
Osservo la formica che zampetta concentrata sul pavimento del bagno dell’ufficio. Una distesa grigia interrotta poche volte dalle fughe sottilissime dei tasselli che lo compongono. Cerco d’istinto di immaginare il pavimento dal suo punto di vista. Una distesa interminabile, monotona, vuota, un orizzonte sempre uguale per centimetri e centimetri che però a lei devono sembrare chilometri.
Una delle cose che mi spaventa di più al mondo è l’avere una prospettiva soltanto su qualsiasi cosa. Mi terrorizza l’idea che possa aver conosciuto un solo punto di fuga e che lì muoiano, o nascano, tutte le linee che compongono la mia realtà. Certo, ogni tanto mi manca un punto fisso, il famoso centro di gravità permanente, ma poi mi dico sarebbe molto più pericoloso averne uno e affezionarsi troppo. E’ vero pure che senza un punto fisso la realtà rischia di diventare un ingarbuglio di linee simile a quelle autostrade americane che si snodano a più livelli attraverso viadotti di altezze diverse. Queste linee ovviamente non possono coesistere tutte, però ecco, ogni tanto sbirciare in un altro punto di vista, imparare un altro modo di fare qualcosa, può avere il potere addirittura di espandere la realtà.
La formica intanto l’ho persa. Il suo mondo gigante a me sembra piccolo eppure non lo conosco affatto. Quando torno alla mia postazione il mondo che mi sembrava piccolo è tornato ad essere gigante e in quella prospettiva ho l’impressione che ogni pezzo stia tornando al suo posto comodo e spazioso, scollandosi dalla mia ansia.
Poi penso a quante cose sappiamo fare invece in un modo soltanto. Il caffé. Immaginare il futuro. Amare. Perché in qualche modo te l’hanno insegnato quando ricevevi attenzioni solo quando rendevi felice qualcuno, l’hai appreso a scuola quando i prof ti mettevano puntualmente vicino il compagno di classe più disastrato come se avessi il potere di calmare e trasformare chiunque, e magari è anche sbagliato, ma conosci soltanto quello. Sarebbe un disastro prendere decisioni sulla base di quel solo punto di vista! Io voglio impararne altri, dovessi metterci anche tutta la vita. Sarebbe molto più sprecato un tempo infelice che uno trascorso ad osservare le formiche.
Mi fa molto piacere che tu abbia ricominciato a scrivere su WordPress: il tuo talento come blogger non deve andare sprecato.
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Troppo buono wwayne, grazie, non so nemmeno io come è passato tanto tempo, mi mancava molto scrivere
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Anche tu sei mancata molto a questa piattaforma, dato che sei una dei bloggers più talentuosi sulla faccia di WordPress. Grazie a te per la risposta! 🙂
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🙂
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Si scrive quando si vuole scrivere! 🙂
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È vero Gianni… Io volevo ma un po’ mi mancava il tempo, un po’ le idee non riuscivano ad uscire nella forma giusta. Buttavo giù bozze di poche righe che restavano lì senza futuro
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E’ un approccio che – mia opinione – considero corretto. Perché scrivere se non si riesce ad arrivare al livello voluto e l’idea non viene partorita come si deve? Meglio astenersi e pensare.
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Si infatti… 🙂 Però la mancanza di stare qui l’ho sentita!
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sicuramente il tempo passato a osservare le formiche non è stato inutile se ha innescato questa serie di riflessioni. Credo che l’intelligenza umana, quando c’è, consista proprio nella capacità di trarre spunti e pensieri da atti e momenti di per sè banali.
e nel concreto condivido il tuo bisogno di cercare punti di vista alternativi che offrano una visione più ampia, meno scontata, delle cose che ci capitano.
ml
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Si, altrimenti ci si perde un sacco di cose.. e poi è divertente, interessante sperimentare la realtà in altri modi
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fin da piccolo mi sono imbattuto in un pensiero molto simile chiedendomi il perchè noi avessimo così bisogno di certezze, di un punto fermo per poter andare avanti quando di fatto tutto attorno a noi, tutte le nostre vite sono ogni giorno una prova vivente che nessuna vita scandita dal trascorrere del tempo possa avere punti fissi, statici, certezze… eppure ci convinciamo da sempre del contrario.. le prospettive, i punti di vista ci arricchiscono di forme, sostanze e colori però andiamo sempre alla ricerca di quella stabilità che ha la forma di un illusione temporanea ma che ci dona infinita tranquillità di cui ci nutriamo per affrontare il futuro… vivere è un moto dinamico in cui tutto si trasforma.. perchè questo fa così paura??
