Di indifferenze reali, con violenze sparse e intense precipitazioni di parole virtuali

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L’altro giorno ho visto un video di una donna che in un treno prendeva a schiaffi e calci il suo fidanzato, mentre gli mostrava la foto di un’altra donna sullo smartphone e gli chiedeva se fosse quella la tipa con cui la tradisce. Lui le prendeva senza tentare grossi gsti di difesa e rispondeva ovviamente di no.

Sono rimasta interdetta.

Insomma, forse fa meno effetto di un uomo che picchia una donna.

Forse la ragazza non aveva tutta questa forza e i ceffoni non erano poi così dolorosi.

Tuttavia, è violenza anche questa.

Mi sono ricordata delle volte che ho visto schiaffi volare nei supermercati verso bambini irrequieti da genitori spazientiti. E nessuno mai che si sia azzardato ad intervenire. Nemmeno io.

E’ come se questo genere di cose pur avvenendo in pubblico trasporti immediatamente i soggetti in questione in una sfera totalmente personale e privata. Perché tu non sai, non devi impicciarti, così sono abituati, eccetera. 

Sicuramente, siamo giudici migliori quando ci troviamo dietro ad una tastiera.

Ieri assistevo ad un litigio in un gruppo Facebook che dovrebbe essere di aiuto ai cittadini nel segnalare e risolvere problemi della mia città. L’autore del post dava dell’ignorante a chiunque si opponesse alla sua tesi, che più a cercare di trovare una soluzione al problema, serviva semplicemente ad insultare il Sindaco per le sue mancanze. Come lui ogni giorno tanti utenti fanno allo stesso modo. Si lamentano e poi litigano con chiunque osa rispondere qualcosa di logico e razionale.

Dal momento che ne avevo lette troppe, sono intervenuta cercando di spiegare la differenza tra un gruppo di segnalazione ed uno di propaganda politica. In più ho lanciato l’idea di creare un gruppo seriamente moderato dagli amministratori in maniera da non diventare un altro monnezzaio di insulti e lamentele di cittadini frustrati. In pochi hanno risposto favorevolmente. La vice-bullo del gruppo mi si è attaccata ai sensi sbagliati di ciò che dicevo con un’ottusità triste e ridicola.

Tempo fa se la presero con il Sindaco per le cacche dei cani sparse sulle strade e nemmeno una parola verso i loro concittadini incivili. Anche li mi ci attaccai, ma servì a poco.

Intanto però mi chiedo ancora cosa avrei dovuto fare se mi fossi trovata in persona di fronte alla scena della fidanzata gelosa. Se avessero litigato a casa loro nessuno l’avrebbe mai saputo e pace. La dimensione pubblica, però, essendo appunto pubblica, ci tira davvero sempre in causa? Il limite forse sta nell’intensità della violenza e in ciò che potrebbe diventare ‘denunciabile’ perché viola in qualche modo la legge. Il che significa stare a guardare, fino ad un certo punto, per non beccarle a tua volta.

Questo insomma per dire che c’è seriamente qualcosa che non va se litighiamo con gli estranei sul web e per strada no. Se filmiamo l’accaduto e poi lo commentiamo al sicuro da dietro ad un pc.

27 pensieri su “Di indifferenze reali, con violenze sparse e intense precipitazioni di parole virtuali

    • Codardo si… leone è per dire dell’atteggiamento aggressivo e sfrontato di cui fanno sfoggio. Basterebbe far mente locale e chiedersi se ‘di persona’ ci si comporterebbe allo stesso modo.
      È la via di mezzo tra quelle più complicate che conosco 🙂

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  1. Io in realtà non saprei intervenire di persona. Cioè, non mi sento forte abbastanza per reggere uno scontro “non mio”. Probabilmente in base alla situazione chiamerei qualcuno di più autorevole. Che poi è anche difficile riuscire a capire la gravità delle situazioni alle volte… Quando bisogna intervenire? A che livello la situazione può esser considerata critica? Non so.
    Per quanto concerne l’internet, non ho più parole per commentare ciò che accade: gente di ogni età e nazionalità che scrive insulti, minaccia, usa parole pesanti… Uno schifo. È come se fosse una discarica sociale.

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    • Guarda l’unica soluzione è denunciare a chi di dovere. Ad esempio in quel caso andava avvisato il capotreno. Su internet meglio segnalare il più possibile i comportamenti scorretti. E poi vediamo se cambia qualcosa… Serve educare gli utenti di internet altrimenti qua chissà dove si finisce…

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  2. Io partecipo al “gruppo” del paese, per consigli e segnalazioni, e per fortuna i casi di questo tipo sono molto rari e ben moderati. Se uno se la prende con il sindaco perché il vicino non raccoglie la cacca del cane viene subito zittito.
    Riguardo la violenza donna/uomo secondo me è giusto abbia minore eco, perché non deve passare il messaggio “eh, però, anche le donne menano”. Non voglio sminuire l’accaduto, ma certamente la violenza fisica di una donna è inferiore a quella di un uomo.

