Epic Reads Book Tag

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Grazie a Lucia per avermi nominata per questo gioco, è uno dei più originali e per questo non sono riuscita a resistere dal cimentarmi di nuovo, ancora in tema di libri 🙂

Le regole del gioco che consiste nell’associare un libro ad ogni domanda, sono:
– Ringraziare chi nomina.
– Nominare almeno 5 blog.

Temo di non riuscire a nominare nessuno per questo gioco per mancanza di tempo e rischierei anche di sovrappormi ad altre nomine visto che partecipo in ritardo! In ogni caso chiunque abbia voglia di partecipare si ritenga nominato ad honorem diciamo, ugualmente 🙂

Dunque:

1. Se potessi invitare un autore e un personaggio di un libro da te per il tè, chi inviteresti e cosa offriresti loro?

Un autore… ok lo sapete già, Richard Bach, anche se non penso verrebbe per lo stile di vita che ha adottato adesso. Hai visto mai comunque… Un personaggio… in questo momento inviterei Bridget Jones, tra tutti i personaggi che mi sono venuti in mente penso sia l’unica con la quale ne verrebbe fuori un leggero pomeriggio di sane stupidaggini e risate 🙂 Preparerei muffins e biscotti al burro *_*

2. Di quale libro ti piacerebbe che l’autore scrivesse un prequel?

Penso che l’idea di un prequel ci stia bene quando si parla di saghe, quindi tuttalpiù mi piacerebbe leggerne uno riguardo quella di Harry Potter.

3. Quali personaggi, provenienti da libri diversi, vedresti bene insieme?

Allora, premetto che mi sarebbe piaciuto vedere Polina ammettere finalmente di essere innamorata di Aleksej Ivànovic ne Il giocatore e leggere un finale diverso ne Le notti bianche, in cui Nasten’ka avesse magari scelto un altro uomo … Visto che in nessuno dei due Dostoevskij ha fatto funzionare le cose, mi piacerebbe invertire le coppie perché penso che Polina tanto scontrosa e sulle sue starebbe bene con qualcuno come il sognatore che potrebbe convincerla a lasciarsi andare in una visione del mondo molto più romantica e leggera.

4. Se incontrassi il tuo autore preferito in metropolitana, cosa gli diresti?

Quando diavolo usciranno i suoi ultimi libri in italiano, di grazia, perché caro Bach, ecco, in inglese non è la stessa cosa.

5. Quale libro ti ha fatto diventare il lettore che sei oggi?

Io mi sento una lettrice diversa ogni volta che cambio genere, quindi non saprei proprio rispondere!

6. La tua libreria ha appena preso fuoco e tu puoi salvare solo un libro. Quale sarebbe?

Già ho risposto una volta a questa domanda, senza dubbio Il gabbiano Jonathan Livingston che ha salvato la vita a me e ricambierei volentieri.

7. In quale mondo distopico ti piacerebbe vivere?

Come potrebbe piacere l’idea di vivere in un mondo del genere? Comunque per curiosità soltanto proverei a vivere nella realtà di Io Robot, con la possibilità di scappar via prima che gli automi possano prendere il controllo totale della società.

8. Qual è la lettura più epica che tu abbia mai fatto?

Epica nel senso che è stata un impresa finire il libro? 😀 I promessi sposi di sicuro, che avevo iniziato per la scuola e poi portato a termine solo a causa della mia testa dura giacché non volevo lasciarlo a metà e l’ho odiato. Di propriamente epico non mi viene in mente nulla …

 

Perché San Valentino E’ (Anche) Dei Single

Vorrei condividere con voi un articolo che ho letto questa mattina, mentre armata di caffè cercavo di dare un senso ai miei capelli, a qualche ricordo di troppo e, soprattutto, alla mia giornata. Forse si tratta di una buona notizia per tutti quelli che domani non sapranno dietro quale battuta sarcastica nascondersi pur di non sentirsi tremendamente esclusi da una ricorrenza che, a detta di quest’articolo, è stata travisata e trasformata, a favore dei venditori di cuoricini di plastica a prova di litigio e di serate a tema, che poi basta cambiare festoni e outfit, si tratta sempre della solita musica da discoteca.
Per chi si scoccia di leggere, riporto giusto la considerazione di base: San Valentino è la festa dell’amore, non delle coppie. I single non sono esclusi, anzi, i single forse sono quelli che avrebbero pure più diritto a festeggiare perché portatori sani di desiderio d’amore, quello romantico, irraggiungibile, non dichiarato o impossibile e che, ipotizza l’articolo, non sempre è presente nelle coppie perché nel farsi relazione ha dovuto accettare troppi compromessi e trasformazioni. Così, per la gioia di Dostoevskij e dei sognatori di ogni tempo e alla faccia di tutti i Mr Grey di stocavolo giacché non potevano far uscire film meno romantico proprio a San Valentino (e nemmeno tanto erotico, ho sentito dire), qualcuno ha pensato bene di scartocciare la festa liberandola dall’involucro argentato in cui era stata imprigionata, riportando sotto l’ala del santo protettore dell’amore tutti gli innamorati e quelli speranzosi d’esserlo.

