Distorsione

Escher

Mentre parla cammina su e giù davanti alla finestra. Non riesco ad ascoltarla: ad ogni passo cadenzato e fintamente casuale le scarpe nere stridono sul finto parquet di ceramica. Devono essere nuove. I pantaloni che indossa sono di una taglia in meno a quella che serve, ma in compenso il maglioncino le cade morbido all’altezza dei fianchi. Ha tutta l’aria di esser diventata qualcosa di diverso prima che avesse il tempo di accorgersene.

In certi momenti tutto sembra darmi nausea. Mi fisso su dettagli inutili che mi fanno cortocircuito lungo la strada che dagli occhi porta al cervello. Alice continua a parlare. Mi chiedo se qualcun’altro in platea nota la distorsione nell’armonia che di solito è invisibile e intrecciata alle cose del mondo o sta davvero ascoltando il suo discorso.

Chissà se alla natura, all’Universo frega qualcosa delle nostre sensazioni. Il disagio e la rabbia assistono impotenti ogni volta che l’aria si ricompone dopo il passaggio di un tuono e mentre il suono si affievolisce disperdendosi disturbando ad ogni metro sempre un po’ meno il silenzio.

La distorsione un po’ alla volta si riassorbe e Alice diventa parte del momento e del contesto. E no, le sensazioni poi dobbiamo rimettercele a posto da soli. L’armonia ingloba, trasforma, cambia sagoma ai pezzi affinché tutto possa combaciare di nuovo. Opporsi significa condannarsi a ferirsi di continuo tra gli spigoli delle cose che prima erano in un modo e adesso non più.

Mi ritrovo che sto ascoltando Alice. Dopo l’impaccio iniziale la sua voce è diventata cadenzata e musicale e attira piacevolmente le mie orecchie. Deve averci lavorato parecchio su. Chissà quali spigoli l’hanno costretta a cambiare. Lo immagino e prometto a me stessa che le mie scelte saranno diverse. Sempre che ci si possa adattare e allo stesso tempo cercare di diventare la persona che si desidera essere.


As Long As You Love Me So, Let It Snow, Let It Snow, Let It Snow

L’armonia è fatta di una serie di logiche che più non comprendi e meglio si intrecciano e sopravvivono perfino a ciò che le ha create. Per rendere l’idea, secondo me, è un po’ come accade per l’amore.

L’altra sera sono rimasta immobile, in contemplazione davanti tutte quelle piccolissime lucine colorate, i loro riflessi, il loro accendersi e spegnersi apparentemente a casaccio, come orchestranti che prendono a suonare in una sequenza ignota a chi ascolta, ma che loro conoscono alla perfezione. Da unica spettatrice pensai di fermarmi ancora qualche minuto, che in fondo l’albero lo si addobba anche un po’ per se stessi.

Se ti resta dentro è difficile che niente o nessuno prima o poi non arrivi a risvegliarla mai. Si lega a quella parte di te che può restare in astinenza per un po’di tempo ma non riuscirebbe mai a viverne senza. Così la ricerca ovunque. Come quando di un discorso ricordi un dettaglio insignificante o fotografi una foglia tra le altre cadute in terra. Come quando ti innamori o sorridi per altri motivi, come quando ti dici posso crederci ancora.

Si, si anche lì ogni casa, albero, piazza era addobbato a festa. Sarà che fa più freddo così a nord o che Babbo Natale qui è quasi a casa, ma l’atmosfera natalizia è davvero coinvolgente. Mi è rimasta dentro e l’ho portata a casa con me. Come un regalo.

Cosa accade poi? Che i ricordi si facciano sensazioni. Lo strano fenomeno per cui quando ti ritrovi vicino qualcosa che ti ricorda l’altra che ha generato il ricordo, riesci a star bene. O comunque riprovi quella sensazione. Pensavo allora a quanto sia importante collezionare un buon numero di belle sensazioni. È possibile che così il mondo sembri un po’ meno buio, e brutto.

Non me l’aspettavo, le strade profumavano di dolce. Dovevano essere le chocolaterie o i waffles venduti per strada. Ho trovato città calde, accoglienti come non avrei creduto che fossero. Mi sarebbe piaciuto puntare il dito verso decine e decine di cose perché qualcuno, una persona speciale che immaginavo al mio fianco, potesse notarle. 

