*. . . Principe Azzurro…Vendesi . . .*

L’altro giorno su facebook mi si ripresentò davanti per l’ennesima volta quel link che fa più o meno così: “Incolpo la Disney per le mie aspettativa troppo alte sugli uomini!”. Al quale seguono più o meno lunghe invettive contro gli uomini incontrati nella propria vita. Io son cresciuta a pane e Disney (ma anche a pane e polizieschi, gialli e fantascienza però) e ancora oggi, quando la mia amica che è in pratica la Treccani dei classici del caro Walt scopre che me ne son persa uno, mi costringe a colmare le mie lacune e non mi da’ pace finchè non lo faccio. Ho visto Pocahontas per la prima volta l’anno scorso, per dire. Per cui quando sento queste cose scatta dentro me un moto di ribellione. Il fatto è che stare a discutere su facebook è come lottare contro i mulini a vento, praticamente una causa persa, perchè alla fine vale la legge del “guarda e passa” quando non sei d’accordo su qualcosa e poi ci si potrebbe dedicare una vita intera a contestare tutti i link che vengono pubblicati. Magari pur perdendo un po’ di tempo con uno di essi, ce ne sono già almeno un altro centinaio pronti a ripresentarsi sulla tua bacheca e quindi qualche volta le mie idee restano in un angolo della testa, finchè non decidono di mettersi a manifestare e lì non c’è scampo, vogliono il loro spazio.

Il famoso principe azzurro. Bello, alto, intelligente, con la fortuna sfacciata di trovarsi al momento giusto nel posto giusto, futuro re, gli riesce qualunque sport e tecnica di combattimento, un po’ poeta, amante dell’arte, sensibile, dolce, che conosce l’etichetta e le donne, un po’ meno la moda. E’ praticamente perfetto. Mi sembra alquanto ovvio che un uomo con tutte queste caratteristiche messe insieme non sia verosimile. E non tanto perchè non l’ho mai visto con i miei occhi, ma semplicemente perchè il concetto di perfezione è intrinseco ad altre cose e non alla natura umana. Quindi già il fatto di aspettarsi che da qualche parte esista un essere così fatto è discutibile. Lo è però anche un altro aspetto. Mettiamo pure che esista un uomo del genere, quello delle favole, tu che te la prendi tanto con il povero Walt nemmeno sei la reicarnazione di Biancaneve però. E scusa. Se per assurdo dovesse presentarsi nella realtà una situazione come quella e da un lato ci fosse un principe azzurro qualsiasi, dall’altro perchè non ci si dovrebbe aspettare una vera, stupenda, angelica principessa? La grazia e la dolcezza fatte persona, un animo puro, gentile, premuroso, roba che nemmeno gli stilnovisti l’hanno mai immaginata così.

Perchè pretendere un uomo da favola e poi non sforzarsi nemmeno un pochino a credere ancora nell’amore? Ecco il vero problema qual è. Si da’ sempre la colpa ad un’infanzia trascorsa a sognare ad occhi aperti, la si maledice, si rinnega il tempo trascorso allegramente in compagnia di quei personaggi fantastici, tutto perchè dentro si ha un cuore ferito, malmenato che non batte più come quando si era donato completamente a quell’amore. Il tempo si passa a lamentarsi, a trovare mille e più modi per screditare l’intero universo maschile e a dare la colpa a Walt Disney nemmeno fosse un criminale. E invece a me non sembra abbia mai detto che la sofferenza non esista. Ha detto che esiste l’amore. Non capisco perchè le due vengono prese per affermazioni interscambiabili.

-Tutti i personaggi dei cartoni e delle favole devono essere esagerati, quasi caricaturali. E' la vera natura della fantasia e delle favole.-

-Tutti i personaggi dei cartoni e delle favole devono essere esagerati, quasi caricaturali. E’ la vera natura della fantasia e delle favole.- Walt Disney

Su questa cosa ebbi modo di riflettere parecchio circa un anno fa e arrivai ad una conclusione che non dimenticherò facilmente. Avevo avuto anch’io da poco dei momenti di sconforto a causa di persone che capii nella mia vita non ci sarebberò più state, a danno dei miei sentimenti. Mi chiedevo se il mio cuore sarebbe rimasto così ferito da non voler mettersi più in gioco, mai più, per paura di soffrire ancora, di non essere ricambiato, di altre delusioni. Se valeva la pena credere ancora nell’amore. Avevo in braccio la mia baby-cugina, che ha due anni ora e già cambiato un paio di volte il proprio idolo, da Minnie a Peppa Pig. Non oso immaginare quando sarà grande di cosa sarà capace. Adesso ha pure imparato a dire “C’era una volta una principessa…” e un pezzo alla volta inventiamo qualche favola un po’ sgangherata, ma divertente.
Accadde una sera che era stanca, sfinita (in realtà aveva sfinito già prima me, ma sorvoliamo), venne in braccio e si sistemò sulla mia spalla, parlavo con altre persone e poco dopo mi accorsi che si era addormentata. Il che non è usuale, perchè di solito lotta per non far finire mai la giornata. La guardai e mi venne un brivido. Una bimba che si fidava di me a tal punto da cedere agli occhi che le si chiudevano per perdersi nel mondo dei sogni. Come per dire che era al sicuro con me come nella sua amata culla. La guardai, con quelle questioni in testa che mi tormentavano. Chissà cosa c’era dietro ai suoi occhi, mi chiedevo. Continuavo a guardarla come se sapessi già che era lei, in quel momento, la mia risposta. Qualcosa alla gola mi dava un fastidio tremendo. E poi pensai, scandendo le parole come se gliele stessi sussurrando davvero: sai, non posso raccontarti che l’amore non esiste. Come faccio a dirti che un giorno, forse, arriverà qualcuno, che non ti amerà mai abbastanza perchè è ferito, deluso da qualcun’altra che prima di te gli ha fatto del male e che tu non avrai mai l’amore, l’attenzione, la felicità che meriti. Qualcuno che si farà le domande che mi faccio io. E’ come se già adesso, in questo momento, ti svegliassi per dirti che la vita è triste. Non posso raccontarti una storia così. E allora non posso raccontarla nemmeno a me stessa. In fondo, ero anche io una bimba come te.
Chi viene dopo non può aver colpa per ciò che è successo prima. Non posso essere così ingiusta.