Noi single, ultimi romantici che a San Valentino celebriamo l’amore ideale

Per Il Caffè Letterario – La Settimana Dell’Amore: Le Notti Bianche

Ancora una volta grazie a Chiara (pantufl90.wordpress.com) per gli spunti interessanti e i temi proposti nel suo Caffè Letterario, a causa del quale sto diventando tisana-addicted, ma guarirò! Per chi non conoscesse il suo blog vi invito a darci un’occhiata e magari partecipare 🙂

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“Nella camera si è fatto scuro; nella sua anima c’è vuoto e tristezza; l’intero regno dei sogni si è sgretolato intorno a lui, si è sgretolato senza traccia, senza rumore né chiasso, è svanito come una visione, e lui stesso non ricorda cosa abbia fantasticato. Ma una oscura sensazione per la quale il petto gli duole e si agita leggermente, un nuovo desiderio stuzzica ed eccita alettante la sua fantasia e impercettibilmente invita un intero sciame di nuovi fantasmi. Nella cameretta regna il silenzio; la solitudine e l’indolenza carezzano l’immaginazione; essa si infiamma leggermente, leggermente inizia a bollire, come l’acqua nella caffettiera della vecchia Matrëna, che si affaccenda quietamente nella cucina lì accanto, preparando il suo caffè. Ecco che essa è già interrotta da leggeri bagliori, ecco che già anche il libro preso senza scopo e a caso, cade dalle mani del mio sognatore, arrivato nemmeno alla terza pagina. La sua immaginazione è nuovamente eccitata, risvegliata, e all’improvviso ancora un nuovo mondo, una nuova e incantevole vita è balenata davanti a lui nella sua splendida prospettiva. Un nuovo sogno – una nuova felicità!” 
[tratto da Le notti bianche – F. Dostoevskij]

Nasten’ka è una dolce e giovane donna, in lacrime per la fine di un amore. In una tipica notte pietroburghese mentre passeggia sul lungofiume un uomo ubriaco tenta di aggredirla e in suo soccorso accorre un tipo singolare, intento fino ad un attimo prima a godersi l’aria notturna, cristallina come suo solito. I due si intrattengono a chiacchierare, lui si presenta subito come un sognatore parlandole di sé, del proprio modo di vedere il mondo quale tessuto delle proprie fantasie, che nascono dall’aver notato un dettaglio o ascoltato una sola parola; di come rappresenti sia la sua gioia quando l’eccitazione invade ogni angolo della sua realtà, sia la sua croce, nel rendersi conto quanto è lontano dalla realtà vera, che tutti gli uomini vivono, fatta di esperienze e relazioni, rammaricandosi in fondo di non aver ancora vissuto davvero.
I due si danno appuntamento per quattro notti di seguito, raccontandosi e aprendo i propri cuori come mai prima d’ora era capitato ad entrambi di fare, perché mai in effetti si erano trovati a sentire quel senso di fratellanza e assoluta confidenza nei confronti di qualcun’altro. Nasce un interesse reciproco, il sogno si fa desiderio di potersi vedere e rivedere ancora e incanto di un amore possibile, da poter vivere davvero. All’indomani della quarta notte i loro destini si delineano, non vi svelo come, in un finale che sigilla l’intera storia e ne rende forte il senso al cuore del lettore.

Se poi si tratta di un cuore simile a quello del protagonista le emozioni raddoppiano perché si ritrova anche un po’ di se stessi in quei racconti, in quelle notti, nelle fantasie, nel modo di estraniarsi da una realtà che rispetto a ciò che possono la fantasia e l’immaginazione risulta mediocre e povera… Per parlare di amore classico ho scelto questa storia perché sul serio mi ha emozionata. Quel sognatore un po’ mi somiglia, il tema della fuga dalla realtà, del cercare di vedere il mondo con occhi un po’ diversi appassionandosi a dettagli e inventandone di nuovi lì dove non ce ne sono affatto è quasi quello secondo cui porto avanti questo blog.

La cosa più straordinaria è che l’amore vien fuori nella sua forma più autentica: nasce direttamente dal sogno e si fa collegamento con la realtà. Non si tratta di una storia d’amore di quelle vissute, stravissute, fatte di intrecci, intrighi, tradimenti e riconciliazioni, di passioni e di baci. Si parla di innamoramento, magari destinato anche a non essere nient’altro di più, di quell’eccitazione ed emozione, della voglia di cercarsi e darsi appuntamento perfino nei sogni, del ritrovarsi nelle parole dell’altro, del riconoscere nei suoi occhi il naturale prosieguo del proprio cammino. Forse è lontano da quel che la realtà ci propone oggi, ma in fondo lo era anche all’epoca. E’ l’amore dei sognatori che da sempre, sempre si è trovato costretto a ritagliarsi spazi al di fuori di una società fatta di apparenze e relazioni sterili. Si nutre di fantasie, rende l’animo nobile ed è strazio e vita al tempo stesso. Ripiega su di sé quando si accorge di aver fondamenta che non son altro che illusioni. Muore per poi rinascere nei cuori che non sanno nutrirsi d’altro.