Che poi per star bene in fondo il segreto è avere la possibilità di dare, più che ricevere. Fare un regalo, offrire ascolto o comprensione. Dare amore. Una grande grandissima fortuna credo sia trovare una persona che riesca a lasciarsi amare da te. Che non respinga le tue attenzioni, che non ti escluda per un motivo o un altro dalla propria vita. Qualcuno che non veda l’ora di incontrarti di nuovo, che ti chieda di restare o di tornare. Qualcuno che abbia voglia di conoscerti, che ti chieda di trascorrere del tempo insieme o di chiacchierare un po’. Cose semplici. Invece ultimamente mi è toccato solo correr dietro le persone a cui tengo mentre andavano a rintanarsi chissà dove. Non che non voglia star loro vicino, ma sono stufa. Ve la immaginate Alice che continua a cadere nel pozzo a furia di lasciarsi trascinare da chi non si degna di fermarsi a dirle dove diavolo sta andando? Io no. Perfino lei sono certa che un bel giorno si fermerebbe in un posto e direbbe che quello è il suo paese delle meraviglie e chi c’è bene, chi no fatti suoi.

Qualche giorno dopo ho visto le luminarie nella mia città. Non avevo ancora avuto occasione di farlo. Sono stata felice di vederla vivere e coccolarsi nello spirito natalizio. Era tutto un dare e ricevere tra lei e la gente che passeggiava tra le sue strade. Io ho incontrato degli amici speciali. Persone che conoscevo ma di cui mi mancavano gli sguardi, i sorrisi. Anche in Belgio ne ho trovata una. Dal sito web del nostro scrittore preferito alle strade di Bruxelles. Tremo ancora dall’emozione a pensarci. Anche loro sono state un regalo per me, senza che lo sapessero. 

Diciamo che adesso più che Alice sembro Scrooge. Lo so. Il fatto è che adoro pure lui, è un personaggio affascinante, come lo è l’atmosfera che sa creare quel racconto. Non è Natale per me senza pensare mai una volta a A Christmas Carol.

Guardavo le vetrine dei negozi alla stazione della metro. Mi piacciono da morire i giorni prima di Natale. Sono carichi di atmosfera. Sono tesi, quasi scoppiano per i milioni di cose che le persone hanno da fare e da dire o che hanno per la testa e non credono di realizzare ancora, ma si perdono a fantasticarci su. Sperano e maledicono, si emozionano, si concentrano nei preparativi o brontolano soltanto. Nessuno, proprio nessuno resta indifferente dinanzi al Natale. Nel bene e nel male. 

L’atmosfera è una forma di armonia. Allo stesso modo, esiste e non riesci a spiegarla. C’è e basta. Prima parlavo del fatto che quando manca la si finisce per ricercare ovunque. Io l’ho fatto in quest’ultimo periodo e qualcosa l’ho trovato. Qualcosina. Forse le parole per esprimere quello che ho dentro, che ho vissuto. Magari per parlare anche di ciò che vorrei fare. La cosa più importante è che tra tutto, mi pare di aver trovato anche la voglia di cercare ancora. Quella è fondamentale davvero. Come ho sentito distrattamente dire da Benigni qualche sera fa è il desiderio che muove il mondo. Il desiderio è energia potenziale, e mi piace pensare sia futura entropia. E se il segreto fosse andare, sempre e comunque, verso tutto ciò che ci attrae di più, pur senza una ragione e tante spiegazioni? Finiremmo per diventare noi stessi parte di un’armonia?

E così osservando l’albero la mente è volata a tutto questo. Semplicemente, per associazione di idee, di emozioni. Chissà cos’è che hanno davvero in comune. Pare siano intrecciate, tipo da una logica nascosta. Boh. Credo che ci penserò su. 

When we finally say good night, how I’ll hate going out in the storm; but if you really hold me tight, all the way home I’ll be warm. The fire is slowly dying, and, my dear, we’re still good-bye-ing, but as long as you love me so, let it snow, let it snow, let it snow.

