L’Uomo Dei Sogni (Non Miei)

Out in the fields - crilleb50 deviantart

Out in the fields – crilleb50 deviantart

Qualche notte fa ho sognato Brad Pitt.

Lo so, niente di eccezionale, specie se si pensa a quante donne capita di incontrare nei propri sogni l’uomo perfetto e che nella realtà non esiste o perlomeno è irraggiungibile. Non è niente di eccezionale in riferimento al fatto che in genere nei sogni vanno a realizzarsi cose altamente improbabili, che desideriamo o temiamo segretamente e che durante la notte si mettono in tiro, ripetono il copione e si mettono in scena, come se da qualche parte dietro ai nostri occhi ci fosse una casa cinematografica in crisi, in cui si riciclano battute da momenti vissuti davvero e gli attori si presentano in outfit dal dubbio gusto, risultanti da una mescolanza di stili e capi provenienti dagli armadi di tutta la gente che hai incontrato nella tua vita, mentre a te fanno indossare quella camicia orribile che avevi comprato a 13 anni e il cielo soltanto sa dove si trova adesso. Inside Out docet

Quindi il fatto non sarebbe eccezionale, se non fosse per un piccolo particolare: a me Brad Pitt non è mai piaciuto.

Eh no.

Per di più nel mio sogno si è presentato in versione piacione con almeno venticinque anni in meno, capelli tirati indietro con la gelatina a parte un ciuffo che gli ricadeva sulla fronte, sottogiacca con scollo a v e collana stile Marines. Insomma, un Brad Pitt anni ’90: potrei perfino ammettere che sia più attraente adesso. Per puro caso si trovava in vacanza in Italia nello stesso posto in cui da poco ero arrivata anch’io. Lui non conosceva bene l’italiano per cui mi aveva chiesto di accompagnarlo a fare delle commissioni, tra cui comprare dei fiori (!) per decorare il suo bungalow che gli sembrava un po’ triste e io, evidentemente, non avevo granché di meglio da fare. Immagino che a questo punto siate delusi perché dalle premesse sembrava si trattasse di ben altro tipo di sogno, ma credo che se non fosse stato proprio assurdo al mattino non lo avrei nemmeno ricordato.

Più delle immagini e delle parole, quel che resta di un sogno è la sensazione. Quella che nel frastuono creato da tutte le altre durante il giorno finisce per perdersi perché non è abbastanza limpida e forte da invaderti e costringerti a porti delle domande anche abbastanza serie. Sapersi fare le domande giuste è fondamentale. Condiziona fortemente quella che poi diventa la nostra personalissima ricerca delle relative risposte e la questione oggi è più delicata di quanto sembra. Intorno abbiamo mucchi di risposte. Centinaia di aforismi, perle di saggezza che ci scorrono dinanzi agli occhi ogni giorno aprendo facebook o qualsiasi altro social. Nei supermercati ci sono decine di risposte a bisogni che non sapevamo nemmeno di avere. Distinguere quelle che davvero ci servono dalle altre è difficile, la maggior parte delle risposte a nostra disposizione sta lì perché l’abbiamo trovata, ma non cercata.

Così il mio subconscio ha dovuto tirar fuori un personaggio di cui non mi è mai importato decisamente nulla e creare una situazione davvero assurda per attirare la mia attenzione nel caos emotivo in cui mi sono ritrovata ultimamente. Si perché la sensazione che ho provato, al mattino, è stata quella di aver trascorso del ‘tempo’ con una specie di amico, una persona piacevole e familiare, per cui, al di là di tutte le possibili interpretazioni che avrei potuto dare a questo sogno, la sua assurdità l’ho sentita forte come uno schiaffo in faccia. Un sogno mi ha riportata alla realtà, quella degli esami di coscienza e del silenzio, dell’ascoltarsi e del capire profondamente le proprie sensazioni e sentimenti, delle vere motivazioni che ci sono dietro a gesti e parole. Mi sono resa conto di quanto avessi bisogno di revisionare la mia rotta, perché il vento sembra a favore e le acque sono tranquille, eppure, per diverso tempo mi sono comportata soltanto come se mi trovassi in mezzo ad una terribile tempesta.