Cupa Melodia

Una bella differenza tra paese e città la si nota al supermercato.

Prima, quando ero in paese e mi trovavo a far la spesa di mattina, al supermercato non trovavo che donne. Mogli, madri che indossavano vestiti a caso perché avevano appena accompagnato i figli a scuola e sarebbero rientrate presto a casa per occuparsi delle pulizie domestiche e qualche insegnante che approfittava delle ore libere per anticiparsi con le cose da acquistare per la cena. Adesso invece trovo anche diversi uomini. Da soli o in compagnia delle loro consorti.

Forse questa cosa c’entra poco con la presenza o meno di uomini o forse è decisiva, fatto sta che ero una ragazzina e ricordo i discorsi che quelle donne facevano davanti al banco della macelleria.

Molto spesso facevano preparare al macellaio una bistecca doppia e della carne migliore. Una. Una sola. E aggiungevano -Sapete è per mio marito, quando torna stasera- guardandosi intorno alla ricerca di un interlocutrice che annuisse. Al che capitava che una di loro non solo annuisse ma addirittura rispondesse –Scusate e voi? Che vi mangiate stasera?- e l’altra rispondeva -Io? No, ma io mo mi prendo il petto di pollo nel banco. Quello lui lavora e quando torna mica gli posso dare il petto di pollo. Se non è bistecca rossa e chi lo sente.

Se non era alla macelleria, capitava al banco salumeria. Mortadella per sé, prosciutto crudo di Parma per i consorti. E amen.

Io ci trovavo qualcosa di profondamente e tremendamente stonato e nella mia testa giuravo che mai e poi mai avrei fatto lo stesso, quando sarei stata grande e avrei fatto la spesa per me e chi sarebbe stato al mio fianco. Bistecca? Sì, ma per tutti. Poi domani si risparmia e si compra il pollo. Per tutti. Se a lui non fosse piaciuto così, tanti saluti.

Questo è solo un esempio. Negli anni di situazioni in cui una ragazzina vede per la prima volta in quali disparità enormi sono andate ad incastrarsi le idee di essere un uomo e quelle di essere una donna ne capitano tante. In modi più o meno vicini e con conseguenze che la toccano da poco o niente a moltissimo. Il minimo che può succedere è collezionare una serie di sensazioni stonate che con il passare del tempo si sommano fino a creare una melodia cupa che attraversa l’anima quando, ancora una volta, si sente o si vive qualcosa del genere.

Qualche giorno fa infatti mi è capitato di sentire quella melodia, che è finita poi per allungarsi almeno di un paio di pentagrammi.

Mi raccontavano di una giovane donna della mia età.

Il suo compagno ha deciso che lei non deve lavorare perché secondo lui è meglio che stia a casa a crescere i suoi figli.

Una volta le ha detto che un giorno, se pure dovessero lasciarsi, lui troverà un’altra donna, ma non permetterà che lei trovi un altro uomo.

Anche se non staranno insieme, infatti, lei non dovrà essere mai di nessun altro.

Lei, beh, forse lei pensa che in fondo è normale che sia così. Insomma, che gli uomini sono uomini e anche se non sanno fare tante cose contemporaneamente hanno il diritto di decidere della vita delle loro donne. Loro sicuramente sanno cosa è meglio. Così ti fanno sentire al sicuro, anche se a volte capita che la situazione sfugga loro di mano, ma di solito in quel momento non decidono lucidamente. Gli prende un raptus. Uno come fa a prevederlo? Una spera semplicemente che non le capiti.

Mica è detto che il suo compagno sia come l’ex di quella tipa con cui lavorava prima. Spesso mangiavano insieme in pausa pranzo. Si era sposata, ma poi il matrimonio non stava andando troppo bene. Non si era capito chi aveva tradito chi per primo. Comunque, si stavano separando. Il suo ex aveva ormai un’altra relazione. Lei avrebbe avuto l’affidamento del bambino.

Poi mi hanno raccontato che alla fine forse il bambino sarebbe andato a vivere con i nonni e che per fortuna era a scuola quando i carabinieri avevano trovato lui in camera da letto con ancora in mano il telefono con cui li aveva chiamati.

musica triste

20 pensieri su “Cupa Melodia

  1. Sembra impossibile possa capitare e invece è dolorosamente reale e spesso più vicino di quanto pensiamo.
    Troppi secoli di sessismo, di educazione permissiva con i maschi perché sono Maschi e di repressione emotiva e psicologica sui bisogni delle donne hanno costruito solide fondamenta. Mi piacerebbe sperare che crollino prima possibile ma….