foto personale, Brugge, Belgio

foto personale, Brugge, Belgio

*… Secrets …*

Sarà pure che resterò una tremenda imbranata per il resto della mia vita. E magari resterà sempre un certo fuso orario tra le cose da dire e i momenti giusti per farlo. E sarà sempre un ritorno al mio mondo, sfasato delle volte, con troppa logica in un angolo e troppo poca in un altro, con le contraddizioni e i difetti e gli angoli smussati male, la polvere lasciata accumulare su qualche libro e tremila post-it su cui ne segno altri da comprare, film da vedere, playlist da comporre e ricevute di tasse pagate da scaricare in qualche benedetto modo, biglietti del cinema che conservo sennò dimentico pure i film già visti, brochure di posti da vedere e gli appunti che mi aspettano con pazienza ogni dannata volta che mi scoppia la testa di troppe altre inutili cose a cui pensare, più che a loro. E continuerò a vedermi un giorno in un paio di orecchini di perle, un altro in guanti da motociclista o in vecchie scarpe poco da donna. Un giorno anche in tutte e tre le cose messe insieme. E mi capiterà ancora di bere da bicchieri vuoti, mentre sovrappensiero, sopravvaluto la capacità dell’acqua di materializzarcisi all’interno senza aiuti esterni. Compilerò sempre liste di cose da fare lasciandole poi a marcire da qualche parte, dedicandomi poi a tutt’altro, come se scrivendole magicamente le dessi il dono di portarsi a termine da sole. Il problema vero sarà sempre che tutto questo lasciato così è soltanto rumore. Stupido e inutile. E invece ha in sé un potere meraviglioso. Lo so. Perchè poi non importa proprio nient’altro, quando arriva il tempo in cui ogni singola cosa trova il suo posto, come un gruppo di orchestranti confusi che non sanno dove sedersi per iniziare a suonare. A me non importa davvero niente di più, finchè mi capiterà ancora di voltarmi e accorgermi che ci sarà lì qualcuno e nello stesso momento che quel tutto sta diventando musica, una musica bellissima, la musica vorrei che fosse. 

Questa è la canzone, Secrets, degli One Republic.

*… Automatic, I Imagine, I Believe …*

Quella povera macchina fotografica ha ancora la lingua di fuori cercando di riprendere aria per quanto l’ho fatta faticare, ma alla fine ci sono riuscita! In particolare la seconda l’ho fatta con lo zoom al massimo e sono venute abbastanza bene anche le zone d’ombra del nostro caro satellite…
La terza, invece, l’ho presa da un video che feci l’anno scorso, a maggio, in occasione di un evento simile, video perchè la videocamera ha uno zoom decisamente più grande e volevo approfittarne. La pubblico per provare che la luna rosa/viola l’ho vista davvero! Questa volta è stata effettivamente del suo solito colore, ma bella lo stesso…

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Luna, stelle… pensavo all’astrologia. Agli oroscopi di tre-righe-tre che impieghi più tempo a capire cosa vogliono intendere che a leggerli. Credo che gli oroscopi più sono brevi, più sono inventati, perchè viene ricercata la frase ad effetto e sono ben lontani dall’astrologia che, sebbene non sia una scienza, penso qualcosa di fondato ce l’ha. E’ qualcosa legato all’energia, quella di cui siamo fatti noi e il resto dell’universo. E mi piace pensare che ci sia qualcosa di più oltre a tutto ciò che abbiamo deciso, da secoli, di inquadrare in quello che è il metodo scientifico. D’altronde i nostri occhi non riescono a distinguere nulla che non sia compreso in un determinato spettro luminoso. Non ricordo bene qual è l’intervallo di tempo in particolare, ma non possiamo nemmeno riconoscere un oggetto che ci viene mostrato per un tempo inferiore ad esso. Non sappiamo tutto del mondo. Ciò che non vediamo possiamo immaginarlo e se nemmeno nella nostra testa appare un’immagine, una qualsiasi, ci limitiamo a pensarlo e basta. E in qualche maniera esiste anche solo per quello. Ricordo che al terzo anno di liceo tormentai il mio prof di filosofia su questi concetti. Dovevo fargli ammettere che Harry Potter esiste. Ci riuscii e ricordo che tornai a casa con un sorriso che non finiva più.

La bellezza è negli occhi di chi guarda. [J.W.Goethe]

Senza nulla togliere alla luna, però, è incredibilmente vero. E’ sempre il momento dell’osservazione che definisce le cose. Essendo io della Bilancia, un po’ esteta, beh, le cose belle, l’armonia, me le vado proprio a cercare. Sono anche ascendente Leone, per cui per fortuna riesco a tornare nel pratico quando mi perdo troppo. In qualche maniera i segni zodiacali colgono le attitudini preponderanti di una persona. Nessuna stella ti dirà se domattina passeggiando sotto a dei balconi ti cadrà un vaso in testa e nessun astrologo serio pretenderà mai che ciò che afferma sia oro colato. E infatti mi sta simpatico Paolo Fox.


Nella tua mente, attraverso i tuoi occhi, la vedi? E’ la fantasia… E magari questa notte possiamo dimenticare tutto e potrebbe essere come il paradiso…
Per la fantasia vivi, muori, sanguini…? Dillo, dì in cosa credi… dillo a me… E’ automatico, immagino, credo.