Tutto Daccapo

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Da spettatrice passiva e occasionale di Beautiful mi è capitato spesso di imbattermi in un concetto che non sono mai riuscita ad afferrare mai davvero del tutto, nonostante negli anni Brooke l’abbia usato per risolverci diversi disastri sentimentali e drammi familiari ed esistenziali a loro annessi.

Ogni volta che le sentivo pronunciare il suo fatidico penso sia arrivato per me il momento di voltare pagina io restavo allibita e con tutti i sensi all’erta nel tentativo di captare parole o gesti collaterali alla frase che in qualche modo potessero svelarne il mistero e soprattutto, stupidamente, appariva nella mia immaginazione un enorme libro dalle pagine pesantissime che aspettava pazientemente un’anima pia disposta a sfogliarlo.

Come si fa a voltare pagina? Fare tabula rasa del recente vissuto, gettare della candeggina sui ricordi per sbiadirli quel tanto che basta affinché l’indomani al risveglio non se ne sentano più le voci, mettere una scadenza agli effetti di ogni causa e ricominciare daccapo. Davvero si può?
Ho sempre pensato no. Ho sempre creduto che fosse un’esagerazione, un espediente da copione. Una cosa irrealizzabile nella realtà o almeno una di quelle frasi che si buttano lì quando ne hai troppo di tutto e di tutti e vorresti poter morire e rinascere in una notte soltanto per liberartene.

Ultimamente però mi è tornato in mente, nonostante la mia convinzione che nella vita è impossibile mettere un punto e andare a capo. Ci si può rialzare da una caduta o riemergere da abissi di negatività, certo, ma fa tutto parte dello stesso percorso, il tempo ci spinge inesorabilmente in avanti lungo la sua freccia che ancora non abbiamo imparato a governare. Forse in un’altra vita potremo sparire e apparire in un qui e adesso diverso a nostro piacimento, spezzare il percorso e ogni limite della nostra mente, come insegna un certo Jonathan. 

Eppure quel voltare pagina è rispuntato fuori dal nulla mentre pensavo a tutt’altro.

O meglio, ne ha approfittato per far capolino dalla scatola delle assurdità quando un sonoro basta è risuonato nella mia mente una sera in cui, ripensando a come sono scivolati via questi ultimi mesi in balia di decisioni, problemi e imprevisti altrui, mi sono spaventata non riconoscendomi in quei ricordi. C’era una me che non tratteneva le lacrime per la prima volta alla vigilia di un proprio compleanno e voleva davvero sparire nel nulla sentendo che nessun qui e adesso diverso da quello valeva lo sforzo di riapparire, perché in fondo l’avrebbe lasciato scorrere come tutti gli altri sperando di non provare alcuna colpa, pur sapendo che in realtà non vivere è la peggiore di tutte.

Un attimo dopo ho immaginato ancora quel libro. Stranamente non sembrava né pesante né stupido.

E se ricominciassi daccapo? Se avessi davvero la possibilità di cancellare, seppellire, distruggere un pezzo di percorso e riscriverlo questa volta essendo la me stessa che voglio essere, ‘che quella non mi piaceva per niente?

Che, magari, uno ne ha pure il diritto, voglio dire.

L’idea mi ha caricata. Se ci si accorge di aver preso una deviazione, imboccato un sentiero sbagliato non è vietato indietreggiare, fare mente locale e ripescare quel qui e adesso da cui poi non s’è capito più nulla, raccogliere un po’ di sassi e ammucchiarli lì dove non si vuole più tornare, voltare le spalle e riprendere il cammino in una direzione diversa. Ecco, insomma, si. Voltare pagina.

Una cosa che non sa né di assurdo né di sconfitta. Solo un altro modo per ritrovare se stessi.

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51 pensieri su “Tutto Daccapo

  1. io penso che sia possibile nella misura in cui si intraprende una nuova consapevolezza di se, che ci permette di cambiare punto di vista nelle situazioni della nostra vita, di cambiare modo di porsi difronte agli eventi, così se tutto resta come era nei protagonisti del nostro copione, tutto cambia nella nostra trama…

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  2. Su quella linea che percorriamo, io credo che esistano anche i “basta” ed i “punto e a capo”. Esistono non come taglio o come un ritorno indietro, ma come una spinta naturale ad aprire un nuovo capitolo, mettendo sassi lì dove non si tornerà più. Dove non si persevererà più.
    Arrivano quei momenti, e sono naturali, seppur pochi.
    E sono ben diversi dai “volto pagina” che tutti dicono un giorno si e l’altro pure.