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    • Già. Purtroppo il maschilismo è radicato nelle piccole situazioni quotidiane, quindi figuriamoci quanto è difficile da eliminare.
      Certe cose sono inaccettabili già a quei livelli.. Ed è triste pensare che siano proprio le donne a crescere uomini che poi non sapranno rispettare altre donne.

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    • Un bel post, interessante…
      Era anche il tipo di società che lo “prevedeva”. Non si può negare che quel sistema fosse nella maggior parte dei casi condiviso proprio da madri e mogli. Con questo non lo giustifico e anzi, ci mancherebbe che oggi continuassimo così, ma all’epoca (e si parla per me degli anni ’70-’80) era così.
      Sulla carne rossa e sulle abitudini da “maschio viziato” ci sono due ulteriori fatti: 1 – i lavori pesanti c’erano eccome… oggi meno, 2 – la moglie perpetuava i vizi delle madri del figlio poi marito.
      Ripeto, non è mica che ho detto: “era giusto”, però era! Speriamo che il rispetto adesso venga non già dal petto di pollo per due che costa meno quanto dal comune sentire di coppia.
      Ps.: avete notato quante porzioni da single ci sono ora in giro nei super? Da non credere. Mica mi preoccupo per i single… ma quanta plastica per gli imballi!! 😉

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      • La libertà di scegliersi il proprio partner costa all’ambiente 😀
        Lo capisco si, ma infatti gran parte del problema è dato proprio da tutte quelle donne per cui è giusto e normale che sia così. Perché gli uomini sono fatti così e a te donna deve solo andar bene. E’ il motivo per cui a loro volta crescono figli maschilisti! E’ un loop che in qualche modo deve riuscirsi a spezzare….

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  2. Hai steso bellissime considerazioni e soprattutto mi ha fatto sorridere moltissimo la parte della macelleria. E’ una cosa che ho sperimentato anche io vivendo un piccolo paesino e scontrandomi con una mentalita’ ancora per certi versi desueta. Che non vi sia parita’ tra sessi lo si scorge tra le righe del detto e del non detto, nei piccoli atteggiamenti e nel modo in cui si dispongono le virgole in una frase. Ad esempio a me ha fatto sempre molto sorridere quando vedi quegli uomini che dicono” Ah si’ io aiuto mia moglie a fare i servizi in casa” ( bellissimo per carita’, pero’ se scavi bene ti accorgi che questa frase ha una connotazione particolare, un giudizio di fondo ). Tu non devi AIUTARE tua moglie a fare i servizi in casa, tu devi fare i servizi in casa PERCHE’ CI VIVI. (Una differenza piccola ma sostanziale, che dice molto della nostra societa’).

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    • Decenni per arrivare almeno a quell’ “aiutare”.
      Ancora qualcuno per capire che appunto, come dici tu, non è un favore che uno fa ma dovere di tutti quelli che vivono in una casa far si che sia pulita e ordinata.
      Quante madri ancora oggi non insegnano ai propri figli maschi a rifarsi il letto?

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  3. “lui troverà un’altra donna, ma non permetterà che lei trovi un altro uomo”
    La violenza contro le donne nasce sempre da questo bacato modo di pensare

    Ad ogni modo io sono il maschietto che fa la spesa da solo per tutta la famiglia, e le cose migliori (o magari solo sfiziose) non le prendo per me, ma magari proprio per la moglie ed il figlio.

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  4. A me sconvolge sempre vedere ragazze mie coetanee essere bloccate in una mentalità così maschilista e deleteria per loro stesse. E allora mi chiedo sempre come sia possibile che, avendo i miei stessi anni, non abbiano avuto i miei stessi mezzi per capire ciò che è giusto o sbagliato in un rapporto o nel relazionarsi con l’altro sesso. È dura da superare ma secondo me da qualcuno o qualcosa dovrà pur iniziare. E mi piacerebbe riuscire a “convertirne” il più possibile, salvarle da loro stesse e capire che sono importanti, non meno nè più di un uomo, ma allo stesso modo.

