
Questo pomeriggio ho messo a lavare il piumone del mio letto in lavatrice.
Mi sono accovacciata davanti alla serie di programmi possibili da impostare e ho letto la scritta “Piumoni”. Ho girato la rotella su quella lì e ho avviato il tutto. Il display riportava un’ora e un quarto come tempi di lavaggio.
Ecco, mi piacerebbe sapere chi ha deciso che un’ora e un quarto sia un tempo giusto per lavare un piumone. Immagino il tecnico che ha progettato la lavatrice e abbia fatto un qualche calcolo per ogni tipologia di tessuto stabilendo tempi, velocità della centrifuga e non so quali altri parametri visto che la temperatura ce la metto io.
Alle volte mi perdo ad immaginare chi ha deciso, realizzato, piccoli insignificanti dettagli di qualsiasi cosa. Penso alla tipa o al tipo che ha rifatto il letto prima delle riprese delle scene della pubblicità di un detersivo, al drone che vola intorno al modello di un’auto oggetto di un altro spot e mi chiedo chissà se qualcuno l’ha visto volare da lontano.
E quando ero innamorata di te avrei dato tutto per sapere i piccoli insignificanti dettagli delle tue giornate, osservare e godere del modo in cui mettevi le chiavi dell’auto in tasca dopo aver parcheggiato, come piegavi le dita mentre ti sistemavi il colletto della camicia e se la luce, al mattino, mentre ti guardavi nello specchio del bagno, ti illuminava prima il lato destro o sinistro del viso.
La cosa però è che non faccio nulla per cercare risposte a questi quesiti. Sorrido tra me e me compiaciuta del fatto che esistano milioni di domande per cui non esiste una risposta. Misteri irrisolvibili che appartengono a dei qui ed ora ormai andati, risposte che nessuno sa, impossibili da ottenere. Quello che mi piace è proprio farmi queste domande inutili, guardare le cose di traverso e non direttamente, come quando si pulisce un vetro e si cercano gli aloni nascosti.
Così quando la luce è passata attraverso quel vetro ho ripreso a divertirmi come una bambina e questa volta amando la mia curiosità.