Come si affronta il drago

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Giro la testa ovunque intorno a me. I miei occhi cercano una fonte qualsiasi di distrazione a cui aggrapparsi per non cedere. Non ora, mi dico. Non posso. C’è lei.

La mia ricerca si arresta con lo sguardo sulla statua di San Giorgio in alto alla mia destra. Insomma, ho sempre saputo fosse lì, la statua, non mi aspettavo piuttosto che stesse lì anche la soluzione al mio problema. Almeno in quel momento. Mentre il prete parla di non ricordo cosa avesse a che fare con esistenza e amore, le sue parole si stavano avventurando pericolosamente verso dei tasti dolenti dentro me. Un attimo ancora e con ingenuo savoir faire li avrebbero pure pestati.

Forse è perché alla presenza di un piccolo essere umano ci si sente in dovere di proteggerlo, anche da se stessi, e quindi ho cercato istintivamente qualcosa che fosse un’arma.

E per fortuna lì vicino ce ne era una tra le mani di San Giorgio.

La scena è balenata nella mia mente in pochi secondi. Ho immaginato di prendere la lancia chiusa nella teca con il suo proprietario e di scagliarla contro il dolore che stava per esplodermi dentro.

In genere si dice basta un po’ di autocontrollo e di solito funziona. Che succede però se un giorno ci si chiede se c’è qualcosa di più oltre a quello, un potere più grande, un’altra possibilità, un’opportunità diversa di affrontare tutto e in particolare loro?

Loro, i nostri draghi.

Se l’opportunità fosse scegliere?

Scegliere di non sentire dolore, scegliere di accenderci la luce dentro, scegliere di alzarci più presto o più tardi, scegliere di sorridere, scegliere di non prendercela troppo, scegliere di riprovare e di non dar peso ad un fallimento. Scegliere di essere più leggera. Scegliere di infrangere una regola, scegliere di non andare a guardare tra i brutti ricordi, scegliere di essere libera dal passato e di non ragionare per conseguenze, scegliere di essere allegra e scegliere di essere triste senza sentirmi in colpa.

Scegliere di liberare la testa e iniziare a leggere un libro, scegliere di liberare il cuore e amare me stessa.

Il piccolo essere umano si gira verso di me, sapevo che a quel punto l’avrebbe fatto, gli rispondo con un sorriso sicuro, va tutto bene.
Il drago annuisce, dice che va a farsi un giro e di fargli uno squillo se serve. In fondo i tempi sono cambiati, nulla togliere a San Giorgio, ma qui tra poco non ci saranno nemmeno più gli animali nei circhi, figuriamoci i draghi morti negli articoli dei blog.

18 pensieri su “Come si affronta il drago

  1. e se l’opportunità fosse Non scegliere? farci l’amore, con il dolore, rotolarcisi per terra, ridendo, senza pretesa di “sconfiggere”. non c’è dolore quando mente, anima e spirito sono davvero un tutt’uno. e poi, semplicemente, chiudi la porta. lo so. sembrano le parole di un folle e io stesso, se me lo avessero detto un anno fa, avrei riso dentro.

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  2. sei giovanissima anche senza farmi vedere la carta di identità.

    non so quanto sia questione di ragioni o tortE. mettila così, alziamo l’asticella della difficoltà, che tanto i numeri ce li hai: niente di quello che stai vivendo è reale. tutto è in movimento, sei in un punto in cui stai divenendo qualcosa, qualcuno, qualcanche. lo so, il dolore è terribile. paralizza, fa paura, toglie smalto.

    eppure, garbata amica virtuale, è così necessario, così tanto necessario da non essere dolore, ma creta nelle tue mani. il dolore passerà. c’è da chiedersi, alla fine di questo percorso spinato, tu chi sarai.

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