La fata che intervistò l’unicorno: l’Intervista, parte 2

[continua da La fata che intervistò l’unicorno  ,  L’Incontro e L’intervista-parte 1]

WhatsApp Image 2017-11-07 at 21.32.21 (2)

-Beh adesso allora capisco che tipo di spasimanti hai! Senti un po’… Tu sei un unicorno social. In particolare utilizzi Instagram. Perché? Insomma, perché la gente dovrebbe seguire un unicorno?

-Non ti passi neanche un secondo per la testa, mia dolce bipede, che possa fare la fine di quegli stramaledetti fenicotteri rosa di questa estate. Io non sono una moda!
Sono social solo perché i tempi lo richiedono. Non dimentichiamoci che sono portatore di verità e non conta il mezzo quanto il messaggio. Ma quanti riescono ad accedere a quest’ultimo? Potrei sembrare schivo , saccente, permaloso, superbo, presuntuoso…
Ma così disse anche la volpe che non era riuscita a raggiungere l’uva.

Gaetano accavalla –si può dire, sì? Anche se è un unicorno?– le gambe e posa il suo bicchiere vuoto sul tavolino. Io mi alzo e a grandi passi giro per il grande salone poco ammobiliato guardandomi intorno.

-Senti Gaetano, secondo me qualcuno lì fuori scuote ancora la testa. Facciamo così. Io di solito quando devo convincere qualcuno che credo davvero in una cosa, ne parlo male. Eh si. Parlo dei suoi difetti. Niente di più reale. Chi ti vende la perfezione di solito vuole imbrogliarti. Dicci il tuo difetto più grande e un motivo per cui le persone non dovrebbero seguirti affatto. 

-Non dovrebbero seguirmi e non lo fanno perché hanno paura di guardarsi dentro. Di abbandonare la grotta delle loro illusioni… Difetti? Che significa?

-Giustamente. Dai, proponimi un viaggio. Qui su due piedi, adesso.

-Penso lei non sappia volare signorina… Oppure si? Perché in tal caso le proporrei un viaggio sul lato oscuro della Luna…

-Mmh ho capito che ti piacciono le citazioni. Vin Diesel in The Fast and the Furious dice che vive la sua vita un quarto di miglia alla volta. E tu? Quanto vai veloce?

-Spazio e tempo sono assiomi creati dall’uomo. Io non ho vincoli. Non dico di essere immortale, non fraintenda… Semplicemente non sento scorrere su di me il tempo…saprebbe dirmi quanti anni ho?

-A occhio e croce diciamo…  Beh, no. No. Effettivamente non saprei.

La smetto di gironzolare e mi siedo di nuovo sul pouf. Con la coda dell’occhio vedo che il bicchiere di Gaetano è di nuovo pieno. M.. Ma come ha fatto? Se io sono sempre stata qui e lui.. Vabé. Osservo i suoi occhi. Ad un tratto è come se fossi anni luce lontana da lui e allo stesso tempo praticamente tra le sue braccia. E’ questo l’effetto che fa il mito infuso nella realtà? Sprigiona un profumo familiare ed estraneo insieme e mi accorgo solo ora che quello di bagnoschiuma ormai è svanito. Come il Bourbon dal mio bicchiere. Ops.

-Quand’è che invece rallenti, ti fermi..? 

-Mi fermo quando vedo violenza. Violenza gratuita. L’uomo è capace di troppo male. Non è come gli altri animali che se attaccano lo fanno per necessità o autodifesa…
Tutto assume dei contorni troppo sanguinolenti. Lì mi fermo e piango. Si dice che le nostre lacrime bevute dalla terra abbiano il potere di far rinascere a vita nuova.

-Sono d’accordo. Ti è mai capitato che fosse la vita a fermarti? E come hai reagito quella volta? 

-Quando ho perso mio padre. Centinaia di anni fa… Provi a fare un salto al Metropolitan di New York. Mia madre ha tessuto col suo crine gli arazzi che voi umani definite “La caccia dell’unicorno”. Beh… Quello era mio padre… E mia madre è morta di crepacuore…Serve aggiunga altro?

