richiamo di qulache soldo in più per le varie Feder- è stato più forte. Molto di più di una Soprintendenza che, non mi stancherò mai di dirlo, ha voluto esser cieca, laddove a volte è fin troppo cauta. Siamo questo paese, siamo questo popolo, meritiamo un profilattico arancione su un lago e enormi macigni sommersi per sostenerlo.

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      • E glielo lasciano fare anche tutti coloro che pur di sostenere un’idea che non conoscono ci vanno e ne commentano la straordinaria genialità. Senza togliere chi veramente pensa questo

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  8. io non capisco qual’e’ l’opera d’arte. La Pieta’ e’ un opera d’arte, la Gioconda e’ un opera d’arte, i dipinti di Piero della Francesca, di Degas, di Monet e via dicendo all’infinito sono opere d’arte. Quella e’ una piattaforma galleggiante sull’acqua, punto.

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    • Ciao Giuliana, ieri ho letto l’opinione di un critico d’arte che più o meno come te diceva che un Michelangelo puoi tornare mille volte a guardarlo e trovare sempre un dettaglio nuovo, una sinfonia di Bach puoi ascoltarla ripetutamente e provare sempre emozioni diverse. Se salissi cento volte su quella piattaforma sembreresti solo un cretino.
      Infatti è una piattaforma galleggiante sull’acqua. Che ha uno scopo preciso, portare le persone da un punto all’altro. Ha una funzione. Tecnologia messa al servizio della gente, della mobilità. Invece resterà solo un’esperienza per pochi. Bah…

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  9. Concordo con te. Io la gente non la capisco, oltretutto. Ci va uno, ci vanno tutti, come per tutte le cose. Una cazzata (e non dico che quest’opera lo sia, per carità, anzi) e tutti a fiondarsi a scattarsi foto e a gridare all’esperienza più pazzesca della loro vita. Boh, siamo troppo ciniche?

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  10. Non mi entusiasma. È una molo temporaneo e niente di piú. Acquista valore artistico solo perché si dice che acquista valore artistico ed allora la gente dà un valore artistico a questa passerella arancione.
    L’arte moderna e contemporanea ha il vizio di essere una grande truffa.

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  11. Bellissimo articolo, che mi ha fatto tornare alla mente il “giornalismo” inteso come l’ho sempre immaginato io, cioè come mezzo che potrebbe
    aiutare il paese a risvegliarsi. Cose che oramai io trovo solo ed esclusivamente nei blog o in qualche forum.

    Detto questo mi è piacuto paticolarmente perchè mi ha fatto riflettere riguardo un argomento che mi aveva fatto reagire d’istinto.

    Ho saputo di questa “installazione” pochi giorni fa proprio grazie a wordpress e la mia reazione è stata “peccato che è lontano altirimenti
    mi sarebbe piacuto moltissimo vederlo” che corrisponde a quanto empaticamente il mio cervello impulsa 🙂 i miei pensieri.

    Perchè?? beh, perchè trovo meravigliosa l’invenzione del molo… appena ho visto il disegno mi sono immaginato da solo a percorrere questa
    opera d’arte, mi sono immaginato sul calar della sera e ho immaginato di potermici sedere in un punto qualsiasi, nel silenzio, e godere della
    natura che mi circonda, dei colori e dei suoni (fossero anche del silenzio) da un punto nel quale senza opera d’arte non sarebbe stato possibile
    stare in piedi con una base solida, ferma, attorno. Ecco l’immagine è meravigliosa e per quel che mi riguarda assolutamente artistica.

    Perchè l’arte è ciò che noi percepiamo da qualcosa che altera il nostro stato di vita in quell’istante.. almeno per me, può esser tutto.

    Quell’immagine era arte… ma avevo fatto tutto io… fossi stato li, assieme a centinaia di persone molto probabilmente l’immagine reale
    sarebbe stata tutt’altra…

    in tutto questo turbinio personale di immagini mancava tutto quello che era, ai miei occhi celato dal mio sguardo superficiale ed incantato
    sulla mia proiezione, di tutto quello che c’era attorno.. che lascia certamente più di qualche perpelssità.

    Premesso che l’attribuzione di arte a qualcosa penso possa rimanere una cosa mediamente soggettiva, con alcune macroregole che ne permettono
    macro catalogazioni ma che impediscono spesso micro-enormi espressioni ecco che l’analisi che hai fatto sugli aspetti pre/post e socio economici
    del tutto allontana il concetto di arte come vibrazione/emozione e lo avvicina ancora una volta a quello commerciale che di magico ed emozionante
    non ha nulla.

