Buon Natale ♡

Qualcuno di voi mi disse che spesso cose come i traslochi sono capaci di metterti a nudo, ti spingono per costringerti a ritrovare l’equilibrio, uno nuovo non riciclato, che non hai potuto impacchettare e portare con te. Mettono alla prova i nervi e il fisico, occupano la mente e le giornate. Impari che parole come opportunismo e altruismo, ai due estremi, sono solo concetti astratti che aleggiano come vapore tra le trame della natura di tutti davvero tutti che è l’egoismo. L’egoismo che poi ti porta a tendere una mano, ad occuparti di qualche faccenda, dipingerti un sorriso sulle mani impolverate e stanche. Quello che fa volare lo sguardo oltre un vetro per notare le prime luci di Natale che prendono a scaldarti, ti ricordano il Belgio, rialzano l’umore e ti motivano abbiamo da festeggiare qui e ringraziare, per tutto. Oltre il vetro ritrovi pensieri vecchi rimasti al freddo per non sbiadirsi che ti rioccupano la mente appena riesci a far spazio. Torni a chiederti se nascono prima i sentimenti o le circostanze, eterno paradosso che tenti di risolvere in un senso o nell’altro a seconda che tu ti senta più o meno un grinch dell’amore.
Poi pensi a quella luce che nasce nella notte di Natale, allo spirito natalizio o Babbo e ti rendi conto che stai per festeggiare un mucchio di cose che in fondo non hai potuto vedere né toccare mai. Hai dovuto credere e basta. Aver fede. Per cui se uno deve fare il grinch deve farlo per bene e nemmeno le luci colorate e i sorrisi dei bambini devono smuoverlo.
È così che il Natale, come sempre, salva l’amore dal profondo, buio e arrogante cinismo. Almeno è valso per me ancora una volta.
Buon Natale bloggers ♡

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Cronache Di Un Trasloco #2: Ansia

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C’è una cosa che ho capito ed è che i cambiamenti nonostante si possano percepire come improvvisi in realtà non lo sono davvero, nascono mentre stai prendendo tutt’altre decisioni e maturano pian piano fino a prendere la forma che li rende evidenti.

Eppure a poche ore dal trasloco m’è presa l’ansia.

Forse è una cosa normale e nessuno mi aveva avvertita a riguardo. Forse nasce dal fatto che vecchio e nuovo implodono in un piccolissimo spazio temporale nel quale non riescono a convivere. Si crea un concentrato altamente instabile di ricordi, paure, progetti, speranze, nostalgia, preoccupazioni e soddisfazioni che speri possa volatilizzare al più presto, diluendosi in cieli più sgombri, come se davvero il cambiamento avvenisse in un momento soltanto, nonostante sia cresciuto al nostro fianco giorno dopo giorno.

Se da un lato questa sembra una delle tante trappole della mente, dall’altro credo che certe volte l’ansia la si può sfruttare a proprio vantaggio come spinta propulsiva, energia aggiunta all’entropia che già esiste e costringe a non voltarsi più indietro.

Spero che sarò il più presente possibile tra le vostre pagine, nonostante mi mancherà wi-fi e tempo nei prossimi giorni 😉

Cronache Di Un Trasloco #1: Libri In (Di) Viaggio

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Sarà scontato o banale, ma in questi giorni di lavoro frenetico in vista del trasloco ho speso un sacco di tempo soltanto per riporre negli scatoli i miei libri. C’era da spolverarli, riporli con cura, sistemarli almeno per dimensione in modo da ottimizzare gli spazi, far attenzione a non sgualcire le pagine e, ovviamente, davo una sbirciatina a quelli che non prendevo dallo scaffale da un po’. La sbirciatina diventava un sedersi di fianco allo scatolo per sfogliarli, approfittare del momento per finire un racconto lasciato in sospeso troppo tempo prima, riguardare le illustrazioni delle fiabe che ho amato tantissimo e scoprire che, nonostante non le ricordassi a memoria, ne erano rimaste ombre di emozioni da qualche parte dentro di me.
Non è stato esattamente il modo più veloce per sbrigarmela, specie con tutto quel che c’è ancora da fare. C’erano libri regalati, libri amati, dediche, segnalibri comprati e disegnati, orecchiette alle pagine su cui tornare, che spesso poi si dimentica il perché, nonostante quella parola o frase in quel momento sembrava avesse fermato il mondo. E’ stato bello.

In questo periodo la mia mente viaggia in maniera sconnessa nel tempo saltellando tra ricordi di molti anni fa e quelli del passato recente. Mi sono liberata di oggetti che non volevo mi appesantissero inutilmente in questo cambiamento, che in fondo è solo uno dei tanti avvenuti negli ultimi due anni. Ho conosciuto persone e ho capito di avere ancora così tanta paura di dimenticarne altre. In certi momenti torna la rabbia per aver costretto a forza la mia mente a smettere di provare alcune mancanze. Ovviamente lei si è ribellata e adesso non fa che tormentarmi con scenari apocalittici nei riguardi della mia vita sentimentale, non che abbia bisogno di inventarsi granché poi. Così, incastrata in questo limbo tra passato e futuro, il primo un tantino più vivo e in forma del secondo che ce la sta mettendo tutta a guarire, eccitato quantomeno dall’idea che tra poco sarà tutto nuovo e diverso, ho potuto abbracciare lui.