Rivolgo di nuovo lo sguardo all’arazzo alla sua sinistra. Allora l’unicorno raffigurato è… Cavolo. Avverto un brivido che mi ricorda la sensazione di spavento e incanto che l’immagine mi aveva suscitato all’inizio.

-Cos’è che ti ispira? 

-L’amore. L’amore è l’unica cosa che può donare vita eterna…

-Scopriti, Gaetano. Qual.. No! No, insomma… Oh! Dicevo… Mostraci come sei.. Dentro. Una paura, un incubo. Cosa turba i sogni di un unicorno?

-I miei sogni in realtà sono salti nel tempo. Rivivo le gesta dei miei antenati. Faccio mie le loro passioni e la mia paura è quella di morire della loro morte ad ogni risveglio.

-E invece qual è il tuo sogno?

-L’età avanza e sento la necessità di dover lasciare un segno del mio passaggio nel vostro mondo. Forse è il caso che inizi a cercare la mia futura ex moglie, madre dei miei… Dodici cuccioli? Pare che come numero abbia portato bene in passato…

-Gaetano e questo invece cos’è? E’ un sogno o è la realtà? 

Mi guarda negli occhi per un tempo che non so definire. Lo osservo anch’io. Ad un tratto mi accorgo che non sto aspettando una sua risposta, ma solo che quest’ultima pian piano affiori da me, stavolta.

Finiamo per ridere. Poi si congeda portando con sé il bicchiere di nuovo vuoto e sparisce alla destra del salone, nella penombra.

IMG_6594

Arazzo medioevale appartenente al ciclo “Caccia all’unicorno” – Metropolitan Museum of Art, New York

Se volete sapere di più su Gaetano, insomma conoscerlo meglio, lui è su Instagram come gaetanounicornonapoletano, OPPURE lo trovate QUI –> Gaetano Unicorno Napoletano
Per info e curiosità scrivete nei commenti 🙂 

 

La fata che intervistò l’unicorno: l’Intervista, parte 1

WhatsApp Image 2017-11-06 at 11.39.06

[continua da La fata che intervistò l’unicorno  e  La fata che intervistò l’unicorno: L’Incontro]

Con la coda dell’occhio noto un altro arazzo alla sinistra della finta libreria. E’ in stile medioevale e raffigura un unicorno circondato da persone armate. Un tempo antico. La paura dell’uomo davanti a ciò che è diverso. Quell’immagine è spaventosa e attraente. Insomma fa un certo effetto. Come se non fosse già tutto abbastanza misterioso, oltre che fuori le righe. La voce di Gaetano riporta la mia attenzione su di lui.

-Bourbon anche per te.

Poggia un altro bicchiere di liquore ambrato sul tavolino. Ma che c’ha i bicchieri già pronti? 

-Io in realtà preferirei un caffè, ma pure l’acqua va ben..

-Solo liquore pregiato nel mio tempio. Sapori di paradiso. Profumo di… donna.

-Quella è di Al Pacino.

-No tesoro. Parlavo del tuo…

-GAETANO, dunque.

-Dai su, presentati come si deve. I miei lettori a questo punto o mi hanno presa per pazza o sono lì in attesa, curiosi di sapere chi sei.

-Io sono Gaetano, Unicorno Napoletano. Sono sempre esistito. Erano i vostri occhi non pronti ad accettarmi. Sono sempre stato al fianco dei miei bipedi preferiti.

Punta lo sguardo nel vuoto.

-Iscrizioni rupestri … Animali strani. Il nostro rapporto con la comunità umana è sempre stato molto.. stretto. In molti sensi. Purtroppo.

-Da dove vieni? Ti prego non dirmi seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino che ti mollo qua e…

-Non sei andata poi così tanto lontana…
In origine galoppavo nell’infinito spazio-tempo. Poi è nata la luce e il mio corpo ha preso forma. E’ nato il fuoco e mi è stata insufflata l’anima. E il suono …  mmh. Non era che il rumore dei miei zoccoli.
Sono la nota stonata dell’armonia originaria del cosmo, quella suonata dalle stelle quando collidono. Poi è stata la volta del corno… Su per giù quando si è formata la Terra.