    e allora torno con la mente alle emozioni, a quella sensazione di bollicine nell’aria che penetrano nel tuo stato d’animo alterandolo e ricordo
    che quello che ho sentito quando ho visto le immagini di questa installazione, in realtà lo avevo vissuto veramente, che l’immagine che la mia mente
    di dipinto non era un illusione ma un ricordo, che l’immagine di me seduto ed emozionato in mezzo all’arte della natura è reale ma sopratutto possibile
    e per chi di voi fosse attratto dagli stessi principi condivido questo luogo che forse non sarà arte moderna ma rimane poesia pura: laghi di plitvice.
    https://www.google.it/search?q=laghi+di+plitvice&espv=2&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwj056edor7NAhUnLsAKHSDHBt0Q_AUICSgC&biw=1366&bih=643

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    • Erik l’immagine che hai reso tu è bellissima e forse si tratta di quella che doveva essere l’idea originale legata alla realizzazione delle floating piers. Purtroppo però un conto è mettere un quadro in un museo, davanti al quale migliaia di persone possono, quando gli pare, sostare e perdersi seguendo le emozioni che suscita loro, un altro è costruire un “ponte”, una struttura che in teoria è un’opera d’arte, in pratica è un’infrastruttura. Il quadro messo lì non da’ fastidio a nessuno. Un’infrastruttura deve essere valutata attentamente secondo delle analisi benefici-costi. Non è un giocattolo. Ed è di cattivo gusto spendere milioni di dollari per una cosa che verrà distrutta dopo poco tempo. Christo non ha capito che non sta giocando con i Lego, ma con blocchi di cemento veri. E’ solo venuto ad imporci il suo giocattolo e le sue regole per giocarci. Perché lui ha i soldi e altri no.
      Se fosse stata un’opera davvero realizzata per produrre dei benefici al turismo e alla mobilità (la possibilità di attraversare un lago a piedi senza usare imbarcazioni) sarebbe stata straordinaria. E anche bella, come hai immaginato tu. Così però è una stronzata e basta.
      Bellissimi quei laghi, non li conoscevo…

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  12. Interessante punto di vista. Diciamo che sull’esperienza mistica e sui commenti che si sono fatti non dico niente… Sul discorso che un’opera d’arte possa svanire oserei dire “è il bello suo!” La durata nel tempo è per me uno dei possibili motivi che la rendono interessante, poi può non piacere come opera. Mi piace? Mi piacciono le foto che ne hanno fatto, quindi forse l’opera sono quelle? Le foto? Mah! Ci rifletterò.

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    • Si gianni sono d’accordo, quel che la rende -a detta dell’autore- un’opera d’arte è anche il fatto che sparirà. Però le cose che rovinano tutto sono due: primo, non sparisce in modo indolore, non è un quadro che tornerà nella soffitta di casa sua, avrà dei costi per l’ambiente; secondo, l’operazione che hanno fatto è stata quella di mascherare dietro la parola arte una grandissima presa in giro, un’operazione di marketing secondo me scorretta. Costringere la gente alla ressa soltanto perché tra dieci giorni sarà distrutto tutto… Per me è un arrogante e basta.

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  13. Molto semplicemente, l’arte è un’altra cosa. Purtroppo tutto passa per “arte”, anche se per me si discosta moltissimo dal mio -personalissimo- concetto di arte. Arte non significa solo avere un’idea. Significa anche avere le capacità di metterle in pratica. Potrei prendere qualche miliardo di matite colorate e tappezzare il Colosseo. Sarebbe arte? Per molti sarei un genio, per me solo un cretino. Di land art conosco il “cretto di Burri”, in Sicilia, e sinceramente credo che si tratta davvero di deturpazione del territorio, sebbene con uno spirito di “memoria” o “innovazione”. Dai, io vivo in Salento: prendiamo delle bombolette spray e pittiamo gli ulivi di rosa shocking…

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    • Ahahah si, sai che belli 😛
      Essendo l’idea di arte molto soggettiva è difficile, non essendo nemmeno nel campo, dire con certezza cosa lo è e cosa no. Però, ad esempio, tappezzare il Colosseo sarebbe appropriarsi di una cosa che è di tutti e soprattutto è di chi verrà dopo di noi. La stessa cosa vale per i paesaggi. Il lago d’Iseo in questi giorni è di questo sopravvalutato Christo. Non della gente che sta accorrendo a vedere le piattaforme… A meno che non si tratti di riqualificare o reinventare una zona abbandonata o rovinata, che poi in questo caso le opere sarebbero permanenti, io credo che nessuno ha il diritto di farci quel che vuole con i propri soldi.

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  14. Non imputerei a Christo tutta la colpa dei disagi e del disastro ecologico. C’é una Provincia, un Comune,Una Regione,con tanto di esperti e consulenti. Se loro hanno dato il permesso,avranno fatto i loro studi,in ogni caso spetta a loro vigilare,accettare o rifiutare questa ” opportunitá”. Io ho percorso la passerella,ho fatto coda, mi é piaciuto molto e la considero una cosa geniale,con buona pace di chi critica l’artista e non chi ha dato i permessi.

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