
Nina gira la testa verso il balcone chiuso. Chissà quanto ci vuole a piedi e poi in treno ad arrivare al mare. Ha deciso, andrà sabato. Venerdì sera preparerà la borsa con un asciugamano, un libro e una bottiglia d’acqua. Basta rimandare. Gli orari dei treni, sì, quelli li vedrà direttamente venerdì. Ora basta perdere tempo, gli appunti non si studiano da soli. Un ultimo sguardo al Sole che brilla solo fuori dalla sua stanza. Arriva un tonfo dalla stanza accanto e lei sussulta, non vistosamente, ma il cuore inizia ad andarle a mille. Si sarà fatto male? Nessun altro rumore. Aspetta qualche istante, così magari si risparmia di andare di nuovo a controllare. E se non fa nessun rumore perché è successo qualcosa come l’altra volta? Le trema qualcosa dentro, si alza quasi buttando via la sedia e corre di là, ma a pochi passi dalla porta si avvicina piano. E’ tutto ok, è solo caduta della roba. Entra, la raccoglie e gliela sistema a portata di mano. Torna alla scrivania, dov’era rimasta? Ah si, al Sole. Forse sabato può approfittarne per fare quelle commissioni che aveva rimandato, pensa. Sì dai, l’estate è lunga, al mare ci andrà un altro giorno. E magari una di queste sere va ad ubriacarsi come non ha mai fatto. Anche se non servirebbe a nulla, insomma, facendo mente locale, quale uomo al mondo ha risolto qualcosa facendosi del male? Mettiamo pure che si faccia male, ma proprio per bene. Uccidendo ogni speranza, ogni luce dentro di sé, toccando il fondo. Ecco. Nina è quasi sicura che al mondo sono stati toccati già tutti i fondi possibili. Non è rimasto un solo modo originale di farlo. Ne ripassa a mente alcuni senza accorgersi che nella stanza inizia a farsi più buio. Invece, riflette, è molto più probabile che esista ancora un modo di essere felice che nessuno ha sperimentato mai. Si ripromette che l’indomani si metterà più presto sui libri, ormai si è fatta sera.
Nina alza la testa verso il balcone chiuso. A quell’ora, quando finisce di lavorare, la luce che entra da lì attraversa il living e inonda la sua piccola palestra nell’ingresso come una lingua dritta di fuoco. Sembra che il Sole offra una specie di sentiero a lei che pedala da ferma e la proietti direttamente fuori. Il cuore inizia ad andare a mille e lo legge bene sullo smartwatch al polso. Nelle orecchie la musica copre qualsiasi rumore, anche quello un po’ cigolante dei pedali che avrebbero bisogno di un po’ d’olio. Muove le labbra sulle parole straniere che la inebriano. Accelera sempre di più, abbassa le spalle come se dovesse tagliare meglio l’aria. Tenta di seguire gli intervalli del ritmo tabata che si è data, quaranta secondi di sprint e dieci di recupero, ma questi ultimi alle volte se li scorda quando arriva la canzone che la scatena più di tutte. Quella che la fa sentire bella, forte e selvaggia. Le gambe nemmeno le fanno male, saranno dolori dopo, ma non le importa, anzi. Saranno il segno che ha faticato per bene. La lingua di fuoco diventa tutte le strade del mondo, sono tutte lì davanti a lei. Niente le sembra più impossibile. Le passano i nervi, le paure, i dubbi. Il benessere la invade come una droga, sempre lì, sempre disponibile, bastano le cuffie, i suoi pesi e le scarpe da ginnastica.
Dopo si metterà sui libri, ormai si è fatta sera.
Un peso che Nina porta avanti. Come tutte le Nina del mondo. 👏
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Conosci altre Nina? 🙂
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Non personalmente, ma ho rivisto in questo racconto tante storie che ogni tanto emergono sui media, di persone che potremmo definire un po’ come la tua Nina. 🤗
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In fondo scrivendo ci si da voce a vicenda 🙂
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sembrerebbe che dopo quattro anni nulla è cambiato, gli aneliti, le frustrazioni, i pensieri (chissà se in questi quattro anni Nina ci è andata al mare), eppure trovo ci sia, nella medesima situazione una diversa consapevolezza delle proprie capacità, la pedalata forsennata ne è una esemplificazione.
mi piace che in questo racconto non tutto venga spiegato, i confini sono labili e viene lasciato ampio spazio al lettore. No non sto suggerendo di spiegarti meglio, mi va bene e da lettore non sto nemmeno a riempire i buchi con l’immaginazione, me lo prendo così com’è, e mi piace.
ml
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Si, sono due momenti della giornata simili, ma poi molto diversi. Pochi elementi per farne risaltare il confronto, il sole, i rumori, gli stati d’animo. Volevo emergesse proprio la differenza.
Penso di scrivere altri brani per Nina, magari ci racconterà del mare 🙂 Sono contenta ti sia piaciuto, ma di più grazie per aver letto
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Come piacciono anche a me i sentieri del sole!
E spessissimo nelle mie orecchie la musica copre qualsiasi rumore, come una cura.
Ho letto con avidità perché mi sono sentita molto coinvolta.
GRAZIE ❤
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Hai detto una parola chiave, cura. Credo sia quello che ha imparato a fare, volersi bene, curare prima se stessa 🙂 Grazie a te
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❤
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Rieccomi! A proposito di libri, ne ho recensito uno bellissimo nel mio ultimo post… spero che ti piaccia! 🙂
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Verrò a vedere, grazie
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Grazie a te per i complimenti e per la risposta! 🙂
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Molto interessante 🙂
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