
Non importa quante giornate trascorro combinandole quasi tutte giuste. Prima o poi inevitabilmente arriva quella in cui spingo una porta su cui c’è scritto Tirare. Magari una porta che ho già aperto decine di volte. E poi la giornata durante la quale faccio scivolare a terra la padella con la granella di pistacchi appena tostati dopo che ho impiegato una vita a tritarli e qualche ora più tardi la ciotola con le patatine poggiata sul bracciolo del divano, come se l’Universo volesse mostrarmi che sì, è possibile fare lo stesso errore due volte e perfino a poche ore di distanza.
In questo periodo faccio tante ricerche sul Taoismo, sulla psicologia. La differenza tra Anima ed Ego, il controllo delle emozioni negative, meditazioni varie ed eventuali. Credo di aver bisogno di sicurezza, di quella però che si trova dentro di me da qualche parte nascosta dietro la mia imbranataggine e la paura che qualcosa sfugga al mio controllo e la rabbia che certe persone riescono a farmi provare. Ho imparato che la libertà deriva dall’Amore, mentre tristezza, rabbia e paura ci illudono, sembra che stiano lì per liberarci e difenderci da un dolore o da un sopruso, ma in realtà ci dominano e ci tengono sotto scacco.
Ho capito, Universo, il periodo di dotazione della rete di sicurezza è finito. Non è un abbonamento Amazon Prime che si rinnova ogni anno e la cui scadenza si posticipa di un mese ogni volta che sei vittima di un disservizio nella spedizione. Se dovessi contare i tuoi di disservizi caro Universo i mesi gratis dovrebbero bastarmi per tutta la vita.
E le decisioni vanno prese così. Senza rete. Devo dire che la scena che riguardava le mie scelte importanti non me la immaginavo così. Insomma senza rete e per di più alle volte ostaggio di una sorta di turbine, corredato da qualche foglia ingiallita rimasta incastrata qua e là durante il percorso, al quale l’unico modo per sfuggire senza farsi male è lasciarcisi andare, farsi trasportare per poi atterrare con i capelli in disordine in un altro punto dello spazio e del tempo della tua storia. E sta sempre a te dopo se ringraziarlo o arrabbiarti a morte.
Forse è una prova generale del salto nel vuoto, quello tra le alternative tra cui prima o poi devi scegliere, per non diventare l’oggetto di una decisione di qualcun’altro.
E con il rischio di fare la fine dei pistacchi.