È una cosa abbastanza da narcisi, lo so, ma a volte mi perdo ad immaginare il momento in cui avrò da scrivere i ringraziamenti in calce alla mia tesi di laurea magistrale e penserò a delle frasi – che non mi azzarderò mai a riportare davvero tra quelle pagine – sugli esami di fronte ai quali si viene messi dalla vita, sui riferimenti che saltano, sui pomeriggi trascorsi con la mia migliore amica a fissare il fuoco del suo camino perché sembra l’unica cosa davvero presente e sicura di un mondo che all’improvviso si è messo a girare più velocemente, ma soprattutto perché nel rivolgere lo sguardo in un qualsiasi altro punto mi sono accorta di essere terribilmente miope, specie se si tratta del futuro.
Insomma, immagino un momento in cui, tirando le somme di ciò che ho e non ho fatto, in qualche modo il conto mi restituisca un’immagine di chi sono diventata, come sono cambiata in questi anni, in cosa sono migliorata e in cosa invece sono ancora pessima.
Mi sono resa conto, in questi giorni, che non c’è bisogno che io aspetti quel momento.
Un po’ come se la resa dei conti stesse accadendo adesso, proprio ora, mentre sto scrivendo. Un po’ come quando nei film accade che l’eroe ormai moribondo e sanguinante si sta lasciando andare alle proprie paturnie e d’un tratto arriva il suo aiutante con l’armatura speciale o l’arma più figa di tutte e gliela consegna, fiducioso che con questa tra le mani può finalmente rialzarsi ma soprattutto portare a termine la battaglia, essendo della potenza necessaria per distruggere il nemico. Ecco, in quel momento lo spettatore – ma anche l’eroe – si chiede perché diamine l’amico non è arrivato prima o perché non ha tirato fuori l’escamotage per vincere la battaglia fin dall’inizio. L’aiutante o l’amico gli rivolge uno sguardo saggio e gli dice qualcosa del tipo soltanto adesso sei pronto. L’eroe lì per lì annuisce ma non capisce davvero cosa vuol dire, ma afferra comunque l’arma e si rialza.
Allo stesso modo mi sento un po’ spiazzata. La mia vita sta cercando di restituirmi pezzi di me stessa adesso, prima degli ultimi esami. Vuole ricordarmi adesso dei gusci che ho rotto, dei cieli che ho tirato giù e dei prati nuovi di zecca che ho srotolato davanti ai miei piedi per andare in posti che non avevo visto ancora. Dei treni, dei litigi, delle cuffie nelle orecchie per non sentire cosa si dicevano nell’altra stanza, delle volte che ho capito e di quelle che non ho capito niente ma ho fatto finta di sì. Dei giorni in cui mi sono disperata inutilmente, delle lacrime, dei mai più, dei ci provo ancora. Delle cose che mi sono piaciute, ma poi ci ho ripensato. Di quelle che ho odiato e poi dopo amato alla follia.
In particolare mi sta ricordando di tutti gli specchi che ho trovato nelle persone che senza troppi complimenti hanno riflesso le parti peggiori di me e dei conti che ho dovuto fare con quelle immagini. Che mica sempre ci si può migliorare. Ho imparato a dire io sono fatta così. Se ti piaccio bene, altrimenti puoi anche andar via. Mi sono affezionata a qualcuno dei miei spigoli, perché sono la mia storia. A patto che segnino delle distanze, ma non facciano male a nessuno.
Mi sono confrontata con la ragione e con il torto – anche mio -, con la paura e con ciò che non avrei voluto ammettere mai.
La cosa più importante di tutte però l’ho capita da poco.
L’essere amore.
Chi è amore, fuori di me. Cosa è amore, dentro di me. Come si diventa amore, quando dentro e fuori non si distinguono più.
Il resto a confronto sbiadisce all’istante. Mi rifletto per qualche istante nella spada tirata a lucido.
Prometto a me stessa che difficilmente, ma molto difficilmente sarò meno di ciò che sono in questo momento.
Beh, dai, mi pare un mix tra soddisfazione per ciò che hai raggiunto e raggiungerai a breve, allo stesso tempo voglia e timore di crescere e di essere… Articolo intimo che cattura l’attenzione… Bello…. Ciao!
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Grazie!
Benvenuto qui 🙂
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Mi hai fatto venire in mente di quando, nel lontanissimo 1993, mi laureai io.
Cercavo disperatamente una frase, un aforisma, da inserire nel post copertina.
Alla fine la scelta cadde su “per aspera ad astra”.
Riguardo le dediche ed i ringraziamenti, nulla sulla tesi, ma tutto sul papiro di laurea.
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E che cos’è il papiro di laurea??😮
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A Padova è una istituzione.
Si tratta di enormi fogli che vengono affissi all’università il giorno della laurea.
Nel papiro vengono ripercorsi, solitamente in rima, vita, amori e studi del/la neo laureato/a, in modo scherzoso ed irriverente.
A volte in modo anche spinto e audace, con illustrazioni VM18.
Nel mio caso, appena piantato dalla morosa, gli amici andarono giù in modo pesante.
Il laureato declama poi a voce alta la lettura del papiro, che oltre ai vari passaggi “trasgressivi” presenta alla fine i ringraziamenti per parenti e amici.
Al termine della lettura iniziano gli scherzi….
http://www.padovaoggi.it/blog/vivipadova/papiro-di-laurea-padova-storia.html
Alcuni esempi:
http://iow.no-ip.com/?page_id=276
Ciao Bianca.
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Waaaau no ma qua non si fa! Mai visti prima Ahaha
Grazie!
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Di solito la volgarità regna sovrana.
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Ahaha si ma vedo che anche i disegnatori sono bravi!
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Di solito si tratta di caricature, spesso più o meno svestite o più o meno volgari, del laureato. Non ti dico con le ragazze…
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Ahhaah non oso immaginare!
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ovviamente mi estraneo dal contesto non avendolo mai vissuto di persona, però ciò che appare è un momento di bilancio che solitamente avviene in prossimità di un traguardo… l’unica cosa che mi sento di aggiungere solo come punto a confronto della tua visione, specialmente indirizzato alla sua conclusione (del post intendo ovviamente 🙂 ) è che :
non ci è dato tempo per pensare, scrivere, parlare di noi che non sia in transizione
e più e meno hanno un valore soltanto in uno spazio bidimensionale… 😛
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Quindi è tutto relativo?
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Beh, ehm, non è una mia affermazione… 🙂 ma credo che sia vicina ad una realtà quantistica della vita piuttosto attendibile.. tu la pensi diversamente?
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Sisi la penso come te, abbiamo già fatto questo discorso altre volte se ricordi 🙂
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Infatti, ricordavo ma pensavo anche che magari il tempo potesse averti fatto cambiare prospettiva.. 🙂
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Nono, diciamo che non ci avevo pensato questa volta ma in linea generale sono sempre d’accordo
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🙂 okok
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