Non eri sola. Per G.

Forse aveva bisogno di qualcuno che le dicesse non sei sola. Che tanto le persone giudicano lo stesso, se sei fidanzata, se non lo sei, se frequenti qualcuno, se è la persona sbagliata, se è quella giusta, se non caghi niente e nessuno e finisci gli esami, se non lo fai, se ti laurei con un voto basso o uno alto, se vuoi restare a vivere nel paesino in cui sei cresciuta o se vuoi andare via, se in fondo non hai chissà quali problemi gravi oppure sì. Ti giudicano se cerchi di essere felice o ti senti comunque troppo triste, se sei in anticipo o in ritardo con i loro tempi, se cerchi a tutti i costi il tuo posto nel mondo e il lavoro dei tuoi sogni o solo uno che ti fa almeno sentire indipendente. Ti giudicano se ti lasci condizionare, se vivi male la pressione o se non te ne frega un cazzo di niente, se hai il coraggio di dire sempre a tutti quello che pensi, oltre le convenzioni sociali, le immagini che si sono fatti di te e le loro aspettative su chi sarai un giorno o se non ce l’hai. ‘Non sei sola’ e soprattutto che aver voglia di perdere la ragione ogni tanto non significa, necessariamente, che per te è finita.

G. ha deciso di togliersi la vita ieri pomeriggio, lanciandosi dal tetto di una delle sedi dell’università che frequento. Aveva raccontato ai suoi parenti e al suo ragazzo di aver finito gli esami e ieri aveva invitato tutti alla sua seduta di laurea. Lei però non aveva sostenuto ancora tutti gli esami e ovviamente non era nella lista di quelli che si sarebbero laureati ieri. Prima che le sue bugie venissero inesorabilmente scoperte si è allontanata dai suoi cari e qualcosa che aveva dentro di sé, o forse qualcosa che ormai non c’era più, l’ha spinta ad andarsene via, per sempre.

37 pensieri su “Non eri sola. Per G.

  1. Ma G. è un’invenzione spero, non è successo realmente? Perché non ci posso credere… non posso credere che qualcuno possa pensare di uccidersi invece che dire la verità alle persone che la amano… che darebbero la vita per lei, come i suoi genitori!
    Ho i brividi…

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    • No Sara, purtroppo è successo davvero, ieri. Ne scrivono anche sui giornali. Non è nemmeno la prima volta che accade. Sono sconvolta perché l’università è davvero una seconda casa per me, le emozioni che deve aver provato le abbiamo incontrate tutti. Lei non ha trovato una via d’uscita e non posso che chiedermi cos’è che fa la differenza.

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      • sono veramente sconvolta… la differenza è perdere il senso delle cose importanti. Perdere di vista la “realtà”. Dare il giusto valore alle cose e agli affetti, ridimensionare i problemi. Dico sempre ai miei figli: a tutto c’è rimedio fuorché alla morte!
        Dico sempre ai miei figli: anche se certe cose potrebbero farmi innervosire, sappiate che vi Amo e sono dalla vostra parte: sempre! Quindi non abbiate paura a dirmi qualsiasi cosa… chissà se ripetendoglielo sempre e sempre e sempre… lo capiscono. Sai da madre quanta paura ho che loro possano, per timore, fare imprudenze? Sono arrivata addirittura a dirgli che se gli dico di essere a casa a un certo orario e invece fanno tardi: sicuramente mi arrabbio, ma per fare prima non devono correre (né ora in bici né un domani in macchina, non devono fare imprudenze), perché anche se arrabbiata sarò immensamente felice di vederli a casa sani e salvi…
        più di così, non so…

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      • Credo che sia l’insegnamento giusto questo. In più penso che una cosa fondamentale da imparare, una cosa che soltanto adesso ho capito e soffrendo non poco, è che non esiste periodo buio che non finisca. Si può stare male, malissimo, ogni volta peggio, per qualsiasi motivo, ma quella sensazione non dura per sempre. Fa parte del gioco. Nulla è definitivo, né la gioia, la felicità ma nemmeno il dolore. Grazie per aver riflettuto con me su questo, è importante…

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      • Grazie sei gentile a dirmi così, mi conforti. Cerco di fare del mio meglio tentando di comprendere il loro punto di vista e le loro sensazioni, cercando di essergli amica ma nello stesso tempo senza perdere il ruolo di genitore, che deve dare l’esempio… mostrando a volte anche la debolezza e la paura perché nessuno è perfetto… non è facile, ma si fa del proprio meglio 🤗
        Grazie 🙏

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      • Dev’essere terribile, e dovranno per forza conviverci…
        Ho visto la serie tv 13 reason why, se cerchi è uno dei miei ultimi post, e credo sia rappresentata in maniera egregia la madre, davanti al suicidio della figlia, che invano cerca i colpevoli rendendosi poi conto di quanto non conoscesse di lei… ma è vero che quando un figlio cresce, sceglie di tenere per sè alcune cose…

