* . . . Ohana . . . *

~ ‘Ohana’ significa ‘famiglia’,
      e famiglia significa che nessuno
     viene abbandonato o dimenticato ~

     [Lilo – Lilo e Stitch, Disney Pixar]

 Credo che “Lilo e Stitch” sia uno dei prodotti migliori della Disney e di sicuro uno di quelli che non mi stancherei mai di rivedere. Adoro Lilo. E’ una bimba intelligente, furba, con delle idee tutte sue, anche più avanti della sua età,  ribelle e piena di risorse. Le altre della sua età non riescono a capirla e lei non capisce loro, anche se prova a farlo. Nonostante senta la loro mancanza e quella dei suoi genitori che non ci sono più, vive solo con la sorella maggiore, lei è presa da mille attività, dalla travolgente marea di idee e di cose da fare che la portano a conoscere Stitch, un alieno che viene da chissà-dove ma che lei prende a far parte della sua famiglia, piccola e disastrata, ma bella, come lei stessa dice. Se ne prende cura perchè è quello il suo punto fermo, ciò che ama di più al mondo. Per lei è famiglia anche il pesciolino al quale va a dare il panino al burro d’arachidi tuffandosi tra le onde dell’oceano ogni giovedì.

~ ‘Ohana’ significa famiglia. Famiglia significa che nessuno viene abbandonato, ma se vuoi andartene puoi farlo. Io mi ricorderò di te. Io ricordo tutti quelli che se ne vanno.~

E’ da ieri che penso a questa parola. Ohana. Famiglia. Da quando ho visto la giovane vicina di casa agitatissima, ieri mattina. Suo marito è un carabiniere che spesso è assegnato a Palazzo Chigi e poteva essere uno dei feriti. Ho provato ad immaginare il suo spavento. Poi ho visto il viso dell’uomo che è stato arrestato. Anche lui ha una famiglia. Anche loro si saranno spaventati. Non voglio parlare di politica o di crisi o di ciò che è successo. So solo che la violenza non risolve mai niente e che non è per niente giusto che una persona si svegli una mattina con l’idea di uccidere qualcuno solo perchè la propria vita è andata a rotoli. La cosa peggiore e che mi ha colpita, a parte il niente-lavoro niente-soldi, è che abbia detto di essere solo e disperato. E’ la cosa più triste. Tutti ci affanniamo per costruire un futuro, per il lavoro, per sopravvivere alla crisi. Però, a meno che star soli piaccia e delle volte magari è anche necessario, una famiglia, una qualunque, dovrebbe esserci. Non posso assolutamente capire cosa significhi divorziare, anche se persone a me vicine l’hanno fatto, o perdere componenti importanti che non siano dei nonni. Però so che una famiglia non è mai destinata a restare uguale a se stessa per troppo tempo. Ed è una cosa che ho dovuto imparare. E’ un sistema dinamico dal quale entrano ed escono persone, idee, sentimenti. E’ inesorabilmente soggetta a cambiamenti. E poi, il punto al quale volevo arrivare, finalmente, è che “famiglia” può avere tantissimi significati diversi. Il che vuol dire che è rara la possibilità che non se ne abbia una, pure piccola e disastrata.

Cosa significa “Ohana”?

Chiedetelo ad una signora anziana, che ha deciso di non sposarsi, non ha figli e che magari vive con 15 gatti. Vi dirà che la sua famiglia sono loro, quei furfantelli che le danno tanto da fare. Un giocoliere che gira da anni il mondo con carovane, animali e attrezzature direbbe che la sua famiglia è il circo. Quelle persone (e non solo) con cui si condivide la propria quotidianità e i propri sentimenti. Di cui ci si prende cura. E che quando se ne vanno, per scelta o per forza di cose, non si possono dimenticare, nel bene e nel male.
Allora ho ripensato a “solo e disperato”. Si può essere anche “soli e in santa pace”. Ma disperati no. E allora credo che l’unica cosa che salva dalla disperazione sia una famiglia. Crearne una qualsiasi e magari chiamarla con un altro nome, ma almeno darsi da fare, coltivare un rapporto, perchè poi è anche nel cuore di qualcun altro che possiamo trovare il nostro, quando non sappiamo più che fine abbia fatto. Perso, distrutto. Quando a battere batte pure, ma fa soltanto male.

Poi l’Orient Express delle idee che correva nella mia testa (lo so, non è l’ultimo ritrovato della tecnologia, avrei preferito pure un Italo o un Freccia Rossa, ma vorrei vedere con 38 di febbre come non assomigliare ad una vecchia locomotiva che sbuffa vapore, anche se ha il suo fascino però…) mi ha portata a ricordare questo:

Il legame che unisce la tua vera famiglia non è quello del sangue, ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite. Di rado gli appartenenti ad una famiglia crescono sotto lo stesso tetto.

[Illusioni – Richard Bach]

 

Richard Bach circa un anno e mezzo fa aprì un sito web dove pubblicava riflessioni ed esperienze quasi ogni giorno creando un contatto più diretto con i suoi lettori. Aveva voglia, dopo tanti anni, di conoscere, almeno virtualmente, le persone sparse per il mondo che lo seguono e apprezzano. In poco tempo si creò quella che lui chiamava “family of spirit” che distingueva dalla “family of blood” per ovvi motivi e che sentiva come la famiglia che in qualche modo aveva creato, persone diverse per età, cultura, nazionalità e ci si capiva in inglese. Ovviamente non c’erano tutte le migliaia di persone che hanno letto i suoi libri, contando i più assidui c’erano meno di 50 persone circa. Il bello era che la cosa funzionava anche senza di lui, sono nate amicizie, come la mia con una simpaticissima signora belga che un giorno magari incontrerò…
Questa storia della famiglia la capimmo davvero quando Richard ebbe l’incidente con il suo biplano… Era in fin di vita (lui direbbe in esplorazione di nuovi livelli di coscienza)  ed eravamo tutti molto preoccupati e in ansia e allora la family of spirit si unì di più, creando un gruppo su facebook in sostituzione del sito che fu chiuso e continuando a crescere e a sostenere Richard.  Un legame semplice di rispetto e di gioia per le reciproche vite. I mezzi saranno pure virtuali, ma i sentimenti sono veri, sempre.

“Illusioni” fu scritto circa 40 anni fa… Nessuno potè fare a meno di notare che quella concezione forse fantasiosa e astratta di famiglia alla fine aveva avuto davvero un riscontro. “Famiglia” può avere tanti significati diversi. Ma almeno uno, secondo me, vale sempre la pena di trovarlo.

9 pensieri su “* . . . Ohana . . . *

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