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  3. Ci sono 2 cose secondo me. La prima è che siamo il paese del litigio, amiamo litigare, ho letto da qualche parte che abbiamo il record al mondo del numero di cause per abitante. La seconda, più generale, è che internet dà sfogo all esibizionismo di ognuno. Poco importa che la tipa non fosse ripresa, il fatto è che se una cosa non viene vista da nessuno è come se non fosse mai accaduta. Vale anche il discorso inverso, secondo me: probabilmente se non avesse avuto una claque e fosse stata all interno di una stanza, la tipa non avrebbe fatto quella piazzata.
    circa blog e forum…ogni tanto vado su qualche blog calcistico e ti assicuro che quello che leggo, scritto da persone di 60 anni con figli fa riflettere e spesso dovrebbe anche fare intervenire le forze dell ordine.
    secondo me è anche un effetto moda. Passerà.
    Come va lo studio?

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    • Più che moda è un po’ come quando si apre il recinto delle galline, quelle scappano ovunque credendo di essere libere. Allo stesso modo internet è percepito come uno spazio libero, nel quale ci si può comportare come nella realtà non si farebbe, ed è un errore. Vale il rispetto e l’educazione che si avrebbe anche nella vita reale.
      Immersa nello studio… e credimi per come è andata la mia vita finora ne sono anche felice 🙂

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  4. affronti due temi diversi tra loro, la litigiosità dietro a una tastiera e il non intervento, o meno, di fronte a pubbliche forme di violenza.
    La prima ormai è diventata così diffusa da essere una caratteristica sociale (deprimente) di questa epoca.
    Le cause credo siano molteplici: l’anonimato che rende incivili, l’iperbole dei toni necessaria (??) per farsi notare nel grande mare degli interventi (più semplice l’iperbole dei toni e delle parole che non la profondità dei pensieri), l’istinto al linciaggio (così definisco la tendenza a lasciarsi contagiare da un clima rovente quando viene additato un possibile pubblico colpevole (l’esempio che porti del sindaco e della cacca dei cani è lampante))
    La seconda mi sembra legata alla difficoltà di individuare il confine tra il doveroso rispetto della sfera privata (due che discutono animatamente in pubblico sono una condizione privata, sgradevole, incivile, ma privata) e l’imperativo morale, di fronte a una scena di violenza, a intervenire in difesa del più debole.
    penso che questo confine cambi in funzione della cultura sociale e della latitudine: aspettavo il treno assieme ad altra gente ad Heidelberg, quando si sono spalancate le porte della carrozza sono rotolati fuori due che la davano di santa ragione, ostruendo l’accesso al treno: nessuno è intervenuto a dividerli, nessuno che abbia protestato, tutti hanno atteso in silenzio che finissero per poi salire sul vagone come se niente fosse successo. In effetti nemmeno io ho fatto nulla, forse condizionato dall’ambiente. Di certo mi fossi trovato a Napoli o a Milano mi sarei, ci saremmo, comportati diversamente.
    🙂
    ml

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    • Due temi diversi tra loro ma nella tua risposta ad entrambi c’è un elemento comune, il condizionamento dell’ambiente e il contesto. Quindi non esiste una risposta univoca, ma dipende dalla situazione, dai soggetti coinvolti. Il che è anche giusto ma non è di sollievo quando mi trovo a pensare ‘e se capita a me’ o ‘come mi comporto la prossima volta’.

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  5. Ciao Bianca, indubbiamente il tuo post richiederebbe un commento più serio, io però in questo momento sono passato solo per lasciare un saluto a tutti gli amici di blog con cui ho condiviso sorrisi ed emozioni. Non c’è nessun motivo particolare, solo che essendo da tanto che non posto e che non mi soffermo a leggere volevo solo lasciare un saluto… ecco… fatto… 🙂

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  6. Ricordo da lontani ma piacevoli studi di psicologia sociale: anni sessanta, o settanta: simulavano delle liti fra un uomo e una donna, in pubblico. Se dalle urla dei due falsi litiganti si lasciava intendere che i due fossero marito e moglie, la gente non interveniva o quasi. Se al contrario si lasciava intendere che fossero sconosciuti, la gente interveniva molto più spesso per separarli o difendere il più debole.
    E allora non esisteva internet. Sul quale mi permetto di farti un nome interessante: Byung-Chul Han, Nello Sciame. Visione un po’ apocalittica ma molto, molto interessante.

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  7. Bianca, credo che sia l’intensità della violenza a frenarci, ma anche i pregiudizi che abbiamo verso l’uno e l’altro sesso. Se la scena dei due fidanzati fosse stata diversa (lui che menava lei), sicuramente qualcuno sarebbe intervenuto. Mi capita spesso di vedere ragazze che menano ceffoni ai propri partner. E che ceffoni. Il ragazzo sembra attutire il colpo con non chalance, quasi come se se la fosse cercata per via di una battuta o di una stupidata. Ma da estranea la vedo come una vera e propria umiliazione perché, pur non facendo del male fisico, ne avverto quel senso di sottomissione. Un po’ come a voler zittire piuttosto che difendersi.
    Su internet siamo molto bravi ad agire a spada tratta, ma l’ignoranza è talmente latente che, alla fine, uno perde la pazienza.

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