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    • Credo che ci passiamo tutte per la persona sbagliata. Dipende poi in quale stato psicologico ti trova. Allora capita che hai una situazione familiare difficile, un padre assente o egoista e ti aggrappi al primo uomo che sembra capace di darti sicurezza, anche se questa si articola su tutta una serie di divieti e imposizioni. Pensi che tanto gli uomini sono così per natura e ci stai.
      Oppure capita che ti innamori perdutamente di un uomo affascinante e misterioso. Che prende e toglie a suo piacimento ma quando torna ogni volta ti fa sentire speciale come se fossi l’unica donna del pianeta, anche se nel frattempo non hai fatto che chiederti cosa c’è di sbagliato in te.
      Un tempo forse non c’era scelta. E non c’è in molti posti del mondo. Le famiglie decidono i matrimoni e le donne devono stare con uomini orribili per tutta la vita solo perché così è stato deciso.
      Noi per fortuna possiamo scegliere. In tutte quelle situazioni il problema non è l’uomo egoista e narciso, non più di tanto, ma le donne che scelgono di starci che non si vogliono bene. Non amano se stesse.
      E’ molto difficile. E si soffre moltissimo. Stare da sole piuttosto che con un coglione qualsiasi richiede coraggio. Anche aprire gli occhi e vedere davvero chi si ha di fronte. L’amore non può avere a che fare con nessuna forma di violenza, anche psicologica.

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  5. A concordare con qualche commento sopra, prima c’era qusta sorta di perpetuazione fra ciò che facevano le madri e quello che dovevano fare le mogli. Quasi a competere con una donna che in fondo svolgeva un ruolo differente rispetto a quello di suocera.
    Le disuguaglianze in un rapporto si vedono dalle piccole cose, ma molto centra l’educazione svolta in famiglia.
    Quando in una famigla si sente dire: “se l’è cercata, è una poco di buono, si merita altro, sono tutte delle ipotetiche prostitute” ovvio che si instilla una mentalità misogina e retrograda. A ciò si aggiunge la mancanza di sacrifici ed il “tutto e subito” che non insegna la lontananza e la rinuncia ad un qualcosa.
    Questa è solo la punta dell’iceberg, ma è anche vero che attualmente noi donne abbiamo maggiore libertà di mettere i puntini sulle i. Ad esempio i ruoli sono cambiati e se io faccio la spesa gestendo i soldi, sono io che decido cosa si mangia, soprattutto se preparo io la cena.
    La storia della donna che non deve lavorare è oramai vecchia. In molti rapporti esiste ancora tale concezione, ma se preventivamente partiamo con il dire che “io ho la mia libertà, tu la tua” forse riusciremo a sceglierceli bene questi uomini!

    Ps: una mia vicina di casa, anni anni addietro, addirittura era solita lavare il marito al ritorno dal lavoro. Roba che non si trattava del fare effusioni d’amore e preliminari prima di un rapporto, ma proprio prendere una spugna e deodorarlo da cima a fondo. Se aggiungi il taglio delle unghie allora la cosa è fatta, ma mi domando: non è che siamo noi a darla un po’ troppo vinta?

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    • Questa tua vicina di casa lo faceva perché probabilmente per la sua educazione è così che si deve fare. E’ un problema culturale. Preistorico. Nelle periferie e nelle campagne, sia al nord che al sud, ci sono ancora molti uomini da caverne. E donne che pensano sia giusto così. Lui porta i soldi a casa, lei fa la schiava. Uomo-padrone.
      Ed è così perché molte donne sono convinte che non ci sia altra scelta. Bisogna rieducare il genere femminile per emarginare le mentalità retrograde… In casi più estremi non hanno affatto la possibilità di scegliere.

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  6. L’eccesso di distinzione genera ingiustizia, e questo vale anche per il rapporto uomo/donna. Un tempo la donna accettava forse perché il suo uomo risconosceva in qualche modo, magari anche rude, l’importanza del suo lavoro di casalinga e il suo ruolo di moglie e madre. Lo deduco almeno dai racconti di nonni e suoceri. Oggi, questo equilibrio è sempre più raro, si sfocia nella netta separazione, nel possesso maniacale o in una telefonata per comunicare ciò che non si vorrebbe mai sentire…

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    • Ciao Primula, io in questo ci vedo molta insicurezza. Donne che restano legate a uomini orribili per paura di restare sole. Uomini che uccidono le proprie donne perché non accettano l’idea di non averne il controllo. Persone che si attaccano follemente a qualcuno o a qualcosa perché sono terrorizzate dal restarne senza. Anche se quel qualcuno o qualcosa è tossico. Assurdo..

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    • Non giudico perché anch’io ho avuto a che fare con persone che mi hanno fatto male e non le ho allontanate subito, ma sono stati momenti quelli in cui ho capito cose su me stessa e sugli altri, li ho vissuti come momenti per imparare e capire.. Ovvio che poi alla fine non ho accettato nulla che non mi facesse bene.

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