Forse le relazioni non si basano su sentimenti del genere o non solo e i sognatori sono e saranno ancora per propria natura lontani dalle dinamiche che prevalgono nelle società di tutti i tempi, ma il messaggio di questo libro va oltre secondo me, mostra l’amore come sentimento che ricongiunge l’anima e il mondo, la fantasia e la realtà, rendendosi vita, in ogni sua forma.

Vieni In Libreria Con Me

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Appena entrata mi sono fermata, giusto un attimo prima di decidere da che parte andare. Soltanto quando sono arrivata più o meno al centro della libreria, tra tutti gli scaffali, mi sono accorta che i miei due compagni-di-passeggiata-approfittiamo-del-coupon-sconto erano spariti. Mio padre, alla mia sinistra, era già immerso nel reparto Gialli, mia madre invece era partita dritta verso Filosofia Orientale. Entrambi già presi, concentrati. Io ho cercato Bach, tanto per cambiare. Ormai è una specie di rito, una visita di cortesia al pezzo di mensola che reca il suo cognome. Puntualmente non trovo quei due-tre libri che non ho e prima o poi mi deciderò ad ordinare su internet direttamente, ma ci vado lo stesso.
Di solito non entro mai in una libreria senza avere già in mente un titolo, un libro che desidero in particolare. Finisco per perdermi. Spesso invece mi capita di cercarne una per il gusto di passeggiare tra gli scaffali, prendere qualche opera che attira la mia attenzione, leggere trame, lasciarle gironzolare nella testa. Il profumo della carta fa tepore in inverno, ma ti abbraccia dentro comunque, in qualsiasi altro momento.
Un piccolo punto di partenza l’avevo però, iniziare da uno degli ultimi autori che ho letto. Non proprio l’ultimo perché di solito non riesco a leggere due libri dello stesso autore uno dietro l’altro. E’ come se rischiassero di mischiarsi, contaminarsi. La lettura di un libro non termina mai con l’ultima pagina. Per qualche giorno ancora la storia vive nelle immagini di luoghi, nelle sensazioni provate. Ogni viaggio quando finisce pretende ancora un po’ di tempo per sé, prima di lasciarti tornare a casa.
Ho raggiunto Dostoevskij. Alla mia sinistra mio padre era già sparito, alla mia destra il Dalai Lama mi guardava di traverso. Dimmi in quale reparto della libreria ti piazzi e ti dirò chi sei. Invece di concentrarmi sulla mia ricerca, guardavo le altre persone, su quali scaffali indugiavano, quali libri sfogliavano. Come se il posto in cui si cercano risposte dicesse tutto di sé. Aleggia una strana sensazione di rispetto, cortesia, ognuno preso a specchiarsi in qualche copertina e attento a non disturbare la ricerca di altri. Ho cercato di nuovo con lo sguardo i miei compagni di serata, si erano già ritrovati. Non sono sicura di quale sia stata la reazione di Osho alla vista di Simenon, ma poco dopo s’è posto Il Giocatore in mezzo, a separarli. Che avrebbero potuto avere qualcosa da ridire sul finire insieme sullo stesso scaffale dopo una vita intera trascorsa ad osservare due mondi completamente diversi, ai lati opposti di una grande libreria.

 

*… Tieni In Vita Un Sogno …*

“Nel frattempo senti rumoreggiare e turbinare in un vortice vitale una folla di gente intorno a te, senti, vedi la gente vivere, – vivere nella realtà, vedi che la vita per loro non è proibita, che la loro vita non si dilegua come un sogno, come una visione, che la loro vita si rinnova di continuo, è di continuo giovane e nessun suo momento è simile ad un altro, mentre è triste e monotona fino alla trivialità la timorosa fantasia, schiava dell’ombra, del pensiero, schiava della prima nuvola che d’improvviso vela il sole e colma di angoscia un autentico cuore pietroburghese, che tanto ha caro il proprio sole, – e quale fantasia c’è ormai nell’angoscia! Senti che alla fine si stanca, si esaurisce in un’eterna tensione, quella inesauribile fantasia, perché ti fai uomo, perdi i tuoi precedenti ideali: essi si frantumano in polvere, in pezzi; se non hai un’altra vita, allora ti tocca costruirla con quei pezzi.

Ma nel frattempo l’anima chiede e vuole qualcos’altro!

E il sognatore fruga invano, come nella cenere, nei suoi vecchi sogni, cercando in quella cenere almeno una scintilla, per soffiarci sopra, per scaldare al fuoco rinnovato un cuore ormai freddo e ridestare in esso tutto ciò che prima gli era caro, che toccava l’anima, che faceva ribollire il sangue, che strappava le lacrime dagli occhi e ingannava tanto magnificamente!”

[tratto da Le Notti Bianche – F. Dostoevskij]