    Questo post sembra proprio ciò che è successo a me. Ho voltato pagina proprio di recente, tornando tra le mie pagine

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  3. Io ho voltato pagina nel vero senso della parola credo una volta in vita mia (o comunque è stata la volta più eclatante ) mi sono detta che per la fine di quella storia potevo stare male fino a tot data, da quel giorno avrei ripreso a civere… e non so cone ci sono riuscita. ..non è cancellata la pagina, fa solo parte delle pagine indietro del passato…ma da quel giorno la mia vita è ripresa e il dolore diminuito nettamente

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    • Fantastico 🙂
      Ed è vero, alla fine non sai come ci riesci. Nonostante tutti ti dicono che accadrà e tu ci litighi e ti senti sola perché ti sembra impossibile solo a pensarlo. Poi un giorno diventi semplicemente consapevole, non tagli i ponti, non bruci le foto, vedi solo la realtà da un angolo diverso da prima.

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  4. Si usa il termine “voltare pagina” nel senso di non rimanere attaccati al passato, non di dimenticarlo perché questo è impossibile. Si ricomincia usando il passato come monito per non rifare gli stessi errori.

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  5. Il ritmo delle tue parole fa pensare che tu abbia già svoltato. Il bello del girare pagina è che se si ha voglia, se riteniamo valga veramente la pena rileggere qualcosa, si può anche ritornare indietro. Anche se il più delle volte si scopre che le pagine avanti sono quelle più interessanti.

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  6. Voltare pagina può essere facile a parole ma molto meno nei fatti.
    Il nostro passato rimane dentro di noi, come un piacevole ricordo o come una piccola (o grande) ferita.
    Non si può dimenticare solo volendolo fare.
    E secondo me non sarebbe nemmeno giusto, perché la nostra vita necessita delle esperienze passate, buone o cattive che siano.
    Voltiamo dunque pagina del libro, ma non dimentichiamo ciò che abbiamo letto fino a quel momento.

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    • Infatti, basta riuscire a considerare che c’è questa possibilità, abbandonare un mood e una visione sbagliata della realtà e impegnarsi a voltarle le spalle e ricominciare da un altro punto, un’altra consapevolezza..

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  7. ma voltare pagina, a mio parere, non significa operare un’impossibile rivoluzione di se stessi, piuttosto smettere di leggere sempre le stesse parole, ripercorrere le stesse righe, in pratica schiodarsi dall’empasse e andare a guardare cosa c’è nella pagina successiva della propria.
    non un rinnegare il proprio passato (noi siamo formati di passato) ma lasciare che diventi appunto passato.
    ml

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    • Io non sono mai per le soluzioni drastiche… La via della diplomazia però alle volte pure fa danni.
      Qualcosa da rinnegare comunque c’è. Quel modo di essere e di vedere le varie situazioni che ci sembrava inevitabile eppure era così sbagliato. Bisogna appunto ammettere di aver sbagliato, anche se non si pensava di poter fare altrimenti. Schiodarsi dall’empasse. Uno se ne accorge dopo che ci era finito dentro.

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  8. Voltare pagina non sempre va interpretato nel significato “letterale”, se fosse così non potremmo cambiare le nostre idee e tutti ci ritroveremmo nel caos più totale. Per fortuna, voltare pagina ha tanti significati… per es. se quella volta che ho scoperto la mia amica che mi rubava dei soldi avessi chiamato mia madre, i soldi sarebbero rimasti al loro posto, ma probabilmente avremmo finito per litigare e magari andare oltre. Invece quando si ė allontanata da sola, ho preso la palla al balzo e ho cambiato immediatamente numero di cellulare (nel frattempo sono stata vittima di squilli anonimi fatti da lei ) e se non fossi stata abbastanza “forte” allora , magari ora sarei ancora sua amica e lei mi avrebbe continuato ad usare a suo piacimento. Alla fine ė solo una questione di scelte:in quel momento io ho scelto di voltare pagina.

