
Una signora bionda sulla settantina si ferma sotto al balcone al primo piano del palazzo di fronte al mio. Credo sia la seconda o terza volta. Aspetta un po’, poi alza lo sguardo e sorride al suo nipotino. Come stai, hai fatto i compiti, come sei bello tesoro mio. La prima volta le sono passata accanto mentre andavo a fare la spesa, poi mi è capitato di rivedere la stessa sequenza di azioni direttamente dal mio balcone. Un signore anziano qualche piano più su invece apre le porte degli infissi con slancio e si appoggia alla ringhiera. A volte va su e giù per il balcone. Cerchiamo implicitamente di approfittare con lo sguardo di spazi di mondo diversi. In un altro balcone ancora due bambini giocano con la palla e in quello del palazzo alla mia destra ogni tanto la famiglia si riunisce chiacchierando in quello che sembra uno spazio comune, diversamente dall’interno della casa, forse, dove ognuno ha il suo da fare. Solo la donna più anziana porta la mascherina e cerca di farsi ubbidire dal cane che le gironzola intorno.
Le abitudini si adattano agli spazi ristretti e questa settimana ho capito che vale anche per me, nonostante all’inizio sentissi poco il peso delle restrizioni. C’è un altro spazio che al contrario sembra allargarsi, agguantando centimetri su centimetri ogni giorno approfittando che non ci sia quasi nessuno in giro a guardare, curiosare, giudicare. Mi chiedo se forse non sia meglio così e mi sorprendo nel pensare ogni tanto che il dopo mi fa un po’ paura. Non voglio che al via libera qualcuno apra con slancio le porte del mio mondo ficcandocisi dentro e rimettendo in disordine tutto, dopo lunghi giorni passati a rassettare, catalogare, a far prendere aria a quegli angoli dell’anima dove non si accende mai la luce per tenerli nascosti e al sicuro dagli altri. Per non parlare di tutti quei padiglioni nuovi di zecca che sto cercando di attrezzare con fonti di energia rinnovabili in maniera che vadano da sé anche quando sarò troppo occupata per curarli per bene. Non voglio che arrivi la folla, la confusione, il dubbio, l’invidia o la paura a sciuparli.
Questa sera ho visto alla TV una Basilica di San Pietro vuota, ma per esempio, per la prima volta non mi sono vista come da fuori. Insomma, quando è piena di gente per forza di cose te che la guardi da lontano sei fuori. Adesso che è vuota, mi sembra di esserci, di essere lì dentro.
Io che non sono particolarmente religiosa, che quando capito a Messa mi lascio distrarre dal cappello, dalla borsa che cade, dal colpo di tosse, dal freddo, dal caldo, dall’eco, dalle sculture, mi godo questo vuoto che è pieno, questo escludere che include.
Ho anch’io ammirato la Basilica di San Pietro, che quando ebbi la fortuna di visitare era ovviamente piena di gente come noi che si faceva sorprendere dalla sua bellezza. Credo che vederla vuota “dal vivo” sarebbe splendido, ma impossibile. Pensa al Louvre senza gente attorno!
Buona Pasqua, Bianca.
Andrea/K
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Sempre sognato di visitare questo genere di posti.. vuoti 😄
Buona Pasqua Andrea!
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Buona Pasqua cara, ❤
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Buona Pasqua Laura! ❤️
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Baci bellissima, ❤
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Ho sempre sofferto la gente, le persone… quando viaggio (viaggiavo prima dei bimbi) ho sempre evitato accuratamente i luoghi più importanti e famosi e ricercato vicoli e vie che nessuno cita, ho sempre cercato di sentire l’energia e la storia e per farlo ho sempre avuto l’impressione di aver bisogno di stare solo oppure assieme a 3 o 4 sconosciuti meglio se locali per sentire la loro geografia storica che profuma di vita… non ho mai capito se tutto questo sia solo una stupida illusione o se mi dava realmente il modo di capire e sentire cose che con un rumore di fondo non si possono sentire… da li il grande desiderio di poter applicare la stessa “regola” nei luoghi più famosi, ma senza rumore di fondo… alla fine oggi penso che forse da quel rumore di fondo il luogo assorbe parte della sua storia e probabilmente il mio desiderio era molto egoista… anche se tremendamente affascinante… almeno per me…
un saluto!! 🙂
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Nei luoghi più famosi il rumore di fondo è il turismo, a volte fastidioso, a volte ipnotico, come un rumore bianco che somiglia ad un silenzio… Anche io spesso mi sono trovata sola a visitare luoghi più o meno famosi, la presenza di quel rumore e il suo impatto dipendeva dal mio stato d’animo… Si tratta sempre forse di un po’ di sano egoismo 🙂
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io ho l’impressione che il mio stato d’animo dipenda da quel rumore… ihihih il fatto è che io adoro le persone… ma una alla volta… 🙂
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Ahahah capito
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è vero, sono cambiati i rapporti tra vuoto e pieno, e il senso (e la gerarchia) che attribuiamo a questi dentro di noi. Molto piaciuto come l’hai detto.
ml
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Grazie massimo 😊😊😊
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