-Facci capire. Sei un po’ come Tarzan al contrario? Sei finito nella giungla urbana mentre eri ancora in fasce e poi sei stato allevato da esseri decisamente diversi da te?

-Io sono un umano, ma con qualcosa in più. Tradizionale ed emblematico simbolo di saggezza, l’unicorno nell’immaginario cristiano poteva essere addomesticato solo da una vergine, simbolo di purezza … ma oggi non ci sono più le vergini di una volta!

-Beh ma un unicorno cos’è che fa tutto il santo giorno?

-Io divoro cultura e cammino spesso tra la gente. Mi avvicino alle anime in pena. Cerco di riportarle in vita prima che sia troppo tardi…

-E sei sicuro sicuro di essere l’ultimo unicorno sulla Terra? E se ce ne fossero altri oltre a te? Nemmeno una.. femmina?

-Sono l’ultimo esemplare di unicorno maschio italiano. Sono in contatto con alcune comunità di unicorni in giro per il mondo. Più volte mi hanno chiesto di raggiungerli ma il mio posto è qui…
Ahimé femmine no. Non in Italia. Al momento grazie ai social sono entrato in contatto con una unicorno inglese. Niente male, ma il suo british humor, credimi, fa appassire ogni mia velleità.

Ti è mai capitato di perdere la testa -di unicorno, ndr- per femmine di altre, ecco, diciamo così… Specie? 

Mediamente mi innamoro dalle quindici alle venticinque volte al giorno. La leggenda narra che i miei antenati, per quanto focosi e passionali, usavano addormentarsi sul grembo di una vergine.
Ecco, il problema è che io non riesco a prendere sonno… E non perché soffra di insonnia quanto piuttosto per il mio amore per la.. patata. In sincerità penso che sia quanto di peggio inventato dal vostro Dio. Mi spiego. Non è possibile starle lontano. Per quanto paffuta, barbuta essa sia, non si può fare a meno di venerare tanta perfezione.
Da lì nasciamo e… lì vogliamo far ritorno ogni qualvolta ci sentiamo soli. E indifesi…

-E al contrario? Mai avuto spasimanti? Del tipo tu sei l’ultimo unicorno italiano e io mi prenderò cura di te?

-Le femmine della razza umana sono una cosa incredibile. L’unica cosa al mondo che ancora non sono riuscito a decifrare. E’ capitato spesso che si proponessero di donarsi a me per la sopravvivenza della mia specie… Ma così, per spirito di sacrificio? Continuo a chiedermelo.

-Sinceramente anch’io. Parliamo di cose serie, Gaetano. Viviamo in un’epoca in cui gli uomini hanno paura delle donne e le donne hanno paura degli uomini. Emancipazione male interpretata da un lato, residui di maschilismo bieco ed ignorante dall’altro. Tu cosa ne pensi?

Le donne urlano all’emancipazione e quando ce l’hanno tutto quello che di meglio riescono a fare è risultare una copia sbiadita dei difetti degli uomini. Ma dico… Dove sono finite la dolcezza e l’amor cortese?
Dove è finito il maschio italiano? MI SI RIZZA IL PELO QUANDO li vedo più depilati di una lolita e poi si affannano a  mostrarsi violenti per farsi rispettare. Non concepisco l’idea di gelosia e possesso. Sembra una lotta alla sopravvivenza della loro specie ma non considerano che per riuscirci devono appunto smettere di lottare. Insomma, di cercare un modo per prevaricare sull’altro.

-Mi sembra interessante. Sai l’anno scorso la parola più cercata e di cui si è più discusso è stata “resilienza”. Quest’anno invece sembra sia “empatia”. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi, cosa significano queste parole per te.