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    • Ecco..
      Infatti un conto è voltare pagina nel senso più materiale di cambiare lavoro, città, modo di vestirsi o di mangiare, un altro è quando questo ha a che fare con delle persone. Come si può essere drastici nei confronti di qualcuno a cui vogliamo bene, anche se ci ha fatto male? Io non ci sono mai riuscita, ho sempre tentato altre strade. E forse non lo farò nemmeno stavolta, ma ho imparato almeno a dire basta e a pretendere uno spazio solo mio, che ultimamente era finito alla mercé di chiunque. Ma appunto, basta..

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      • Anche per me non ė stato facile, ma ci si può allontanare dalle persone che ci fanno del male. Non dico che sia facile, ma possibile. Vedrai che un giorno ci riuscirai anche tu 😉

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  9. Innanzitutto volevo complimentarmi con te per aver cambiato il template, ora è decisamente più leggibile e piacevole agli occhi 😉
    Per il resto che dire, non ho mai pensato al “voltare pagina” come ad un’espressione che volesse dire cancellare necessariamente tutto il passato, il passato ci serve, anche se ci ritroviamo nella cacca, anche se abbiamo fatto la cosiddetta scelta sbagliata, perché ci serve da monito, ci irrobustisce nella sofferenza, le ferite servono a farci crescere a farci fare esperienza più del tempo stesso.
    Si va avanti con tutta la coscienza di ciò che abbiamo vissuto e passato, belle e brutte, tutto.
    Io ultimamente mi sono dannata, e forse ancora mi danno, convinta di aver fatto la scelta sbagliata, o, cmq, sbagliata in quel momento e in quella circostanza…ma forse, era una scelta inevitabile, e un giorno mi ringrazierò pensando di averla fatta, e il tempo potrà farmi cambiare prospettiva sulla cosa.

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    • Grazie! Dovevo farlo da tempo, ma non mi decidevo mai… Ero molto affezionata alla vecchia grafica perché è stata la prima e anni fa mi sembrava la più ‘confortevole’ in cui stare. Adesso però ecco serviva un tocco di moderno e delle scritte in bianco su sfondo scuro non ne potevo più neanch’io 😀
      Mi sembri consapevole e comunque risoluta da quel che dici.. Io non credo nei rimorsi, non si può giudicare tempo dopo una scelta fatta in tutt’altre circostanze. L’importante è capire quand’è che ci si sta allontanando da se stessi. Se la ‘te’ bambina in questo momento di guarderebbe di traverso allora si che è il caso di pensarci su…

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  10. Hai cambiato tema, mi piace. Comunque deve essere il periodo, perché io ho chiuso un libro intero di recente, senza leggerezza ma con una certa fermezza. E’ stata dura, ma non si può trascinare qualcosa solo per abitudine, affetto e così via, bisogna anche saper cambiare per quanto sia rischioso e difficile. Speriamo che vengano tempi migliori e che il prossimo capitolo non ci faccia sentire la mancanza del precedente.

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    • Il cambio look non era programmato, è venuto un po’ da sé dopo aver pubblicato il post 😀
      Una specie di illuminazione e di voglia di cambiare ^_^
      Riguardo quel che dici.. A me l’idea di voltare pagina è sempre sembrata troppo drastica e anche irrealizzabile, non si può chiudere fuori un pezzo della propria vita da un giorno all’altro, qualcosa sfugge e te la ritrovi tra i piedi lo stesso. Ho sempre aspettato che le persone o le situazioni sparissero da sole. Adesso però ho capito che alcune di loro sono così come sono e non spariranno, né miglioreranno (forse). Allora tocca a me prendermi lo spazio di cui ho bisogno.
      Il prossimo capitolo sarà di certo migliore V… Se hai capito cos’è che non andava in quello che hai chiuso è impossibile che ci ricaschi di nuovo 😉

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  11. Certo che sì. Lasciarsi tutto alle spalle serve e, una volta “rotto il ghiaccio”, diventa persino più semplice attuare la cosa. Potrebbe accadere anche una seconda volta, una terza, una quarta…
    un sorriso di ben trovata.
    ^___^