Decisi che l’amore va difeso. Non è una questione di principi e principesse. Quelli sono personaggi, come quelli di un film qualsiasi. La vita non è una sceneggiatura già scritta e se pure lo fosse non ci è dato leggerla prima. Quel film, quella favola ti lascia però qualcosa in più di una trama. Ti lascia un sentimento. Ed è quello che bisogna portare con sè, non una stupida aspettativa o l’identikit dell’uomo perfetto. E mentre eviti di chiudere la porta in faccia ai tuoi sentimenti è possibile che qualcuno, lì dietro, magari, si risparmi un naso rotto.

15 pensieri su “*. . . Principe Azzurro…Vendesi . . .*

  1. Sara aveva capito tutto qualche anno fà scrivendo la canzone. Quanto so belle ste parole che hai scritto. Ultimamente per casissimo m’è capitato di leggere qualcosa circa l’origine delle fiabe e la versione originale di alcune dove in realtà sono tantissime le cose che cambiano, una di queste è l’assenza del “Prince Charming”, o un ridimensionamento del suo ruolo. Bene o male sono i personaggi a svolgersi le vite, gli affari da soli e in un modo risolvono (Biancaneve che viene salvata solo quando dei servi stanchi di portarne il corpo imbalsamato le fanno sputare la mela avvelenata – o ancora Cenerentola che assassina la madre perché la tratta male e poi cerca di mettere in atto quello della matrigna e la salva il principe) in altri no e perdono (Tipo cappuccetto rosso che arrivando in casa nonostante gli ammonimenti dei suoi amici animali, prima beve e mangia il sangue e la carne della madre su consiglio del lupo e poi viene fatta a pezzi da quest’ultimo). Le fiabe dovevano insegnare alcune cose ai bambini, è normale che non vi sia moralità all’interno nelle versioni originali perché i bambini non avrebbero capito in effetti cosa sia quest’ultima.

    Più che raccontare favole, ho pensato sempre a cosa accadesse dopo, è davvero così facile il “e vissero felici e contenti”? In molte favole, poi i personaggi non incontrano l’amore o altro ancora; lo troveranno? Mi chiedo… Penso che le parole che volevi dire all’amore della tua nipotina siano più o meno la risposta di cui c’è bisogno 😉

    Fintanto che è così, basta fare come lei… continuare a sognare e il sogno realtà diverrà 🙂

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    • Eheh ma lo sai che stavo pensando proprio a quella canzone là? 😀
      Quello che dici è molto interessante, fa capire appunto che tutto dipende dal messaggio che si vuole trasmettere. Infatti io e A. notavamo una volta che ad esempio storie come quella di Bambi, nella quale c’è la tragica scena della morte della madre, (roba che io quel cartone non voglio vederlo più!) o quella del Re Leone dove muore il padre di Simba, Mufasa, che io ancora piango quando la vedo, figuriamoci un bambino, non le fanno più. A morire sono solo i cattivi oramai, c’è stata una svolta più soft (:
      Non è facile, no… si può essere fortunati e trovare quell’anima che aspetta solo te subito, buona la prima, oppure provarci e soffrire, godersi qualcosa finchè dura ma mai, mai stancarsi di amare. Nemmeno di cercare la persona giusta, perchè sembra che più ci provi e meno risultati hai. Dico io, non si può amare e basta? Quando ripenso alle persone sbagliate che ho incontrato la prima cosa che ricordo è ciò che provavo, la seconda cosa è ciò che penso adesso di loro. Ricordo che ho amato e ne sono ancora felice…. so scema eh? xD

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  2. Lucidità nell’analizzare la realtà, passione nel viverla. Nella vita ci si reinventa fino all’ultimo e c’è sempre spazio per l’amore. A me i principi Disney non sono mai piaciuti tanto, troppo perfetti e privi di personalità, un uomo così non credo mi farebbe battere il cuore 🙂

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