-Resilienza? Sono un essere superiore… La mia testa e il mio cuore sono di unicorno, il mio corpo, la mia carne, di umano. Ad ogni battito per me si accende una sfida di sopravvivenza tra le due specie. La lotta genera dolore…
Empatia… Deriva da ‘emo-pathos’ e per me è una maledizione. Gli uomini ci hanno sempre dato la caccia per i nostri corni, per il nostro latte e il nostro sangue, spingendoci ben oltre le soglie di estinzione. Mi sono sempre sempre sentito ospite. La mia diversità ha fortemente attratto ed altrettante volte allontanato. Le persone si avvicinano per curiosità senza mai fermarsi a chiedere cosa ho da raccontare…

-Sei un personaggio mitologico, epico. Con quale dio greco organizzeresti un party sul monte Olimpo?

-Ancora credi a queste cazzate? Gli dei dell’Olimpo non esistono… Tutti sono potenzialmente esseri divini. Solo che pochi lo sanno.

-Ah beh mi hai stupita! Non mi aspettavo una risposta del genere. Una cosa che proprio ti fa girare i.., ehm, gli arcobaleni?

Le puttanelle sapientone. Loro mi fanno davvero girare gli arcobaleni.

-Allora adesso mi odierai… – mi viene da ridere, ma mi sforzo di rimaner seria. -Per dire che qualcosa è impossibile dico sempre una cosa tipo “Si guarda, sta passando un unicorno!”. Per un unicorno invece cosa è impossibile?!

-“Uh guarda. Una donna che dice una cosa sensata…”

-Adesso si spiega che spasimanti hai! Sei forte. Senti un po’… Tu sei un unicorno social. In particolare utilizzi Instagram. Perché? Insomma, perché la gente dovrebbe seguire un unicorno?

Continua …

 

Se vi va di seguirlo, Gaetano è su Instagram come gaetanounicornonapoletano, OPPURE lo trovate QUI –> Gaetano Unicorno Napoletano
Per info e curiosità scrivete nei commenti 🙂 

WhatsApp Image 2017-11-07 at 21.32.15 (2)

La fata che intervistò l’unicorno: l’Incontro.

writing-woman-with-pen-e1404973806546

[continua da La fata che intervistò l’unicorno]

Quasi quasi me ne vado.

Sarà pure l’ultimo unicorno maschio rimasto sulla faccia della Terra, ma non si fa aspettare così una donna. Tamburello con la penna sul ginocchio destro. Nella mano sinistra ho il foglio con le domande. Ci sono molti scarabocchi. In fondo cosa cavolo gli chiedi ad un unicorno? Che tempo fa tra gli arcobaleni? Se davvero iniziano in corrispondenza di una pentolaccia piena di monete d’oro lasciata lì da uno gnomo di passaggio? Bah.

So cosa state pensando. Cosa cavolo ci fai tu lì, Bloom. Tu hai messo su questa storia. Tu hai parlato di cose divertenti, un po’ folli, forse verosimili. Tra realtà e illusione, fantasia e verità. Adesso sta’ lì e non lamentarti. Lo so. E’ che sono curiosa e la curiosità mi ha portata fin qui. Insieme a voi.

Davanti a me c’è un tavolino basso di legno scuro e dietro un divano di pelle bordeaux. Io sono seduta su un pouf color crema. Scomodo. Appeso al muro, sopra al divano, c’è un arazzo che raffigura una libreria. Insomma, è una libreria finta, disegnata. Per carità, i gusti son gusti. Mi aspettavo profumi esotici. Incenso, vetiver, legno antico. Invece mi arriva al naso giusto una scia di note dolci. Sembra bagnoschiuma da donna. Seguita da una risata femminile. Leggermente stridula, pure. Da quel lato l’ambiente è illuminato ancora meno.

Un fruscio. Uno svolazzo di tessuto liscio, tipo seta. Mi ricompongo.

Eccolo qui! Alla buon’ora. Si siede sul divano bordeaux. Indossa un kimono blu scuro con dei draghi stampati all’altezza del petto. Nella mano sinistra stringe un bicchiere di un liquore ambrato. Scuoto la testa. Quasi quasi la cosa dello gnomo gliela chiedo davvero.

-Carissima Bloom!

-Gaetano…

Ci stringiamo la mano.

-Allora, cominciamo?