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  12. Voltare pagina, ricominciare, tempo di cambiare…
    A me piacciono gli inizi, per la paura che mettono. Ma sai non si può cambiare il passato e non si può sfuggire a ciò che è stato. Infatti si volta pagina tenendo con se quel bagaglio di esperienze che ti devono pur servire, sempre, nel bene o nel male.
    Ma io ho “ricominciato”. Dieci anni fa, ma è difficile, molto. Sai cos’è stato difficile per me? Il ricordo che poi era il rammarico di aver aspettato tanto per stare bene, e difficile è stato comunicare con la gente che m’incontrava: “come sei cambiata… non ti riconoscevo!” o ancora “ma ci conosciamo?”
    E pensare che non ero stata da un chirurgo estetico, semplicemente, avevo chiuso con una persona!

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  13. sinceramente credo che l’espressione “voltare pagina” non abbia un significato degno di nota, è una cosa buttata lì come “staccare la spina” per giustificare un viaggetto, parkour lessicali.

    i rapporti iniziano, a volte durano altre finiscono, non ci sono pagine da voltare, basta tenersi il buono, se c’è stato, buttare nel cesso il cattivo e tirare lo sciacquone. Certi disagi sono solo ed esclusivamente un fattore interiore, un conflitto interiore, se domattina ti alzi e ti accorgi di non provare più certe pulsioni che fai??? ti scarifichi per non farlo stare male??? lo tradisci facendo finta di niente per non farlo soffrire??? continui a dirgli di amarlo per non mandarlo in crisi???

    il problema vero è a monte, sta nelle proiezioni di inizio rapporto, nella alterazione della situazione, nella progettualità senza fondamenta, parlo in generale, non di te. E poi ci sono quelle due paroline magiche “ti amo” sparate ad minchiam nel 99% dei casi, paroline che insinuano nel cervello di chi le riceve e fermentano… fermentano… fermentano…!!!

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    • Infatti quel che mi chiedevo io era proprio se ‘voltare pagina’ avesse un qualche effetto sui conflitti interiori. Perché appunto nel post non mi riferisco a chissà quali cambiamenti di vita -a parte iscriversi in palestra- … Era proprio a quei conflitti che mi riferivo. Si può fare tabula rasa, dire “da domani non voglio più star male per una determinata cosa o atteggiamento di qualcuno, visto che ho provato a lavorarci su ma non è servito a niente?”

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  14. Mi sono ritrovata molto nelle tue parole. Anch’io ho sempre fatto fatica ad accettare l’idea che, a volte, è necessario fare un dietrofront per imboccare la strada giusta che porta a stare meglio e a realizzare sè stessi. Eppure, come dici tu, non c’è assolutamente niente di sbagliato nè di terribile nel farlo; siamo solo noi che, probabilmente spaventati, la vediamo come una cosa negativa. Il passo più difficile è proprio il primo che va in una direzione che nemmeno noi ci saremmo aspettati… ma secondo me, hai già deciso di farlo 😉

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    • Da quando ho pubblicato il post sento di aver fatto tre passi avanti e due indietro.. Ma già è qualcosa 😀
      Ci fa spavento, è vero, ma spesso in realtà siamo completamente all’oscuro del fatto che esiste un altro modo, un’altra strada che può portarci verso quel ‘se stessi’ che vogliamo diventare, mentre capita invece di finire trascinati, in particolare da cose, persone, atteggiamenti e pensieri negativi, da tutt’altra parte.

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  15. Oppelà mi era sfuggito il tuo post del 3. Le conclusioni che trai sono le tue e non le commento, commento invece il post che è espresso con una chiarezza estrema. Non so se cambierai qualcosa nella tua vita, di certo hai raggiunto una chiarezza espositiva e una lucidità che invidio.
    Buona notte!! 😉

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  16. Volti pagina quando non ti struggi più a guardare quella che ti fa male e emotivamente riesci a staccartene. Allora trovi la forza di vedere se quella che segue è bianca, ancora da scrivere, e speri, speri tanto, di non essere colpito dal blocco dello scrittore…
    A seguirci Bloom…:)

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