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      • Sicuramente a volte ci sono cose che un genitore non può capire, nel senso di analizzarle oggettivamente. Per questo è importante avere anche amicizie quanto più vere e sincere possibili e non restare troppo tempo da soli con i nostri pensieri (negativi). Il blog per me è sempre stato uno sfogo anche in questo senso

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      • Anche per me per un periodo breve del mio breve trascorso qui… ognuno trova i mezzi che può per sfogare i pensieri, e gli amici crescendo diventano una parte importante di noi, quelli intimi sempre più pochi e vicini… che ci capiscono davvero 🙂

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  2. Tanti anni fa conoscevo una ragazza che continuava a dire che a breve si sarebbe laureata. Non capisco perché mentire. Puoi mentire ai tuoi genitori che non sanno nulla della vita universitaria, ma alla tua migliore amica che aveva già una laurea e che per vivere aiutava gli altri a scrivere le tesi universitarie era da folle dire “entro l’anno mi laureo”. Il problema di queste persone è che iniziano a dire una bugia per difendersi da una critica perché hanno paura di essere giudicate e di far sapere come sono e poi si ritrovano a essere vittime delle loro bugie. Perché magari i genitori si vantano in giro del percorso universitario dei figli, perché magari già immaginano una grande carriere dopo la laurea e perché loro vedono gli altri già con un pezzo di carta in mano e si sentono frustrati. Questo stato mentale porta a una sofferenza tale, secondo me che, invece di dare la spinta a superare l’ostacolo studiare o dire “non voglio più fare l’università”, creano altre difese, ovvero altre bugie, più grosse: è morto il mio professore, oppure, il mio professore mi ha chiesto di fargli da assistente quindi sto perdendo tempo per scrivere la laurea… Mi spiace per la ragazza, perché per me la laurea non è un traguardo così importante che vale la vita di una ragazza, l’università è un percorso di vita oltre che di studio, se non sei adatta a quella vita, se non te la senti, devi avere il coraggio di guardare il faccia la realtà e dire le cose come stanno. Le bugie hanno un prezzo, ma questo prezzo non è assolutamente la vita!

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    • Non è detto che non le piacesse l’università, può darsi pure che aveva bisogno dei suoi tempi ma si sentiva giudicata… Perché è un attimo che la gente pensa che non sei all’altezza, che perdi tempo, che sei debole, che ti distrai troppo… Gente che non legge nemmeno un libro all’anno.
      Sicuramente difendersi con le bugie significa non volersi bene.. Si può arrivare ad essere talmente insicuri da perdere completamente il contatto con se stessi. E con la realtà…
      Grazie Samanta, hai raccontato una cosa che mi ha fatto riflettere molto, un punto di vista molto vicino a ciò che è successo…

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  3. ho letto la notizia e ora leggo questo tuo post… io credo che bisogna sempre ricercare motivi e cause per capire, che capire non impedirà il ripetersi di certi avvenimenti e non ridarà a chi rimane ciò che ha perso però dovrebbe esserci una sorta di obbligo nelle persone che in un modo o nell’altro si sentono coinvolte ad indagare su se stesse.

    Spesso però situazioni simili portano a disperdere parte della propria identità nella ricerca di colpe o mancate azioni, quello che rimane è ancora più devastante di ciò che si è perso, e molto spesso di ciò che rimane ci si dimentica in fretta…

    capire le ragioni dovrebbe servire anche a salvare ciò che rimane, per quanto possa far male, per quanto possa sembrare o sembrarci stupido o superficiale o giusto e legittimo..
    cercare di capirci qualcosa però senza la presunzione di poter sostituire il nostro pensiero con quello di chi ha fatto quella scelta, cosa che dal mio punto di vista rimane pressochè impossibile.

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  4. vicenda tristissima, ma una volta tanto non darei la colpa al giudizio della gente. G. è stata vittima di una slavina da lei stessa provocata. Ha iniziato tirando la palla di neve di una bugia, che vuoi che sia una palla di neve, anche se rotola e s’ingrossa un poco, la si tiene sotto controllo. Purtroppo non è stato così. Per arginarla, G si è messa a tirare altre palle, ad aggiungere altra neve, cosa palesemente illogica vista da fuori, soluzione inevitabile se m’immedesimo in lei. La massa nevosa ha assunto dimensioni e pressione tali che lei stessa ne è stata travolta.
    ml

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  5. Ho letto la notizia, e purtroppo non è nemmeno la prima volta che accade una cosa simile, anche se magari con tempistiche differenti (senza inviti, per dire).
    Sapere che era tutto organizzato nei dettagli mi fa star male, questa ragazza era sola dentro di sé, la sua fine mi ha lasciato sgomento.

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