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Tutto quello che è fuori di noi è la proiezione di ciò che abbiamo dentro Erik… Dipende da ciò che credi, ma a livello subconscio…
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non ne sono così convinto, perchè la stessa cosa che noi percepiamo essere o essere accaduta fuori di noi può essere percepita in modo diverso da un altro noi, non credo siamo esseri così deterministici anche se si parla di subconscio… e quindi ancora non mi spiego questa esigenza globale… ma magari sono semplicemente io che non ci arrivo eh… :)))))
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Ma no, è che è così ampio e complesso il discorso! Però io credo sia vero quello che crediamo sia vero, o almeno questo mi guida e mi aiuta molto al momento..
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ma fa sorridere questa cosa che hai scritto perchè io sono l’esatto opposto… nel senso che dubito sulla verità delle cose che ritengo vere.. o meglio sul concetto di verità in assoluto a dirla tutta… però capisco quello che intendi e la parte più interessante è che affermi che questa auto convinzione ti aiuta molto… li sono interessanti gli scavi sulle radici..
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Ecco secondo quello che cerco di seguire al momento, se dubiti, ti trovi intorno dubbi, indeterminazione. Anche la fisica insegna che la realtà si determina con l’osservazione 🙂
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Certo, ma anche la fisica determina aspetti in base alle conoscenze che si hanno in quel momento ed è pronta a sovvertire i verdetti una volta acquisite altre informazioni, di conseguenza l’indeterminazione è direttamente proporzionale alla conoscenza che è dominata dallo scorrere del tempo e dal progresso… O forse no… 😁
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Più che indeterminazione direi che si tratta di ciò che ancora non sappiamo, difficilmente si cambia completamente teoria su qualcosa..
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Certo ma variabili o elementi che si scoprono o che si possono misurare possono aprire scenari inesplorati…
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Si ma si tratta di ampliare conoscenze già acquisite, non mettere in discussione anche ciò che già si conosce. È capitato e capiterà, ma la maggior parte delle scoperte avviene sulla base di conoscenze consolidate
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Si, certo, ma non è detto che una di queste non possa portare a ribaltare o ridiscutere una teoria acquisita… Se poi parliamo di vita, emozioni o sentimento e non di pura scienza tutto assume contorni ancora più indeterminabili… 😉
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Vita, emozioni o sentimenti a maggior ragione dipendono dalla nostra mente, dalle nostre credenze più profonde, se crediamo che dipendano dagli altri allora sarà così, se crediamo che dipendono da noi altrettanto
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Dici?
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Si!
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Ciò che non conosci non lo puoi determinare, quindi rimane almeno parzialmente ignoto e quindi dovrebbe rientrare nel campo dell’indetetminazione, no? Quello che intendo è che se ci sono cose che non conosciamo non possiamo stabilirne gli effetti, la loro scoperta ci può portare a riconsiderare le teorie fino a poterle in rari casi stravolgerle.. ma questa fino ad un attimo prima della sua conoscenza non sarebbe mai esistita come possibiltà… Lo stato rimane quindi indeterminabile a livello assoluto ma determinato a livello della nostra conoscenza…
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Mi trovo sulla conclusione per cui l’indeterminazione cessa con la conoscenza e l’osservazione
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Per sempre?
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Per il tempo che osservi… La realtà la creiamo noi
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Questo lo n effetti è vero
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Puoi fare una sorta di scommessa, cercare prove delle tue convinzioni più profonde nella tua realtà e poi provare a cambiarle, e così trovare prove diverse.
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questa cosa mi piace molto!!!!
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🙂
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