Un nuovo libro.

Uno di quelli che ti capitano al momento giusto, anche se capiterà nello scatolo sbagliato, perché mentre aspettavo il corriere gli altri li avevo già chiusi e adesso se ne sta solo soletto sullo scaffale, abbastanza spaurito. Si chiama “Un ex è per sempre” della disegnatrice che adoro tantissimo Silvia Ziche. Ne ho già parlato una volta, oltre ai suoi lavori per la Disney e Topolino, scrive (disegna) libri che hanno come protagonista un suo personaggio, una donna alle prese con la ricerca dell’uomo della propria vita, Lucrezia. Lasciata dal suo ultimo compagno, Riccardo, che sembrava davvero fosse finalmente quello giusto, inizia un tortuoso percorso fatto di interrogativi sul perché sia finita così e sul come possa dimenticarlo per andare avanti. Ad accompagnarla è proprio Riccardo, sottoforma di fantasmino creato dalla sua mente che la segue ovunque tormentandola ancora. Non rappresenta altro che l’impossibilità e la paura di dimenticare un legame importante ma spezzato bruscamente, raccontate attraverso ironia e comicità come solo Silvia sa fare. Non vedo l’ora di leggerlo e, magari, sarà il compagno giusto per rimettere poi tutto in ordine, sia sugli scaffali, sia nella mente e nel cuore.

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‘Ho Pensato A Tutto In Un Momento, Ho Capito Come Cambia Il Vento’

Credo che ricorderò quest’estate per essermene goduta i temporali.

No, non è per giustificarmi per non aver rimediato in alcun modo al mio colorito pallido, ma sul serio alcune delle giornate di agosto che ho adorato di più sono state quelle di pioggia. Del caldo ne avevo avuto già abbastanza alla fine di luglio, mentre sui libri arrivavo al giro di boa di quest’altro percorso universitario, con temperature per le quali ‘studiare’ dovrebbe esser dichiarato proprio illegale. Così qualche pomeriggio fa, sotto lo sguardo allarmato della vicina di casa tutta presa a chiudere persiane e a raccogliere oggetti che potenzialmente potevano volar via, son rimasta sul balcone a sentire quel vento d’estate urlare contro il sole costringendolo alla resa dietro nuvole pesanti e nervose e osservavo il cielo, confuso dalla battaglia che si stava svolgendo, e si, inerme, perché in fondo non poteva assolutamente farci niente. Lasciare che le emozioni se la giochino da sole mentre tu stai lì ad osservare senza fiatare, fa si che poi si determini uno stato d’animo che sarà di tempesta o di sole, a seconda del vincitore. Rientrai quando ormai la pioggia si era fatta davvero troppo insistente e la vicina era già dentro da un bel po’.

Lo stato d’animo puoi influenzarlo ma il più delle volte ti sfugge di mano e dentro ti ritrovi un’ingovernabile bufera che rimette in discussione tutto, presente e passato. Guardo le foto di chi mi diceva -Aspetti che l’uomo della tua vita venga sotto casa con un mazzo di rose in mano sbucando così dal nulla?-, con addosso davvero soltanto l’estate, con buona pace delle intenzioni poetiche di Jovanotti e ricordo che l’idea di aspettare invece che l’uomo delle rose (no, non il pakistano) si trovasse a passare fuori ai bar dove andavamo di solito non mi entusiasmava tanto di più. Che poi non importa il come e il quando, sono solo stufa di stare a preoccuparmi di chi ha deciso invece di andarsene. E tu vai via, e magari pure per sempre, magari finisce tutto così e se ne vanno al diavolo tutte le belle storie sull’affinità e sui legami speciali e … basta, basta lo sai che è solo una tempesta e passerà, come tutte le altre, è uno stato d’animo e cambia, come cambia il vento. 

Ricorderò quest’estate anche per aver trascorso più tempo con i miei amici, tra qualche settimana abiterò ad una trentina di chilometri da qui che non sono tanti ma richiederanno un po’ d’organizzazione in più per vedersi. Credo che mi dispiaccia andar via per loro e per i ricordi, giacché ho vissuto sempre qui, per il resto non vedo l’ora di lasciare un posto che non ha più granché da offrire mentre mi attende una città vera anche se nemmeno è detto resterò a lungo pure lì. Ho condiviso spazi e risate con chi c’è davvero e ho imparato, o forse solo riscoperto, che qualche volta si può fare il tifo per il sole e quello si entusiasma e caccia via tutte le nubi dal cuore. Non è detto che farai splendere ogni giorno il sole ma si può andar molto vicini allo star bene, che poi altro non è che la voglia di sognare, innamorarsi e mettersi in gioco di nuovo. Forse per il momento solo di sognare. Che se non avrò più un altro amore come il nostro, io preferisco amarti ancora, di nascosto. 

 

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Foto personale, 1 agosto 2015

In corsivo ci sono alcune delle mie canzoni preferite di quel signore lì. E’ stato bellissimo esserci ed ascoltarlo dal vivo (per la seconda volta) nonostante il caldo e la fatica di un pomeriggio intero ad aspettare l’inizio del concerto.